Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Ottobre 2002: <<MAINARDI (FI). Orimulsion, dal Ministero nessun parere>>

"Il responsabile ministeriale della commissione per la valutazione di impatto ambientale del Ministero dell'Ambiente mi ha assicurato che sinora non è stato espresso alcun parere in termini di valutazione per quanto riguarda l'utilizzo dell'orimulsion". E' la notizia dell'ultimo momento per quanto riguarda la Centrale Enel di Polesine Camerini. La dichiarazione è del senatore di Forza Italia Franco Guido Mainardi che aggiunge: "A seguito delle notizie e del dibattito che si sta sviluppando sulla stampa ho contattato di persona il responsabile ministeriale. Mi pare sia importante che il messaggio arrivi a tutti coloro i quali sono vivamente interessati al problema. Ho ritenuto opportuno fornire questo elemento di precisazione, sperando così di poter essere di contributo anche alla discussione. Una discussione che mi sembra peraltro doverosa in quanto ci sono due elementi che vi sottendono. L'uno, ed è il più importante, si lega al problema della salute delle popolazioni del Bassopolesine ma non soltanto e non può prescindere dal minore nocività del combustibile che verrà impiegato in Centrale; l'altro, consta di due parole, sviluppo economico, e a nostro parere questo sviluppo non può che essere eco-compatibile, quindi va raccordato con quel che attiene il Parco del Delta del Po".

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Ottobre 2002: <<LA POLEMICA. Sdi: «Sulla Centrale Enel Forza Italia non ha una linea»>>

«Il silenzio di Marangon alle nostre richieste conferma l'incoerenza delle sue posizioni». Sulla vicenda della centrale Enel continua la polemica tra Forza Italia e i Socialisti democratici italiani, critici verso "gli atteggiamenti" del capogruppo degli azzurri in Regione Renzo Marangon. «La politica - lamenta la federazione provinciale Sdi - è diventata poco credibile perché poco comprensibile. Le nostre domande erano talmente chiare da non poter essere equivocate. Marangon, invece, prima ha usato un'ironia ai limiti dell'offesa, poi un artifizio dialettico che evitava accuratamente le domande fastidiose e, per ultimo, ha lasciato le risposte ad altri per poterli poi smentire. Metodi inconciliabili con la chiarezza del confronto democratico, che diventano la copertura di comportamenti spesso incoerenti».

Secondo i Socialisti polesani, l'incoerenza del consigliere regionale di Forza Italia sarebbe dimostrata «dalla richiesta di chiudere l'impianto di Polesine Camerini: un'improvvisa vocazione ecologica che nasconde la volontà di sostituirlo con altre centrali targate Edison più piccole e sparse nella provincia. Oppure dall'annuncio di voler convertire la centrale a metano, per poi portare nelle vicinanze di Rovigo altre ciminiere inquinanti come quella di un grande termovalorizzatore».

«Noi - conclude la federazione socialista - siamo per iniziative di sviluppo compatibili con il rispetto dell'ambiente e della salute. Per questo diciamo: "Basta camini". Solo se Renzo Marangon si impegnerà in questo senso saremo pronti a sostenerlo».

Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Ottobre 2002: <<«L'orimulsion per ora è l'unica soluzione». I Comunisti difendono il lavoro alla centrale>>

Consapevoli che la centrale Enel, bruciando nafta pesante, dalla sua entrata in funzione, sin ai giorni nostri, se da un lato ha prodotto energia importante per il fabbisogno del Paese e per l'industria veneta in particolare, dall'altro ha causato e sta causando in tutta l'area coinvolta, e in particolare quella del Delta del Po, un ritardo di sviluppo economico delle politiche con vocazioni ambientali, come turismo, pesca agricoltura, e una situazione non più sostenibile per la gente che vive nel territorio, che ha pagato con un prezzo altissimo in termini di salute.

I Comunisti Italiani, dopo aver consultato autorevoli tecnici preposti, per illustrare il progetto di ambientalizzazione della centrale, sostengono che il primo concreto obiettivo che si deve prefiggere chi è preposto nella decisione tecnica e politica, è quella di ottimizzare al meglio quanto già esistente, garantendo il miglior funzionamento possibile sotto il punto di vista ambientale e tecnologico, ma che innanzitutto salvaguardi i posti di lavoro.

In riferimento alle prese di posizione sin qui manifestate da più parti relative alle ipotesi di utilizzo di un nuovo combustibile e relativa ambientalizzazione della centrale di Porto Tolle e presumibilmente anche per altre centrali del Nord Italia, constatiamo che allo stato attuale, purtroppo, l'unico progetto presentato, che permette la reale salvaguardia dell'occupazione e un sostanziale abbattimento delle emissioni in atmosfera, prevede l'utilizzo del bitume naturale orimulsion.

Per quanto riguarda l'ipotesi di riconversione a metano della centrale, constatiamo con rammarico l'esistenza solo di dichiarazioni di non fattibilità sotto il punto di vista tecnico e pratico, e sospettosi convincimenti politici che porterebbero alla naturale giustificazione per la realizzazione del terminal gasiero e centrali a metano sparse su tutto il territorio polesano, cui noi diciamo no. L'alternativa a tutto ciò è forse la chiusura ventilata dell'impianto? Chi chiede la chiusura immediata della centrale è responsabile del destino dei lavoratori e delle loro famiglie, che pagano sempre in prima persona. Noi siamo contrari.

È auspicabile semmai una lenta e concordata dismissione, se in futuro, dopo la riconversione, non ci saranno più i requisiti di rispetto dei limiti di emissioni soddisfacenti per le leggi vigenti, alle quali, proponiamo che siano i lavoratori stessi, con l'amministrazione provinciale e comunale, con le dovute modalità e strumentazione, essere i garanti controllori per tutti noi.

Se l'utilizzo del combustibile, bitume naturale orimulsion, proposto dalla Direzione Enel o del gas metano o altro ancora, garantisce tutto ciò sin qui detto, la questione del combustibile per noi Comunisti italiani è facilmente risolvibile e tecnicamente auspicabile, pur che si tenga contro delle migliori ricadute economiche e ambientali possibili, per gli abitanti del Delta, per l'azienda Enel ma soprattutto per i lavoratori.

Il direttivo provinciale

Comunisti Italiani