Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 23 Febbraio 2003: <<CENTRALE ENEL. L'Ulivo chiede un confronto pubblico>>
«Dopo quel che è successo col decreto salvacentrali, attaccare il centrodestra che governa a Roma e a Venezia, sarebbe come sparare sulla Croce rossa. Quando si è costretti a studiare provvedimenti d'emergenza è già un brutto segnale: vuol dire che è mancata una seria programmazione a monte e non si ha niente di meglio da proporre, se non una soluzione tappabuchi all'ultimo minuto. Ora, anche questa è venuta meno ed è triste pensare che a mettere a repentaglio i progetti di ambientalizzazione, i posti di lavoro e l'interesse energetico nazionale, sia stato un polesano: il parlamentare di An, Luca Bellotti, che col suo emendamento ha vanificato ogni mediazione per trovare una via d'uscita equilibrata alle questioni sociali ed ambientali del nostro territorio». Non usa mezzi termini il consigliere regionale della Mrgherita Angelo Zanellato. Intanto sulla vicenda della mancata riconversione del decreto salvacentrali si sono ritrovati in Provincia il presidente Federico Saccardin, l'assessore Pierluigi Valentini e i parlamentari Fabio Baratella, Franco Grotto e Gabriele Frigato che chiedono un incontro pubblico con l'onorevole Luca Bellotti sul futuro della centrale e del Parco del Delta. «Non abbiamo capito la linea di Bellotti - spiegano - e siccome chi fa politica deve dire gli obiettivi ma anche i percorsi per raggiungerli, chiediamo un confronto pubblico sul tema». Per una vicenda tutta da ricostruire. «Dopo la mancata conversione del decreto salvacentrali, bisogna ricominciare da zero - spiega il presidente della Provincia Federico Saccardin - l'unica strada percorribile è attendere la valutazione d'impatto ambientale del Via». Un parere, quello sul progetto di ambientalizzazione della centrale Enel di Polesine Camerini, che dovrebbe essere espresso entro domani. Sul problema interviene anche Antonella Bertoli, di Progetto Democratico.

Un incontro pubblico con l'onorevole...

Un incontro pubblico con l'onorevole Luca Bellotti sul futuro della centrale e del Parco del Delta. A chiederlo sono i parlamentari polesani Frigato, Grotto e Baratella. «Non abbiamo capito la linea di Bellotti - spiegano - e siccome chi fa politica deve dire gli obiettivi ma anche i percorsi per raggiungerli, chiediamo un confronto pubblico sul tema». Per una vicenda tutta da ricostruire. «Dopo la mancata conversione del decreto salva centrali, bisogna ricominciare da zero - spiega il presidente della Provincia Federico Saccardin - l'unica strada percorribile è attendere la valutazione d'impatto ambientale del Via». Un parere, quello sul progetto di ambientalizzazione della centrale Enel di Polesine Camerini, che dovrebbe essere espresso entro domani. Da ieri intanto la centrale di Porto Tolle funziona con un solo gruppo, l'unico che utilizza l'Stz il combustibile a bassissimo tenore di zolfo. E per fare il punto di quanto successo a Roma Saccardin e l'assessore provinciale Pierluigi Valentini ieri si sono incontrati con il senatore Ds Fabio Baratella e gli onorevoli dello Sdi Franco Grotto e della Margherita Gabriele Frigato. «Ora siamo al punto di due mesi fa - spiega Grotto, membro della commissione attività produttive alla camera - da un punto di vista legislativo si prospetta l'arrivo di un altro decreto. Intanto l'iter per il progetto di ambientalizzazione va avanti, speriamo venga approvato». Ma non mancano critiche al metodo di governo, privo di progettualità e in ritardo nei tempi. «Il governo è stato più volte sollecitato sul problema della scadenza dei termini - continua Grotto - è arrivato invece con un decreto fatto male, un decreto tampone. Una volta iniziata la discussione sono emerse molte contraddizioni anche all'interno della maggioranza». Però su una cosa tutti sembrano essere d'accordo: chiudere quella centrale. Diversi sono i modi e i tempi. «Sarebbe troppo facile dire chiudiamo tutto - continua il parlamentare dello Sdi - il paese non può fare a meno di quella energia, così come non si può non considerare il problema occupazionale. Vogliamo che la centrale venga ambientalizzata in previsione di una futura chiusura». Contro i grandi proclami di chiusura, privi però di qualsiasi verifica, va l'attacco anche di Frigato. «Quello che abbiamo fatto alla Camera è stato coerente con quanto deciso a livello locale - spiega - l'inquinamento non piace a nessuno, quindi avevamo individuato un percorso fattibile. Quel decreto era un equilibrio interessante: l'ultimo prezzo da pagare alla necessità energetica». E a spiegare i contorti movimenti romani è intervenuto il senatore Baratella che ha concluso: «Su una cosa il nostro territorio è d'accordo: quella centrale va chiusa. L'orimulsion è un falso problema, consente un'ambientalizzazione veloce per giungere poi a una chiusura dell'impianto in termini ragionevoli. Un'ambientalizzazione a metano farebbe pensare che quella centrale debba rimanere lì altri 50-100 anni». Il congedo di Saccardin: «Noi non abbiamo più controlli sulla centrale, chiediamo impegno da parte della Regione. Raccolgo e confermo, anche da parte nostra, le preoccupazioni delle maestranze sulla sicurezza degli impianti».

L’INTERVENTO. «Enel, per la prima volta non si approva una legge a suo favore», di ANTONELLA BERTOLI

La legge è uguale per tutti, anche per l'Enel. Questo è il vero significato della decadenza del cosiddetto decreto salva-centrali. Per la prima volta nella storia della Repubblica l'Enel non vede approvata una legge a suo favore. Ciò è stato possibile perché a differenza del centro-sinistra che ha fatto un'opposizione di facciata presentando risibili emendamenti, un partito trasversale di cui il Gruppo Riformista della Provincia si onora di far parte, ha colpito al cuore il decreto smascherando il trucco in esso contenuto. Il Gestore della rete infatti, che secondo la propaganda avrebbe il potere di selezionare le centrali, in realtà si limita ad applicare le comunicazioni che riceve dai produttori. Grazie al coraggio dell'on. Bellotti è stato possibile portare questa posizione in Parlamento e costringere il partito dell'Enel alla resa. Per capire quanto il centro-sinistra locale sia compromesso con l'Enel basta guardare le cronache di questi giorni dove emerge il silenzio totale di Saccardin e Valentini. Avevano detto che erano contrari alla deroga e che avrebbero fatto di tutto per impedirlo, quindi dovrebbero essere felicissimi. Invece tacciono. Da quando è uscito il Decreto Saccardin ha evitato accuratamente di far pronunciare il Consiglio provinciale nel dubbio che qualunque posizione venisse assunta potesse danneggiare gli interessi dell'Enel, ma ora non potrà più farlo grazie all'iniziativa del nostro Gruppo che ha imposto l'iscrizione del punto specifico all'ordine del giorno. Dobbiamo dire però che siamo solo all'inizio di questa battaglia per la verità, la salute e l'ambiente. A chi come l'on. Tabacci che ci vuole rifilare l'orimulsion dopo aver ottenuto per la sua provincia il metano, e che paventa il rischio black-out, ricordiamo che la Centrale può produrre da subito 660 Mgw a STZ e può raddoppiare la produzione semplicemente collaudando il Gruppo n.1. L'Enel è un concessionario pubblico e non può sottrarsi agli oneri che ne derivano. Se ci saranno black-out, l'Ente elettrico dovrà rispondere di fronte alla legge dell'interruzione di pubblico servizio, dal momento che pur in presenza di un'autorizzazione del 1995, non ha provveduto a mettersi in regola con la legge. Il progetto orimulsion deve essere abbandonato perché in contrasto con la legge regionale sul parco che non può essere modificata dopo le dichiarazioni del senatore Stiffoni della Lega che ha affermato: «Finché la Lega Nord sarà forza di governo, a Venezia e a Roma, non accetteremo mai che vengano installate vere e proprie bombe ecologiche». Non c'è quindi una maggioranza in Consiglio regionale per cambiare la legge e senza cambio il VIA non può che essere negativo. Al Presidente di Legambiente nazionale Ermete Realacci, che ci impartisce lezioni di ambientalismo, chiediamo invece di rimediare al peccato originale compiuto a Brindisi dove per la prima volta è stato utilizzato l'orimulsion con il pieno appoggio suo e di Chicco Testa allora presidente Enel. Ai lavoratori della Centrale vogliamo dare garanzie che non perderanno il posto di lavoro se sceglieranno di contrastare il progetto orimulsion perché dopo tanti anni di inganni che hanno condotto la centrale sull'orlo della chiusura, un altro inganno come è l'orimulsion, la porterebbe definitivamente alla chiusura. *Consigliere provinciale gruppo misto Rovigo