Alla fine č avvenuto
quello che avevano temuto i coordinamenti ambientalisti
del Destra Secchia dell'Alto Polesine e gli
amministratori locali: la riconversione a metano, anzi a
ciclo combinato della mega centrale elettrica di Moglia
di Sermide č costato caro in termini d'occupazione. Da
alcune settimane sono circa 80 i dipendenti in cassa
integrazione a turni alterni, con una retribuzione vicina
all'85 per cento dello stipendio. Una decina dei
cassintegrati risiede in Altopolesine. In questi mesi nei
due grandi impianti di Moglia e Ostiglia si stanno
realizzando gli interventi di ambientalizzazione. Un
percorso parziale, visto che non verrā usato solo metano,
ma ancora olio combustibile denso. Una situazione
difficile che si innesta sul dibattito attorno alla
centrale Enel di Porto Tolle. La centrale del Basso
Polesine, secondo il decreto salvacentrali, dovrebbe
smettere di funzionare nel 2015.L'attivitā della
centrale di Moglia di Sermide č stata possibile con l'incenerimento
di olio combustibile denso pari a una colonna di
autobotti lunga 9000 chilometri, con centinaia di
migliaia di tonnellate di anidride solforosa, ossidi di
azoto e ceneri che sono state riversavate nell'aria.
Circa 10.000 tonnellate di pericolose polveri, hanno
diffuso nell'aria nichel, vanadio, cromo, piombo,
arsenico. Per l'assessore provinciale all'ambiente
Valentini l'unico futuro possibile per l'impianto Enel di
Porto Tolle č la dismissione. Secondo l'assessore "
il Polesine ha giā dato il suo contributo alla
produzione di energia elettrica. La nostra provincia
produce circa l'8 per cento dell'energia nazionale. Senza
dimenticare le due centrali di Sermide e Ostiglia, i due
impianti a turbogas di Castelmassa e Porto Viro. Possiamo
e dovremo fare a meno di Polesine Camerini. |