Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Ottobre 2002: <<PORTO VIRO. Danilo Beltrame rende note le preoccupazioni di un ex dipendente. Minaccia nucleare a Loreo. «Potrebbe arrivare ferro dalle zone inquinate dell’ex Unione Sovietica»>>

Il Comitato Bassopolesano contro il terminal gasiero dell'Edison, tramite il suo portavoce, prof. Luigi Flamini, ha reso noto di aver giocato una carta "pesante", nel contenzioso che lo vede opposto al progetto: l'inoltro di un'istanza al Ministero dell'Ambiente, nella quale si chiede l'annullamento del Decreto del Ministero dell'Ambiente datato 30 dicembre 1999, meglio conosciuto come "Decreto Ronchi", e, nel contempo, di disporre affinché il complessivo progetto di gasdotto e terminale marittimo, sia sottoposto ad una nuova procedura di "Via" e stabilire, nel frattempo, la sospensione dell'efficacia del citato decreto.

Dopo questa forte presa di posizione, adesso entra in gioco il vice di Luigi Flamini, cioè Danilo Beltrame, il quale afferma: "Ora il Comitato è impegnato a verificare l'attendibilità di insistenti "voci di corridoio", secondo le quali la multinazionale americana Mobiloil che, assieme all'Edison, ha ideato la costruzione del terminal gasiero al largo di Porto Levante, si sarebbe ritirata dal progetto, perché intenzionata ad ampliare il suo intervento di Brindisi. La notizia, se confermata - aggiunge Beltrame - sarebbe indubbiamente accolta con grande favore dal Comitato antiterminal di Porto Viro, che non ha mai smesso di lottare contro l'ipotesi di questo insediamento nel Delta, che continuiamo a ritenere altamente pericoloso e foriero di tanti rischi e di nessun vantaggio per le popolazioni locali".

Poi Beltrame ipotizza un futuro nel quale l'Edison agirebbe senza la Mobilioil, ed afferma: "A questo punto la questione terminal per noi sarebbe congelata anche da parte dell'Edison, con grande vantaggio per i cittadini bassopolesani del Parco, il quale ha bisogno di decisioni importanti, su cui si è espresso con autorevolezza anche il presidente Galan, secondo il quale l'altro "mostro" da abbattere è la centrale di Polesine Camerini, a prescindere dalla sua riconversione o meno ad orimulsion o a metano".

"Tale tesi - continua Beltrame - è sostenuta sia dal nostro Comitato locale che dal Coordinamento provinciale, da cui è evidenziata la necessità della chiusura della centrale Enel in un arco di tempo limitato, dell'ordine di qualche anno. Esiste però un altro obiettivo - rileva l'esponente del Comitato - per cui, rimanendo la vigilanza sul futuro del terminal, la nostra attenzione si rivolge ora, più che mai, alla centrale termoelettrica che si vuol costruire a Loreo. Su questa - aggiunge - una grossa preoccupazione ci proviene dalle affermazioni di un ex dipendente dell'acciaieria "San Marco", che chiediamo pubblicamente di verificare, le quali farebbero riferimento a consistenti acquisti di ferro, a suo tempo proveniente dall'ex Unione Sovietica, che potrebbero aver subito inquinamento nucleare, e che sarebbero finiti nel sito deputato alla costruzione della centrale".