Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 21 Febbraio 2003: <<ENERGIA. Manca il tempo tecnico. Decreto salvacentrali non diventerà legge. Porto Tolle ne attende la riscrittura >>
Non ci sarà una "quarta lettura" a Montecitorio per il decreto "salvacentrali", quello che avrebbe consentito alla centrale di Porto Tolle di funzionare in deroga alle leggi sulle emissioni, in attesa di un piano di ambientalizzazione. Non c'è tempo per discutere il testo licenziato dal Senato e approvarlo entro domenica. In teoria, da lunedì la centrale non dovrebbe più funzionare, ma il Governo sta studiando il modo (presumibilmente presentando le norme in un altro nuovo decreto) per aggirare l'ostacolo. Il deputato di An Luca Bellotti, che alla Camera presentò un emendamento di fatto in grado di impallinare il testo del Governo, è molto soddisfatto: «Non esistono più i tempi tecnici per la conversione in legge. È importante che il decreto sia decaduto. Il mio emendamento ha fatto emergere una maggioranza trasversale che ritiene prevalenti la salute e l'ambiente rispetto agli interessi economici. Ribadisco con ciò la mia completa contrarietà all'orimulsion nella centrale Enel di Polesine Camerini che avrebbe mantenuto di fatto la presenza della centrale per altri 40 anni». «La decadenza del decreto - commenta Franco Grotto (Sdi-Ulivo) conferma l'incapacità del Governo Berlusconi di gestire la questione. Ha permesso un emendamento che stravolgeva tutto e che ha fatto sì che in teoria la centrale dovesse essere chiusa, anche se reitereranno il decreto di apertura in deroga con una formula diversa. Mi spiace che sia andato perduto il lavoro fatto in Commissione e in aula per stabilire una graduale chiusura dell'impianto, fissando i tempi adeguati, e sul quale si era raggiunta un'ampia convergenza. Anch'io sarei favorevole alla chiusura immediata della centrale, ma questa non è possibile per ragioni di approvvigionamento energetico e per i posti di lavoro. In Commissione stiamo studiando la situazione».