Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Agosto 2002: <<PORTO VIRO. Via libera al Ministero Attività produttive per la stipula del contratto. Terminal autorizzato dal Cipe. Protesta Rifondazione comunista che invita la gente alla mobilitazione>>

Notizie comparse sulla stampa economica nazionale danno per certo il via libera del Cipe al Ministero delle Attività produttive per la stipula con l'Edison del contratto relativo agli investimenti necessari alla costruzione del Terminal gasiero di Porto Levante.

Se le voci fossero confermate, affermano gli oppositori al progetto, si tratterebbe di una autentica mazzata sulle speranze di vedere rivalutata dal punto di vista ambientale l'intera area marittima prospicente il Delta del Po polesano. La notizia ha già fatto scattare la reprimenda della segreteria provinciale di Rifondazione comunista, letteralmente "indignata per come la vicenda si va sviluppando e in particolare per l'inesistente considerazione nella quale sono state tenute le proteste della gente polesana che ha fatto proprie le argomentazioni della associazioni ambientaliste, oltre a quelle dei partiti e delle istituzioni pubbliche contrarie al progetto".

«Il Polesine - chiosa il partito di Guglielmo Brusco, consigliere provinciale, del vicepresidente della Provincia Giulio Azzalin e dal segretario Anna Lucia Riberto - ancora una volta subirà l'affronto di essere considerato terra destinata ad accollarsi enormi rischi ambientali al solo scopo di dare energia alle altre province venete. È inaccettabile che ancora si attui questa forma di moderna colonizzazione. Dovrebbe bastare questo per mobilitare parlamentari e consiglieri regionali anche nel centro-destra. Ma se di fronte a questa ulteriore offesa al nostro territorio, la levata di scudi non fosse comune, vorrà dire che i cosiddetti autorevoli rappresentati istituzionali del Polesine non stanno operando in favore della loro gente».

Rifondazione avanza dubbi anche sui possibili vantaggi dell'operazione «di cui altri, e non la popolazione locale, potrà godere».

«Sono 585,5 i milioni di euro da spendere - spiega Rc - ma pochi saranno i personaggi accontentati. A fronte di questi investimenti invece, per il Polesine, ci saranno aumento dei rischi come denunciato dalle associazioni ambientali e da scienziati come il professor Virginio Bettini, esigua nuova occupazione (a regime 50 addetti diretti e 70 indiretti), l'applauso degli industriali veneti che vedranno così accontentate le loro richieste di energia (gas), ma soprattutto il solito sfruttamento del Polesine che, dopo l'energia elettrica prodotta dalla centrale di Polesine Camerini (circa il 10 per cento del fabbisogno nazionale) fornirà a tutto il Veneto anche il gas».

Rifondazione comunista invita quindi a una mobilitazione di massa contro la localizzazione di questo impianto e la popolazione a "smascherare definitivamente tutti coloro che hanno cercato di raggirarla affermando che il Terminal sarebbe servito alla riconversione a metano della centrale di Porto Tolle".

«La vera paura non è l'Orimulsion - conclude la segreteria provinciale di Rc -. Alcuni ambientalisti "interessati" hanno puntato a far andare a buon fine l'affare Terminal, con i suoi 1.133 miliardi di vecchie lire di investimento, combinandolo forse con la chiusura della centrale di Polesine Camerini a vantaggio di altri impianti da costruire nei quali riversare nuove spese miliardarie che possono stimolare gli appetiti di molti».