Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 20 Febbraio 2003: <<ENERGIA. Modificato dal Senato Decreto salvacentrali torna alla Camera L’Enel definirà la riserva strategica>>
Approvando all'unanimità due emendamenti modificativi il Senato ha "licenziato" il decreto-legge 23 dicembre 2002, n. 281, sul mantenimento in servizio della centrale di Polesine Camerini. Il provvedimento complessivo, votato solo dalla maggioranza, torna alla Camera per l'approvazione definitiva da effettuare entro domenica, pena la mancata conversione in legge. Si allunga così l'iter del cosidetto "decreto salvacentrali". Il principale nodo è stato l'articolo 1-bis: «Il Ministro delle attività produttive, con proprio decreto, individua i casi eccezionali nei quali occorre evitare soluzioni di continuità nella copertura del fabbisogno energetico». Che è stato modificato con l'emendamento: «L'Enel definisce, in relazione alle esigenze della rete elettrica nazionale, un piano di utilizzazione delle centrali termoelettriche di "Porto Tolle", in provincia di Rovigo, di "Brindisi Nord", in provincia di Brindisi e di San Filippo del Mela, in provincia di Messina». Nel corso della seduta a Palazzo Madama ha preso la parola anche Fabio Baratella (Ds): «Questo decreto-legge è nato male, ha avuto un iter peggiore, è stato gestito male. Sono state, infatti, messe insieme tre centrali termoelettriche con problematiche diverse. Alla Camera sono state introdotte modificazioni peggiorative in nome di una demagogia falsamente ambientalista, che colloca tre centrali, che producono circa il 20 per cento del prodotto energetico nazionale, nella cosiddetta riserva strategica nazionale. Si escogita un rattoppo peggiore del buco. Un fantomatico piano di autorizzazione si rivela in sostanza un mandato al Ministero per stabilire quando le tre centrali, che dovranno avere continuità per garantire il fabbisogno energetico nazionale, possono essere dismesse. È un atteggiamento schizofrenico, nato da un errore a cui si è cercato di porre rimedio con una delega ministeriale. Il primo dovere è di chiudere una partita che dura da tredici anni e che vede da trenta un territorio compromesso dalle centrale di Polesine Camerini».