Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Novembre 2002: <<Orimulsion, Brindisi fa scuola per Porto Tolle. La centrale Federico II ha caratteristiche analoghe a quella polesana e funziona con un mix comprendente carbone>>

Il nome è di quelli che fanno andare indietro nel tempo, a un'epoca per nulla tecnologica, ma permeata di grande cultura. Federico II, imperatore, si vede oggi dedicata una centrale termoelettrica, quella di Brindisi sud, presa come termine di paragone per il futuro dell'altro colosso nazionale dell'energia, sito in comune di Porto Tolle.

Brindisi sud rappresenta il 5 per cento della produzione dell'energia elettrica nazionale, è ubicata nei pressi della costa e si compone di quattro sezioni policombustibili di uguale potenza per un totale di 2.640 MW, proprio come Porto Tolle. Brindisi funzionava inizialmente a carbone; dal 1997 ha subito gli interventi di ambientalizzazione per la denitrificazione e la desolforazione dei fumi che hanno consentito l'utilizzo di orimulsion (40%) e carbone (60%). Tutti e quattro i gruppi funzionano a combustione mista. La denitrificazione, spiegano all'Enel, ha consentito di ridurre gli ossidi di azoto nei gas di scarico della caldaia, la desolforazione riduce il biossido di zolfo nei gas di combustione prima di farli entrare nella ciminiera, gli elettrofiltri abbattono le ceneri. Il tutto consente la riduzione dei livelli di emissione anche al 25% in meno di quelli stabiliti per legge.

La scelta è caduta sull'Orimulsion, combustibile liquido ottenuto per emulsione di un bitume naturale estratto dal fiume Orinoco in Venezuale con acqua. Rimarrà la capacità totale di 2640 MW con l'installazione di denitrificatori, desolforatori, impianti di trattamento fumi, adeguamento oleodotto, caldaie e serbatoi. L'Orimulsion costa relativamente poco e permette, sono sempre dati Enel, di abbattere gli ossidi di zolfo dell'88%, gli ossidi di azoto dell'83% e le polveri del 68% rispetto alla centrale così come oggi è strutturata.

Le caratteristiche dell'impianto di Polesine Camerini sono tali, precisa l'Enel, che nel caso in cui si volesse utilizzare il metano, di per sè molto costoso, lo si introdurrebbe in un impianto "non adatto e inefficiente per quel tipo di utilizzo". In alternativa, ricorrere a un impianto a ciclo combinato, con efficienza più alta, significherebbe di fatto "rifare la centrale", con investimenti troppo elevati rispetto al ritorno economico per l'azienda. Si verificherebbero poi impatti ambientali forti per la presenza del gasdotto e la qualità dell'aria non sarebbe migliore di quella emessa bruciando orimulsion, combustibile usato anche in Canada, Danimarca, Germania, Giappone e Lituania. "Le ciminiere - spiega l'Enel - utilizzate nelle centrali a ciclo combinato sono infatti molto più basse e le ricadute al suolo degli ossidi di azoto sarebbero cinque volte superiori a quelle della centrale a orimulsion".

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 19 Novembre 2002: <<DOMANDE E RISPOSTE. Residui mai in contatto con l'ambiente. In Puglia un’interessante esperienza per il controllo di attività ed emissioni>>

Ecco le risposte fornite dall'Enel su alcune domande più frequenti.

Perchè Brindisi funziona a mix carbone-orimulsion, mentre Porto Tolle funzionerà a solo orimulsion?

Brindisi nasce a carbone e ha le infrastrutture (porto, nastri trasportatori ecc.) adatte a quel tipo di combustibile. Le caldaie di Brindisi sono state adattate per l'aggiunta di orimulsion. In Puglia è già attiva l'ambientalizzazione dell'impianto. Porto Tolle nasce per funzionare con olio combustibile che viene portato da Ravenna tramite un oleodotto di 90 km. Esso sarà utilizzato anche per l'orimulsion. Nella centrale polesana verranno introdotti i necessari presidi ambientali. Il rendimento dei due combustibili (mix o puro orimulsion) è analogo, raggiungendo circa il 40 per cento. La scelta diversa dipende solo dalla posizione degli impianti e dalle trasformazioni più convenienti necessarie all'utilizzo.

Il lavaggio dei fumi con biossido di zolfo nel desolforatore mediante la sospensione di calcare forma gesso. Come verrà smaltito?

I gessi prodotti sono considerati dal decreto Ronchi come rifiuti non pericolosi. Possono essere trattati con "regime semplificato". Il 100 per cento del residuo in gesso è utilizzabile nell'industria edilizia.

Le ceneri da Orimulsion sono rifiuti pericolosi?

Sì, ma queste non verranno disperse nell'ambiente. Il contratto di fornitura con Bitor Italia ne prevede il ritiro perchè siano trasportate negli Stati Uniti, dove, con un particolare processo, possano essere recuperati i metalli come nichel e vanadio. Le ceneri vengono messe in appositi sacchi di plastica e quindi in container. Si tratta di "sistemi chiusi", studiati per non entrare mai in contatto con l'ambiente.

In caso di incidente durante il trasporto?

Sarebbero comunque recuperabili, secondo apposite modalità. Il calcare in immissione, i gessi e le ceneri in uscita non vengono trasportati su strada, bensì via mare.

Quali controlli sono previsti nella gestione dell'impianto, nelle emissioni e nello smaltimento dei residui?

Il monitoraggio, assicura sempre l'Enel, avverrà secondo le disposizioni di legge. Enel a Brindisi effettua campagne periodiche sui microinquinanti e dispone di una rete di biomonitoraggio del territorio. L'Arpav è la struttura pubblica preposta a tutti i controlli del caso a Porto Tolle.

A Brindisi come si opera?

Il sindaco Giovanni Antonino spiega che è stato creato un ente ad hoc, il Centro di educazione ambientale che fornisce tutte le informazioni alla cittadinanza. È presieduto dal sindaco e ha rappresentanti di Legambiente, Wwf, Terranostra e del Provveditorato agli studi. Un'esperienza che, si sostiene, permette di avere un'analisi accurata di immissioni ed emissioni mediante un monitoraggio continuo dell'attività della centrale.