Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Luglio 2002: <<TURISMO & AMBIENTE. Il progetto del Centro vacanze Tenuta Forti prevede un terrazzamento con 1,5 milioni di metri cubi. Una montagna di rifiuti o di terra? I retroscena della "sfida" tra Soprintendenza, ambientalisti, Comune di Porto Tolle e il Gruppo Pagnan >>

È una battaglia senza esclusione di colpi, retroscena, lettere, interrogazioni, documenti che restano nei cassetti per mesi, quella che riguarda il Centro vacanze "Tenuta Forti" il villaggio turistico che le società del Gruppo Pagnan (Sap, Isa e Aurora) intendono costruire a Polesine Camerini, all'ombra della centrale termoelettrica dell'Enel nel cuore del Parco del Delta del Po, in una delle più belle aree del Bassopolesine e sottoposta a vincoli paesaggistici.

Un affare da circa 20 milioni di euro che prevede l'arrivo via mare di circa due milioni di tonnellate (1,5 milioni di metri cubi) di materiale cosidetto "riutilizzabile", rifiuti secondo gli ambientalisti (Italia Nostra e Wwf in prima fila) terra a detta dei promotori. Nell'aprile '99, il progetto ha ottenuto un contributo di poco meno di 4 miliardi di lire in quanto inserito dal Consorzio di Sviluppo all'interno del Patto Territoriale finanziato dall'Unione Europea.

Un insediamento che è sempre stato osteggiato da Wwf e Italia Nostra per le ripercussioni che il "terrazzamento" con i rifiuti su di un'area di circa 19 ettari avrebbe sull'ecosistema, la costruzione della seggiovia e le varie strutture sul paesaggio e il delicato equilibrio.Le ultime battaglie della lunga guerra sono state condotte recentemente. Il 4 marzo scorso, dopo 104 giorni, la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici ha disposto l'annullamento della sola autorizzazione del comune di Porto Tolle giudicando la stessa "viziata di eccesso di potere sotto i profili della carenza e contradditorietà di motivazione e da violazione di legge perché in contrasto con le disposizioni normative sopracitate, e, in particolare, con le norme di cui all'art. 151, I comma Testo Unico sopra citato, in violazione di quanto prescritto all'art. 145 del medesimo". In tale provvedimento il soprintendente Ruggero Boschi rileva che la realizzazione del centro vacanze "qualora realizzatodeturperebbe irrimediabilmente una zona del Delta del Po di notevole valenza paesaggistica stravolgendone i caratteri rurali ed i connotati ambientali, attraverso alterazioni morfologiche irreversibili, ponendosi così in palese contrasto con le motivazioni che hanno ispirato il legislatore a dichiarare l'area di notevole interesse pubblico per i suoi peculiari e rari caratteri ambientali e paesaggistici".

Immediata la replica. Il 18 aprile le società Spa, Isa e Aurora hanno presentato ricorso al Tar del Veneto in quanto il provvedimento di annullamento era giunto trascorso il termine perentorio di 60 giorni concessi alla Soprintendenza per pronunciarsi. Il 2 maggio il Tar ha accolto il ricorso.

Così, ottenuti tutti i pareri favorevoli (Commissione edilizia comunale, Consorzio di bonifica, Consiglio Comunale, Ente Parco del Delta del Po, Genio civile, Capitaneria di Porto, Ulss 19), già variato il Piano regolatore di Porto Tolle e "superato l'ostacolo" Soprintendenza ora manca solo il parere della Commissione Via (Valutazione impatto ambientale) della Provincia per il rilascio della Concessione edilizia, mentre la convenzione tra costruttori e Comune di Porto Tolle è stata sottoscritta nei giorni scorsi. Pende però il ricorso della Soprintendenza al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar.

In tutta la vicenda non mancano alcuni retroscena per i quali è necessario fare alcuni passi indietro.

Presentando l'iniziativa i promotori sostengono che si tratta di un "ripristino ambientale", ma nel 1999 la Comissione edilizia di Porto Tolle boccia il progetto in quanto il Piano d'area esclude la possibilità di realizzare discariche (!) di tipo in quell'area. Il progetto quindi diventa "terrazzamento". Ad ottobre la Comissione tecnica provinciale ambiente esprime parere favorevole all'intervento (6 voti favorevoli e 2 astenuti).

A fianco degli ambientalisti nel marzo 2000 si fa sentire anche il Consorzio pescatori del Polesine di Scardovari che con una "denuncia-proposta" inviata a Regione e Prefettura rileva: "Il progetto così presentato non è nient'altro che una discarica di rifiuti tossici in un'area di protezione ambientale dove tutte le risorse economiche sono peculiari all'ambiente stesso". Un mese dopo la Commissione edilizia integrata esprime parere favorevole e rilascia la concessione edilizia. Atto che il 29 maggio la Soprintendenza annulla: "gli elaborati consegnati non risultano in grado di soddisfare i requisiti di adeguato ed esaustivo apprezzamento dell'incidenza delle opere previste".

La pratica ritorna a Porto Tolle. Intervengono Comune e Regione. Nel novembre 2000 la Soprintendenza boccia nuovamente la concessione edilizia, parere negativo in quanto il progetto "è incompatibile con gli obiettivi di tutela paesaggistico ambientale". Un mese dopo la Commissione edilizia di Porto Tolle rilascia parere favorevole alla costruzione della seggiovia per la quale la Commissione della Provincia rileva che serve la Valutazione di impatto ambientale.

Quindi l'ultimo importante capitolo. Nel giugno 2001 il malloppo torna alla Soprintendenza di Verona che ad agosto dispone di sospendere l'iter istruttorio in attesa della verifica di legittimità dell'autorizzazione comunale a seguito della decisione della commissione Via della Provincia di assoggettare l'intero villaggio turistico a preventiva procedura di impatto ambientale. Poi, dopo aver lasciato trascorrere buona parte del termine di 60 giorni previsto dalla legge, la Soprintendenza dichiara di sospendere l'iter istruttorio in attesa dell'effettuazione del sopralluogo da parte dei membri del Comitato tecnico scientifico del Ministero dell'Ambiente che compie l'ispezione 13 ottobre 2001.

Il 7 novembre 2001 il Presidente della Regione Veneto, Giancarlo Galan, invia la lettera ai ministri Urbani (Beni culturali) e Matteoli (Ambiente) e per conoscenza al sindaco di Porto Tolle. Lettera che nei giorni scorsi ha indotto la parlamentare verde Luana Zanella a presentare un'interrogazione a due ministri.

Passano pochi giorni e il 20 novembre viene rilasciato il parere del competente Comitato tecnico scientifico: negativo. I motivi? "L'autorizzazione rilasciata dal Comune non risulta rispettosa delle motivazioni che hanno indotto il legislatore a tutelare sotto il profilo paesaggistico i luoghi". Il comitato rileva che la delibera 2785 con cui la Giunta regionale del Veneto ha approvato la variante di adeguamento del Prg di Porto Tolle "appare porsi in contrasto con i principi tutori del Piano di area del Delta del Po" e che la logica dell'intervento proposta contrasta con quella prevalente di salvaguardare la vocazione dell'area deltizia. Osserva ancora il Comitato che il progetto "modifica sensibilmente gli andamenti altimetrici che attualmente connotano fortemente l'area dichiarata di interesse paesaggistico; la proposta attua una violenta antropizzazione con conseguente aumento del traffico, uno stravolgimento della maglia agricola territoriale e propone una utilizzazione perciò non compatibile con la vocazione del territorio nel quale inserisce volumi che, pur non risultando per ora chiaramente definiti a livello edilizio, sicuramente sono di forte impatto negativo per le loro sagome". Il Comitato ha deciso all'unanimità.

Un parere significativo. Ma che scompare. Dimenticato in qualche cassetto. Tanto che solo il 4 marzo 2002 la Soprintendenza si pronuncia.

Troppo tardi? Vedremo. Si tratta di una grande opportunità turistico-economico per lo sviluppo del Delta oppure di una mastodontica discarica che provocherà altri disastri in un'area già martoriata?

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Luglio 2002: <<Il Centro vacanze Tenuta Forti...>>

Il Centro vacanze Tenuta Forti dovrebbe nascere nella parte sud dell'isola di Polesine Camerini, un mega villaggio turistico progettato dal gruppo Pagnan, ossia da Fausto Pagnan della società S.A.P. spa (Sviluppo Agricolo Polesano) con sede a Padova, Renato Pagnan della società I.S.A. spa (Incremento sviluppo agricolo) con sede a Scardovari, nonchè da Giuseppe Magni che ha stipulato la convenzione con il Comune di Porto Tolle per conto della società Aurora spa di Scardovari.

Circa 20 ettari (ma poi tutti i 150 dell'azienda verranno coinvolti nel progetto) per un investimento complessivo di circa 20 milioni di euro da portare a termine in 4 anni. Piazzole per campeggio e strutture ricettive per 3000 persone (in tende, camper e roulotte) impianti sportivi, ristoranti e servizi, un parcheggio da 900 posti auto. Il tutto con un "terrazzamento" per innalzare la zona da 2,5 metri sotto il livello del mare sino all'altezza degli argini, "terrazzamento" effettuato con circa 2 milioni di tonnellate di materiale, rifiuti per gli ambientalisti, terra secondo i promotori dell'iniziativa.

A questo si aggiungerà l'intervento sullo Scanno del Bastimento, che verrà raggiunto con una seggiovia, per attrezzarlo in vista dell'attività balneare. In più, saranno costruiti diversi chilometri di strade ricavati nelle stradine di campagna o consorziali e un'area verrà rimboschita.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Luglio 2002: <<L'INTERVISTA >>

Pagnan significa un gruppo con interessi variegati in particolare nel settore agroalimentare (Italia e Argentina) e del turismo (Sottomarina con Isamar e Mestre con l'Hotel Plaza). Un gruppo fortemente radicato anche in Polesine, a Costa per i cereali e Porto Tolle con circa 700 ettari di terreni agricoli.

Ingegner Fausto Pagnan, perchè questa iniziativa? «L'idea è scaturita con l'avvento del Parco che non vediamo come una jattura, ma una grande opportunità grazie ad attività turistiche eco-compatibili per un turismo di visitazione, in particolare dal Nord Europa, al quale offrire campeggi e servizi per fare godere una vacanza nel Delta con i migliori comfort. Il nostro gruppo è da anni impegnato nel turismo, ricordo Isamar, primo villaggio europeo ad aver ottenuto la certificazione Iso 14000 oltre alla Iso 9001. Nei 150 ettari di Tenuta Forti la proposta sarà varia con ricettività per tende, camper e caravan, sport, equitazione, il rimboschimento di un'altra area. Un'occasione di recupero e sviluppo del territorio».

Con il terrazzamento di 1,5 milioni di metri cubi di materiale? «Certo, terra e sabbia portati con chiatte via mare. Una necessità pretesa anche dal Comune che temi i rischi di esondazione nell'aria che si trova sotto il medio mare».

Arriveranno i rifiuti? «Assolutamento no, lo ribadisco e lo prometto. Tutto verrà effettuato nel rispetto della legge, è irragionevole pensarlo».

Ma che materiale sarà? «Le scorie di acciaieria sono terre di fonderia; i fanghi sono il materiale sterile tradizionalmente più usato per questi interventi; la calce di defecazione non è altro che la terra delle barbabietole che giunge dagli zuccherifici; i fanghi di perforazione sono argilla. La provenienza sarà soprattutto da opere idrauliche compiute nel Veneto, dalla chiatte che scavano. Questa è la soluzione più semplice e ragionevolmente praticabile. Niente di inquinante e pericoloso».

Giungeranno rifiuti dal disinquinamento di Porto Marghera? «Vuole scherzare? Sarebbe autolesionistico. Immagini quanti controlli ci saranno da parte di Ulss, Arpav, Provincia, Comune e i vari enti competenti».

Ma allora, perchè ci sono così tante voci contrarie? «Sono voci organizzate e toccano un problema molto delicato e importante che sta a cuore pure a noi. Invito ad analizzare il parere espresso dall'Ente Parco, un organo terzo che punta allo sviluppo e al rispetto dell'ambiente».

Però la Soprintendenza ha espresso parere negativo. «Il soprintendente Boschi tradizionalmente boccia tutte queste iniziative con valutazioni effettuate senza conoscere bene la realtà. Noi amiamo il Delta e vogliamo contribuire a migliorarlo e a farlo decollare, non a imbalsamare il territorio».

Come la mettiamo con la Commissione tecnico scientifica del Ministero dell'Ambiente? «Nel corso del sopralluogo eravamo soddisfatti, docenti universitari di Roma si erano dimostrati interessati e entusiasti; poi, gran parte di loro non ha partecipato alla riunione decisiva».

Oltre la "palla" è al Consiglio di Stato. «Guardi, abbiamo vinto il ricorso in relazione ai tempi non rispettati dalla Soprintendenza, attendiamo fiduciosi la pronuncia del Consiglio di Stato».

Intanto avete sottoscritto la convenzione con il Comune di Porto Tolle. «Si, dopo la sentenza del Tar, la convenzione è propedeutica alla Concessione edilizia e prevede gli impegni presi da noi. Manca il parere della Commissione Via della Provincia che riguarda il villaggio turistico, non il terrazzamento».

Perchè il presidente Galan è intervenuto? «Perchè aveva ricevuto per conoscenza la lettera di Italia Nostra, quindi ha risposto in quanto chiamato in causa, non è stata una sua iniziativa. E poi, non dimentichiamo che la Regione ha deliberato Piano d'Area e Prg».

Ma è proprio necessaria la seggiovia? «Lo spunto l'abbiamo avuto visitando la Camargue, ma non è necessaria, dal villaggio il mare e la spiaggia si possono raggiungere anche in altri modi».

Quali scenari prevede per il futuro? «Il Comune di Porto Tolle ha compreso che la nostra iniziativa è un volano per l'intero Delta, quindi spero in un'accelerazione. Anzi, se a fianco della nostra iniziativa ce ne fossero altre due di simil portata la zona diventerebbe un polo turistico, si creerebbero posti di lavoro e si potrebbe rinunciare alla Centrale che tante preoccupazioni crea».

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Luglio 2002: <<LA LETTERA Galan: «Interventi che miglioreranno i luoghi»>>

Signor ministro,

avrà certamente ricevuto la lettera di Italia Nostra, peraltro senza data, relativa ad un'insediamento turistico denominato "Forti" in comune di Porto Tolle. Poichè detta lettera contiene preoccupate affermazioni, ritengo opportuno relazionare obiettivamente in merito affinchè si possa compiutamente valutare la situazione. Innanzitutto va sottolineato come tre anni fa, con grande fatica, fra lo scetticismo e in alcuni casi l'ostilità palese, la Regione Veneto ha istituito il Parco del Delta del Po, vissuto da molti come un ostacolo allo sviluppo della zona. Al contrario il parco in questione, che deve essere elemento di sviluppo e non fonte di vincoli per le locali popolazioni, si caratterizza anche per questa rilevante opportunità: la realizzazione di un insediamento turistico modello all'interno dell'area del Delta. (...) Venendo allo specifico, va poi ricordato che l'Area in oggetto dell'intervento risulta ora disciplinata da un quadro di ripristino ambientale approvato dal Comune di Porto Tolle mediante variante al Prg n. 1/98 (approvata dalla Regione con delibera della Giunta 3 agosto 1998, n. 2785) e ciò in espressa applicazione dell'art. 51 delle norme Tecniche di Attuazione del Piano d'Area del Delta del Po (...). In particolare, e per quello che qui interessa, il quadro di ripristino ambientale, nel destinare la zona in questione ad attrezzature turistiche ricettive all'aria aperta D3/3, ha prescritto che la zona stessa sia gradualmente rialzata rispetto all'attuale piano di campagna, allo scopo di migliorarne la fruibilità e la percezione paesaggistica complessiva, mediante la realizzazione di alcuni terrazzamenti. (...). Va precisato da subito che la zona destinata a campeggio resta al di fuori della zona destinata a Parco del Delta, e ciò in preciso adempimento alle prescrizioni dell'Ufficio Regionale del Genio Civile, competente per il rilascio del nullaosta idraulico. Con riferimento all'aspetto urbanistico-ambientale, pertanto mi sembra di poter escludere illegittimità di sorta, essendo la procedura seguita del tutto conforme alle vigenti normative anche di dettaglio. Per quanto riguarda i terrazzamenti (espressamente previsti dal Prg), risulta essere stata presentata dalla Società proponente diretta ad ottenere la relativa autorizzazione, prevedendo di realizzare gli stessi mediante l'utilizzo di rifiuti speciali non pericolosi, cone consentito dalla normativa vigente; in questo senza detta Società risulta essere iscritta presso la Provincia di Rovigo al Registro delle Imprese esercenti attività di recupero rifiuti in procedura semplificata, con ciò ottenendo l'approvazione del progetto e l'autorizzazione all'esercizio. I terrazzamenti in questione, verranno realizzati in zona non soggetta a vincolo per le ragioni sopra esposte; oltre a tutto gli interventi programmati dalla società sono tesi al miglioramento della situazione complessiva dei luoghi.

Segnalo infine che il Comitato di Settore del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali ha effettuato, in data 13 ottobre u.s. un sopralluogo sul posto. Spero di aver offerto elementi per una serena valutazione della vicenda. (...)