Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 28 Ottobre 2002: <<Il direttivo provinciale del Partito...>>

Il direttivo provinciale del Partito dei Comunisti Italiani si è riunito per esprimere la propria posizione in merito alla questione della Centrale Enel di Polesine Camerini.

Bruciando nafta pesante dalla sua entrata in funzione fino ai giorni nostri, la Centrale Enel, se da un lato ha prodotto energia importante per il fabbisogno del Paese e del Veneto in particolare, dall'altro ha causato e sta causando in tutta l'area coinvolta e, specialmente in quella del Delta del Po, un ritardo di sviluppo delle politiche economiche con vocazione ambientale (turismo, pesca, agricoltura ecc..) ed una situazione sanitaria non più sostenibile per la gente che vive nel territorio che sta pagando un prezzo altissimo in termini di salute.

I Comunisti Italiani, dopo aver analizzato il progetto di ambientalizzazione proposto dall'Enel, anche con il supporto di autorevoli tecnici e studiosi della materia, ritengono che il primo obiettivo che si deve prefiggere chi è preposto alla decisione tecnica e politica sia quello di ottimizzare quanto già esistente garantendo il miglior funzionamento possibile sotto il punto di vista ambientale e tecnologico, ma che innanzitutto salvaguardi i posti di lavoro.

In riferimento alle prese di posizione manifestate da più parti in merito alle ipotesi di utilizzo di un nuovo combustibile, constatiamo che allo stato attuale, purtroppo, l'unico progetto presentato che permette la reale salvaguardia dell'occupazione e un sostanziale abbattimento delle emissioni, prevede l'utilizzo dell'orimulsion.

Per quanto riguarda l'ipotesi di riconversione della Centrale a metano, constatiamo con rammarico che esistono solo dichiarazioni di non fattibilità tecnica ed economica e sospetti convincimenti politici tesi a giustificare la realizzazione del Terminal e di varie piccole Centrali a metano sparse per tutto il territorio palesano. A tutto questo, noi diciamo no!

Coloro che chiedono la chiusura immediata della Centrale si rendono responsabili del destino dei lavoratori e delle loro famiglie. Noi auspichiamo una lenta e concordata dismissione (8-10 anni) che veda i lavoratori, il Comune di Porto Tolle e la Provincia esercitare le funzioni di tutori, garanti e controllori di un corretto svolgimento di tale progetto.

Se la scelta del combustile che accompagnerà la dismissione: sia esso orimulsion, gas metano o altro ancora, garantirà per gli abitanti del Delta, per l'azienda Enel e, soprattutto per i lavoratori, le migliori ricadute ambientali, economiche e di salvaguardia della salute, i Comunisti Italiani sapranno assumersi la responsabilità di un pur difficile assenso.