Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Novembre 2002: <<CONVEGNO AD ADRIA. Renzo Marangon ribatte alle argomentazioni dei favorevoli ai programmi dell’Enel. «La legge esige il metano»>>

"Bisogna avere le idee chiare e dire chiaro e tondo che cosa si vuol fare con la Centrale, in quale prospettiva. A mio avviso occorre un accordo fra Emilia Romagna e Veneto, con lo Stato, con il Governo, per proiettare il problema nel futuro lungo, calcolandolo sui 15 anni". Con queste parole Pier Luigi Bersani ha concluso la maratona degli interventi che ieri mattina ha visto protagonisti alla sala pubblica de Il Porto l'on. Gabriele Frigato, il sindaco di Adria Spinello, l'on. Franco Grotto organizzatore del convegno per l'associazione Nuova Romea, Alfredo Zagatti vice presidente della provincia di Ferrara, Federico Saccardin, Renzo Marangon, il senatore Fabio Baratella, Giulio Del Ninno amministratore delegato dell'Edison, Paolo Scaroni amministratore delegato Enel, il presidente della X commissione attività produttive della Camera Bruno Tabacci, e Pier Luigi Bersani.

Prima parte presieduta da Gabriele Frigato che ha ricordato a Renzo Marangon la E 55. Spinello ha affermato che la Centrale non può durare all'infinito e che non si può dir di sì a ricatti. Ha invitato Emilia Romagna e Veneto a concordare un'azione in comune dalle valli di Chioggia a quelle di Ravenna. Articolato l'intervento di Grotto che ha passato in rassegna il fabbisogno italiano di energia in un contesto di competenze fra Stato e Regioni e liberalizazzione dei mercati: "Questo territorio è contro le ciminiere ed i camini, diciamo no al terminal, non alla centrale di Loreo e anche la Centrale oggi è incompatibile con il Parco". Alfredo Zagatti ha allargato il discorso ad una visione più generale dei problemi senza trascurare quindi oltre che le esigenze locali, gli interessi nazionali. Federico Saccardin: "Noi abbiamo improntato la nostra azione tenendo conto della salute dei cittadini, dell'occupazione e del fatto che ci vuol del tempo per costruire una economia alternativa. Vada avanti il processo di ambientalizzazione visto che altri progetti per ora non ce ne sono. La Regione è latitante e se qualche ombra c'è non è certo della amministrazione provinciale".

Renzo Marangon:" Questa è una sinistra all'orimulsion. Per quanto ci riguarda non facciamo voli pindarici come l'on. Grotto, sappiamo però che abbiamo fermato la lobby del metano in Adriatico. Io mi attengo alla Legge regionale che prevede il metano, Saccardin ha sempre detto si all' Enel; apriamo un tavolo di discussione". E a Frigato: "A marzo, Romea Commerciale, Pedemontana e Passante di Mestre sono in carnet".

Giulio Del Ninno:" Il terminal non ha impatto ambientale, è sicuro, porta solo vantaggi, va letto in una ottica nazionale e significa indipendenza energetica. Smentisco nel modo più assoluto quanto è stato detto sulla temperatura dell'acqua, sull'ipoclorato di sodio. Creeremo 70 posti di lavoro diretti, 150 di indotto, il gas costerà meno". Lapidario Paolo Scaroni:" Trasformiamo la Centrale per essere competitivi. L'orimulsion costa 3 euro cents per kilowattora al posto dei 7 attuali. L' investimento è di 500 milioni di euro, per il metano sarebbero 1.000.000. Abbatteremo i fumi, se non sarà ambientalizzata, continueremo così".

Bruno Tabacci: "Anche la mia zona ha pagato dazio; a Mantova c'è un concentramento chimico, centrali a Sermide ed Ostiglia. Per dire, tutti abbiamo esigenze ambientali che vanno contemperate con quelle nazionali".

Il sen. Baratella, presidente della seconda sezione dei lavori, ha portato l'attenzione sui tempi dell'investimento dell'orimulsion in Centrale ricordando che 17 comuni si sono offerti per avere impianti.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Novembre 2002: <<ENERGIA E AMBIENTE. Scaroni: «Metano troppo caro, la Centrale andrà a orimulsion»>>

«La riconversione ad Orimulsion è necessaria perché così la centrale ha costi troppo elevati per l'Enel ma anche per l'Italia, dato che alla fine i prezzi dell'energia sono in funzione dei costi di produzione». Lo ha sostenuto l'amministratore delegato dell'Enel Scaroni nel convegno di Adria su energia e ambiente. La scelta dell'Orimulsion è dovuta anche ai costi della riconversione, circa 500 milioni di euro, contro il miliardo di euro del metano e la realizzazione di un gasdotto di circa 50 km in aree protette. «E siccome i soldi sono nostri - ha detto Scaroni - non faremo la riconversione a gas». In caso contrario, ha spiegato Scaroni, la centrale termoelettrica di Porto Tolle, che fornisce il 7-8% dell'energia su scala nazionale e ben il 40% al Veneto, continuerebbe a funzionare come oggi, «con emissioni molto più elevate rispetto all'utilizzo dell'Orimulsion, perché questo è un impianto fondamentale per l'Italia e in particolare per il Veneto». Il primo gruppo potrebbe entrare in funzione tra due anni, mentre la centrale potrebbe essere totalmente riconvertita entro il 2006. Scaroni ha detto di non escludere che tra 12-15 anni ci possano essere le condizioni per spegnere la centrale sul Delta del Po, ma - ha aggiunto - «sarà in funzione del completamento della rete di trasmissione e di quanta nuova capacità produttiva entrerà in funzione. Altrimenti non si vorrà spegnerla la centrale, perché nessuno vuole restare al buio».