Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 13 Agosto 2002: <<CENTRALE ENEL. Dopo l’incontro di Mesola arriva la presa di posizione di Ariano «Il metano porterà il terminal». Biolcati ribadisce che solo l’uso dell’orimulsion salva i posti di lavoro>>

Il sindaco di Mesola, Nello Mangolini, questa mattina fissa la data (19 o 20 agosto) della prima riunione della commissione nata venerdì scorso al termine del Consiglio comunale aperto svoltosi nel castello. Quindi spedirà gli inviti così conosceremo gli enti locali, soggetti pubblici e gruppi privati ferraresi e polesani chiamati a mobilitarsi per chiedere la conversione a metano della Centrale Enel di Polesine Camerini.

Subito al di qua del Po di Goro, si trova il Comune di Ariano che non ha partecipato all'incontro di venerdì e, presubilmente, non aderirà all'invito (se ci sarà) del dirimpettaio primo cittadino di Mesola.

«Con un ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale (votato solo dalla maggioranza di centrosinistra,ndr) lo scorso marzo - dice il sindaco di Ariano, Fabio Biolcati - con una scelta sofferta, ma dettata principalmente da realismo, abbiamo espresso il favore per l'ambientalizzazione in tempi brevissimi della Centrale, affinché le evidenti conseguenze inquinanti legate all'attuale gestione, lascino spazio ad una nuova fase con minore impatto sull'ambiente e sulla salute dei cittadini».

Quindi accettate l'uso di orimulsion?

«L'uso dell'orimulsion non entusiasma nessuno di noi e tutti preferiremmo l'introduzione del metano. Ma poiché non vi sono ipotesi credibili in tal senso, oltretutto anche un nostro assessore ha partecipato alla visita della centrale di Brindisi alimentata a orimulsion ottenendone un'impressione positiva se si paragonano gli effetti dell'uso di questo combustibile confrontati con quelli prodotti attualmente dal combustibile utilizzato a Polesine Camerini».

Come muoversi allora?

«A noi Amministratori spetta individuare la sintesi per tentare di conciliare le diverse posizioni e se dopo anni di discussione e di ipotesi di riconversione, i principali protagonisti di questa vicenda - e cioè i 400 lavoratori impiegati nella Centrale con le loro organizzazioni sindacali - hanno lanciato un forte grido d'allarme sul futuro del loro posto di lavoro, chi amministra seriamente deve assumere responsabilità anche difficili».

Come giudica l'iniziativa di Mesola?

«Ritengo che la nascita di 'contro-commissioni' o di nuove iniziative di protesta eclatanti, non farà altro che determinare ulteriore confusione, terreno ideale per la strumentalizzazione politica, soprattutto, da parte di chi oggi cavalca lo scontro totale e cioè il centro destra».

Non c'è il rischio che il Centrosinistra appaia appiattito sulle esigenze dell'Enel?

«A questo stato di cose il Centro sinistra deve reagire. Il problema Centrale non può più rimanere una questione solo di Porto Tolle; si devono coinvolgere seriamente tutti i Comuni del Delta affinché le scelte possano essere condivise e non subìte. La Provincia deve rivendicare con forza il ruolo di garante della salute dei cittadini; si deve costringere l'Enel a finanziare un periodico controllo ambientale realizzato da organismi indipendenti, i cui risultati vengano messi a disposizione con strumenti idonei di divulgazione alla popolazione. Si faccia, a spese dell'Enel, una seria indagine epidemiologica per capire una volta per tutte se esiste il collegamento tra i numerosi tumori che si sviluppano tra i Polesani e l'inquinamento della centrale».

Però il centro destra sembra mettere al primo posto la salute dei cittadini...

«Non intendiamo lasciare la patente di ambientalista ai politici del centro destra. Il loro tentativo di giustificare l'insediamento del Terminal di Porto Viro e la nascita di nuove centrali elettriche nel nostro territorio è fin troppo evidente; d'altronde chi ricorda di Renzo Marangon (FI) l'atteggiamento tiepido nei confronti del Parco del delta ed il suo silenzio rispetto alle denuncie che il nostro Comune gli inviò quand'era Assessore regionale all'ambiente, sulla distruzione legalizzata e sistematica del nostro territorio per mano delle migliorie fondiarie, ha qualche difficoltà a credere in una sua conversione così sincera verso l'ambientalismo più integralista».