Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Febbraio 2003: <<CASTELMASSA. Centrale termoelettrica di Sermide>>
Alla fine č avvenuto quello che avevano temuto i coordinamenti ambientalisti del Destra Secchia dell'Alto Polesine e gli amministratori locali: la riconversione a metano, anzi a ciclo combinato della mega centrale elettrica di Moglia di Sermide č costato caro in termini d'occupazione. Da alcune settimane sono circa 80 i dipendenti in cassa integrazione a turni alterni, con una retribuzione vicina all'85 per cento dello stipendio. Una decina dei cassintegrati risiede in Altopolesine. In questi mesi nei due grandi impianti di Moglia e Ostiglia si stanno realizzando gli interventi di ambientalizzazione. Un percorso parziale, visto che non verrā usato solo metano, ma ancora olio combustibile denso. Una situazione difficile che si innesta sul dibattito attorno alla centrale Enel di Porto Tolle. La centrale del Basso Polesine, secondo il decreto salvacentrali, dovrebbe smettere di funzionare nel 2015.L'attivitā della centrale di Moglia di Sermide č stata possibile con l'incenerimento di olio combustibile denso pari a una colonna di autobotti lunga 9000 chilometri, con centinaia di migliaia di tonnellate di anidride solforosa, ossidi di azoto e ceneri che sono state riversavate nell'aria. Circa 10.000 tonnellate di pericolose polveri, hanno diffuso nell'aria nichel, vanadio, cromo, piombo, arsenico. Per l'assessore provinciale all'ambiente Valentini l'unico futuro possibile per l'impianto Enel di Porto Tolle č la dismissione. Secondo l'assessore " il Polesine ha giā dato il suo contributo alla produzione di energia elettrica. La nostra provincia produce circa l'8 per cento dell'energia nazionale. Senza dimenticare le due centrali di Sermide e Ostiglia, i due impianti a turbogas di Castelmassa e Porto Viro. Possiamo e dovremo fare a meno di Polesine Camerini.