Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 24 Agosto 2002: <<ALBARELLA. Unione proprietari all'attacco: no al terminal e all'orimulsion>>

L'assemblea dei proprietari isolani aderenti all'Unione proprietari Albarella, con presidente Luciano Bevilacqua e vicepresidente l'operatore turistico Guido Raule, ha affrontato a tutto campo i problemi relativi "all'abitare in isola", da quelli dei rapporti interni a quelli di realtà estremamente importanti, quali il terminal marino che l'Edison vuol realizzare al largo di Porto Levante e l'ambientalizzazione della centrale di Polesine Camerini.

Raule ha ricordato che già alcuni anni fa l'Upa aveva espresso dubbi e preoccupazioni per gli interventi che si volevano fare nell'area protetta del Parco del Delta del Po, "per interessi economici e non politici", denunciando la pericolosità di insediamenti come il terminal dell'Edison e la centrale Enel che si vorrebbe far funzionare ad orimulsion. «Bisogna unire gli sforzi - ha esortato Raule - per iniziare la lotta. Noi abbiamo interessato anche l'Albarella Spa ed inviato un ricorso contro il terminal. È giusto informare tutti, invece sembra che molti vogliano nascondere i fatti».

Raule ha poi espresso la contrarietà dell'Upa anche al sorgere di una centrale elettrica nel sito dell'ex Acciaieria "San Marco" di Loreo, ed ha concluso il suo intervento a favore della salvaguardia dell'ambiente, affermando: «Il Gruppo Marcegaglia è di per sè forte, ma si può fare molto per tutelare l'ambiente, nel momento in cui si leva la protesta popolare».

L'assemblea ha poi discusso di problemi particolari, anche se altrettanto degni di nota, quali, tra gli altri: la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, la lamentata carenza di segnaletica e di pulizia delle strade, il problema della vigilanza e della sicurezza in isola, ed i lavori che si protrarrebbero troppo avanti nella stagione estiva.

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 24 Agosto 2002: <<E' ancora presto per capire se...>>

E' ancora presto per capire se e quali risultati riuscirà a conseguire l'iniziativa di Mesola. Si tratta della costituzione di una commissione, formata dai sindaci del Bassoferrarese e da alcuni del Bassopolesine, decisa a impedire che i ministeri dell'Ambiente e delle Attività Produttive concedano il via libera al piano Enel che prevede l'uso di orimulsion nella centrale di Polesine Camerini.

Il piano, tecnicamente chiamato di "ambientalizzazione", ha già ottenuto disco verde sia dal comune di Porto Tolle sia dall'Amministrazione Provinciale in quanto, sostengono il sindaco Paola Broggio e il presidente Federico Saccardin: «Riduce l'inquinamento rispetto alle emissioni attuali e non mette a rischio i posti di lavoro».

L'alternativa portata avanti è l'uso del metano che, allo stato attuale, rappresenta il combustibile con il minor impatto ambientale. Gli anti-orimulsion sperano di esporre entro settembre le loro richieste ai due ministri competenti per convincerli a bocciare il progetto Enel.

Risparmiamo al lettore, in questa sede, il gioco degli schieramenti politici anche perché lo spettacolo di opportunismi e di strumentalizzazioni non è certo dei migliori.

Su un aspetto, tuttavia, è difficile contestare l'iniziativa ferrarese: la Centrale termoelettrica non è un problema esclusivo né del comune di Porto Tolle, né della sola Provincia di Rovigo, ma dell'intera area che, direttamente o indirettamente, paga un alto prezzo in termini ambientali e di salute dei cittadini.

A questo punto entra in gioco un altro soggetto: l'Ente Parco Regionale Veneto Delta del Po. Non può passare sotto silenzio una dichiarazione del suo presidente Antonio Dimer Manzolli: «Sono"istituzionalmente" a favore della conversione a metano».

Istituzionalmente? Sì, perché la legge istitutiva del parco impone per impianti di tale grandezza l'utilizzo del gas metano o altri combustibili meno inquinanti. Manzolli non è certo un novizio della politica e ricopre saempre un ruolo moderato e di mediazione. In questa occasione non può sfuggire il senso delle sue parole che puntano a focalizzare l'attenzione verso gli altri soggetti che fanno parte dell'Ente. In particolare la Provincia e i Comuni del Delta, ovviamente con l'esclusione di Porto Tolle che non riconosce il parco.

Quell'"istituzionalmente" fa emergere la grande contraddizione di chi da un lato spinge per far crescere l'Ente Parco (quindi la valorizzazione ambientale del Delta oltre alla salvaguardia della salute) e, nello stesso tempo, accetta quasi rassegnato, ancor prima di aver dato battaglia, interventi in netto contrasto con il parco stesso: difendere i posti di lavoro subendo una sorta di ricatto non è il più importante degli obiettivi.

Il riferimento è diretto alla Provincia e ai comuni di Adria e Ariano non perché hanno bocciato l'iniziativa di Mesola (posizione del tutto legittima) quanto perché il cittadino comune fatica a capire la coerenza tra queste due posizioni.