Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29 Novembre 2002: <<PORTO VIRO. Il coordinamento dei comitati per l’ambiente boccia la variante di Ca’ Cappello. «Sarà un'altra Marghera». Flamini: i 370 ettari previsti ripropongono un modello di sviluppo ormai al tramonto>>

Dopo i commenti favorevoli relativi al progetto di variante al Prg di Ca' Cappello, che prevede la nascita di un grande porto fluvio-marittimo con annessa area industriale, interviene ora Luigi Flamini, neo portavoce del coordinamento dei comitati per la difesa dell'ambiente. Con una sonora bocciatura.

«Il nostro coordinamento ritiene di fare alcune osservazioni sulla mega variante al Prg di Ca' Cappello che interessa ben 370 ettari. Innanzitutto - afferma Flamini -, il progetto è in chiara violazione della normativa vigente sul nostro territorio che prevede soltanto un "terminale fluvio-marittimo o scalo" e non un'area industriale con porto annesso. I 370 ettari previsti farebbero di Ca' Cappello una delle aree industriali più grandi del Veneto, quasi un'altra Marghera, mentre l'area interessata è sottoposta a vincolo di tutela dei Beni paesaggistici e ambientali ed è inoltre vincolata, come tutta l'area ad est della Romea, dal decreto ministeriale dell'1. 8.1985 e da altre leggi regionali». Fatta questa premessa, Luigi Flamini rileva: «Risulta ora incomprensibile la scelta di insediare fabbriche in un'area posta mediamente due metri sotto il livello del mare, e pertanto ad alto rischio di allagamento. Il Piano territoriale regionale di coordinamento definisce poi, al fine della Valutazione di impatto ambientale, le "aree di pianura a scolo meccanico", come "zone ad alto rischio". E la proposta venuta, cioè di potenziare le idrovore esistenti, non ci tranquillizza sufficientemente: i disastri naturali riportati dalle cronache degli ultimi tempi - denuncia il portavoce del coordinamento - vanno evitati con una oculata gestione del territorio».

Flamini poi prospetta altri siti alternativi a Ca' Cappello, molto più sicuri. «Un altro aspetto da considerare è che esistono già disponibili aree destinate ad insediamenti industriali, quali l'Aia, l'area industriale attrezzata di Adria - Loreo, di oltre 1milione 73mila metri quadri. Pertanto, come coordinamento dei comitati per la difesa dell'ambiente, riteniamo accettabile la proposta di terminale fluvio-marittimo e di area annessa per attività cantieristiche e movimento merci, limitata però ai 100 ettari previsti inizialmente e non certo di quattro volte più ampia. La scelta dell'area di Ca' Cappello è assurda e culturalmente arretrata, perchè basata su un modello di sviluppo industriale ormai al tramonto e fallimentare, come dimostrano Goia Tauro, Termini Imerese ed altri poli simili».