Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 26 Luglio 2002: <<INCHIESTA ENI. Estrazioni, pochi controlli e superficiali. È il quadro che sta emergendo dopo il sequestro di documenti in mezza Italia. Indagini anche nel Ravennate>>

Controlli superficiali e dati aggiustati.

Vere e proprie montagne di documenti sono ora a disposizione della Procura che nelle varie città ha nominati dei custodi giudiziari in attesa che si mettano all'opera i periti-consulenti che collaborano con il sostituto Manuela Fasolato.

Quello che comunque sta delineandosi è un quadro incredibile, di intrecci, affari, controlli e verifiche che ha portato la Procura rodigina a "mettere il naso" su gran parte delle estrazioni di idrocarburi nel territorio nazionale. Partita dalle estrazioni nel Delta, allargatasi al progetto Alto Adriatico, l'inchiesta sta puntando dritta su Ravenna essendoci al largo della città romagnola la piattaforma Garibaldi T e fungendo Casalborsetti da raffineria di riferimento. Proprio sulle coste ravennati sono evidentissimi gli effetti dell'abbassamento del suolo, la subsidenza che ha praticamente cancellato il Lido di Adriano e provocato gravi danni a Cervia dove però, negli ultimi mesi, con costosissime operazioni di pompaggio di acqua e sabbia dal largo verso le coste, la Regione Emilia Romagna è riuscita a ridare, provvisoriamente, una decina di metri al martoriato litorale.

Sta emergendo che enti preposti alle verifiche avrebbero avuto posizioni per così dire "morbide", che i controlli sono gestiti direttamente dall'Eni (!) e che i dati non vengano esaminati ed anzi finiscono nel dimenticatoio. Insomma, proprio puntando sul Ravennate (vengono pagate royalties miliardarie per le estrazioni?) l'inchiesta sta avendo carattere nazionale, se non verrà bloccata prima visto gli enormi interessi che gravitano attorno alle estrazioni di idrocarburi.