Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 22 Febbraio 2003: <<Area industriale di Cā Cappello. Simbolo delle prospettive e degli...>>
Simbolo delle prospettive e degli eventuali rischi di un particolare sviluppo economico nel Delta č l'area portuale di Ca' Cappello, la sterminata zona dislocata tra la Romea e il Po di Levante. Ben 370 ettari di territorio situati nel comune di Porto Viro per i quali la Regione Veneto ha recentemente approvato la variante del Piano regolatore generale del comune bassopolesano. Un'area enorme, il triplo della "famosa" area portuale-industriale di Gioia Tauro. Insomma, una colata di cemento e infrastrutture nel pieno del Delta del Po e a due passi proprio da Porto Levante che negli ultimi anni, con diversi investimenti, ha rilanciato la propria vocazione turistica. Un insediamento che č sempre stato caldeggiato dall'amministrazione portovirese e che dopo l'approvazione della Giunta regionale, ha scatenato toni entusiastici nella giunta Mancin. Ca' Cappello č giā una realtā portuale, un'area produttiva di circa 100 ettari, con tanto di banchine di 2,5 chilometri, attivitā di stoccaggio, magazzini coperti e servizi connessi. Č il primo bacino per le navi provenienti dall'Adriatico con la possibilitā poi di continuare lungo l'asta navigabile del Po o, dalla Conca di Volta Grimana, nell'Idrovia Tartaro-Fissero-Canalbianco. Un'area sulla quale insistono cantieri navali di rilevanza internazionale ed altre importanti aziende. L'annunciata espansione porterā, secondo quanto previsto, a un allungamento delle banchine a complessivi 6 chilometri, nuove aree portuali, sia di iniziativa privata che pubblica, ad attrezzature e servizi connessi, ad attivitā commerciali. Tutto oro quello che luccica? Va ricordato che a venti chilometri di distanza, c'č l'Aia (Area Industriale Attrezzata) di Adria-Loreo, oltre un milione di metri quadrati di territorio che, solo grazie al recente investimento per l'autodromo, dopo anni ha avuto un notevole rilancio; inoltre quello che doveva essere un terminale fluvio-marittimo diventerā un'area industriale con annesso porto in una zona soggetta alla tutela e i vincoli paesaggistici e ambientali disposti dal decreto ministeriale dell'agosto 1985, senza dimenticare che l'intera area si trova al di sotto del livello del mare. Bisogna che venga fatta chiarezza su quali sono le reali prospettive, affinchč Ca' Cappello non diventi una "cattedrale nel deserto", su quali saranno le realtā produttive che si insedieranno, se sono scongiurati tutti i pericoli derivanti da inquinamento, aziende malsane o addirittura che non si celino obiettivi per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti. Non vorremmo che interessi di pochi andassero a discapito dell'interesse comune. Inoltre, la crescita di Ca' Cappello va in sintonia con lo sviluppo turistico del Delta del Po? Dubbi e perplessitā sono moltissimi e giustificati.