Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 18 Novembre 2001: <<AMBIENTE. Terminal Edison bocciato dagli "Amici del Parco">>

Anche le associazioni ambientaliste, che fanno capo al coordinamento noto col nome di "Amici del Parco", si schierano contro il terminal gasifero. «Il mastodontico impianto Edison - affermano - è difatti annunciato come uno dei più grandi impianti del mondo nel suo genere, avvalendosi di una capienza di 250.000 metri cubi di metano, liquefatto a - 162° per ridurre il volume del gas. A portare il metano in zona sarebbero delle enormi navi gasiere di 95.000 t di stazza».

Secondo gli ambientalisti, i danni che questa struttura causerebbe all'area del Delta del Po, e non solo, sarebbero veramente molto gravi. Tralasciando il rischio per l'intero Basso Polesine in caso d'incidente, del quale si è ampiamente discusso in passato, ad essere danneggiata sarebbe in primo luogo la pesca, per l'abbassamento di 4 gradi della temperatura dell'acqua, per l'utilizzazione dell'ipoclorito si sodio, una sostanza estremamente pericolosa per gli organismi viventi acquatici, che finirebbe poi in mare durante il riscaldamento del gas, e per la vasta fascia interdetta a qualsiasi tipo di navigazione che, per ovvie ragioni, circonderà la struttura. «Anche il turismo - dicono gli ambientalisti - sarebbe pesantemente penalizzato dalla costruzione del terminal, sia per i danni che la piattaforma creerebbe all'ambiente, soprattutto durante la fase di costruzione, che per il timore di eventuali incidenti. Si teme che alle strutture esistenti, oltre alla già preventivata centrale di decompressione da realizzarsi, secondo le ultime notizie, a Cavarzere, e peraltro di modesta entità, si vadano ad aggiungere in un prossimo futuro altre strutture connesse all'impianto con conseguente ampliamento della rete e ulteriore consumo dei suoli».

I problemi anche per la fauna e l'aumento del traffico marittimo e i rischi connessi (ad esempio l'aumento del rischio potenziale di incidenti) sono, ad avviso degli Amici del Parco, aspetti di non trascurabile entità, considerato il traffico già esistente e l'importanza che rivestono le altre attività connesse con l'utilizzo della risorsa "acqua" nel Delta del Po.

«I quantitativi di combustibile - concludono - non comporterebbero né la gassificazione di impianti altamente inquinanti (ad esempio la centrale Enel di Polesine Camerini), né l'utilizzo diretto da parte della cittadinanza, ci si chiede che utilità potrà avere un impianto di tale portata per il territorio che lo ospita. Rimane il timore reale che il Delta debba servire soltanto da sede di una scomoda struttura, come è già stato fatto o tentato di fare più volte con centrali, discariche, termodistruttori e quant'altro. Oltre tutto, i vantaggi economici per la collettività e le ricadute in termini occupazionali sono del tutto trascurabili».

Gli ambientalisti vedono nel terminal un'ulteriore minaccia potenziale a carico del territorio che ha già versato gravi tributi alla causa della domanda energetica nazionale.

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