Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 20 Ottobre 2002: <<PORTO TOLLE. Le ragioni del comitato anti-orimulsion Centrale, impianti di scarico. Chi garantisce l'efficienza?>>

Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di Antonio Monesi presidente del Comitato per il No all'orimulsion a Porto Tolle.

Con questo comunicato intendo fare alcune considerazioni relativamente alle ragioni che motivano il nostro "no" secco contro la conversione ad orimulsion della centrale termoelettrica di Porto Tolle.

La centrale ha rivestito e riveste tuttora grande importanza nell'economia del Basso Polesine, nel corso della sua pluridecennale storia ha consentito la bonifica di vaste aree altrimenti acquitrinose, ha consentito di dare un'iniezione consistente all'economia locale (...).

Oggi la centrale è inquinante, è un dato di fatto. Quanto inquini nessuno lo sa per certo, ad esclusione di Enel ovviamente, per il semplice fatto che i controlli sulle emissioni viene svolto dalla stessa azienda. Quale sia l'efficienza dei desolforatori è difficile dirlo. Desolforare significa abbattere le emissioni di anidride solforosa in atmosfera che, tradotto, significa abbattere le piogge acide. L'anidride solforosa si sviluppa nella combustione dell'olio se questo contiene zolfo. Bastano piccole percentuali di zolfo (1-2%) nell'olio per avere grandissime quantità di anidride solforosa in atmosfera. I desolforatori hanno un alto costo di gestione.

Convertire la centrale all'utilizzo dell'orimulsion significa dover installare desolforatori più complessi ed efficienti, significa dover abbattere le emissioni degli altri metalli dannosi presenti nel prodotto combustibile, significa investire per costruire gli impianti e, soprattutto, spendere per mantenerli in perfetta efficienza. I dubbi sul mantenimento di questi in perfetta efficienza sono molti. Risulta perlomeno contraddittorio la ricerca del massimo risparmio da parte di Enel con lo spendere molto per la loro manutenzione.Come comitato, inoltre, ci risulta incomprensibile la posizione dell'Enel stessa quando il presidente dichiara che occorre favorire al massimo lo sfruttamento dei combustibili a basso costo senza parlare di efficienza e rendimenti. Saremmo d'accordo se egli dichiarasse che effettuerà investimenti per migliorare l'efficienza delle centrali, oggi estremamente bassa, se dichiarasse di voler migliorare lo sfruttamento delle risorse e degli impianti attuali ma non è accettabile ricercare unicamente il basso costo.

Per concludere, non posso mancare di biasimare tutta la sinistra che appoggia tale riconversione. Le ragioni sono presto dette: il puro calcolo elettorale, la ricerca dei voti perduti, non importa a quale prezzo, per gli uomini di sinistra importano solo i voti. Una posizione intelligente sarebbe quella di opposizione all'orimulsion perché inquinante (che vogliano o no ammetterlo!) e richiedere piani di investimento atti a favorire il ricollocamento degli eventuali esuberi della centrale. In altri luoghi d'Italia si sono viste chiusure o riconversioni industriali quasi indolori perché tutte le forze politiche si sono adoperate per favorire il re-inserimento delle risorse umane. La vicina Ferrara ha promosso un piano di agevolazioni atte a favorire l'insediamento di piccole imprese nell'area dimessa dalla Solvay. Queste sono posizioni intelligenti. Le risorse umane, gli uomini, vanno rispettati e valorizzati ma lo si può fare in accordo e nel rispetto dell'ambiente.