Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 30 Novembre 2002: <<L’INTERVENTO. «Ambiente, servono scelte intelligenti»>>

Mi riferisco alla coraggiosa posizione del capocronista apparsa nell'articolo di fondo di sabato 23 novembre scorso, per appoggiarne del tutto i contenuti. Questo, infatti, è doveroso adempimento al compito della stampa locale: indipendenza e stimolo per migliorare il futuro del territorio e della sua gente.

È un futuro insidiato da progetti e realizzazioni che, al contrario, sembrano compromettere le potenzialità di una provincia ricca di risorse. Una domanda: ma è proprio vero che i polesani vogliono ancora opere ad alto rischio di inquinamento delle fonti primarie della vita quali aria, acqua e suolo, ancora devastanti sottrazioni di fertile terreno agricolo per dar spazio ad infrastrutture esagerate ed a squallidi capannoni, ancora aggressioni al paesaggio ed abbandono estremo di costruzioni rurali e di archeologia industriale, esempi di equilibrio e armonia e tipiche architetture definite ingenerosamente minori e che vogliono ancora dilatate espansioni di anonime periferie e banali costruzioni di importanti porzioni di centri storici anche delle più remote frazioni ed eroderne irreversibilmente l'identità?

E tutto, mentre, quasi inquietante rumore di fondo, si susseguono da decenni dibattiti, convegni, discussioni sulla necessità della salvaguardia da coniugare con lo sviluppo dell'ambiente e del territorio polesano e deltizio in particolare.

Condivido la chiusa del pezzo in argomento a proposito di politici "...chiaramente fautori dell'una o dell'altra posizione solo quando vedono tornaconti per il loro misero orticello" ai quali, aggiungerei, sono sempre allineate schiere di tecnici capaci di tanta compiacenza, pronti a sottoscrivere i relativi strumenti pianificatori. Bisogna nonostante tutto continuare ottimisticamente ad opporre una civile resistenza al fine di interrompere questo avvilente stato di cose per invertire la tendenza a far prevalere l'interesse di pochi sulla salute e il benessere dei più, con scelte finalmente intelligenti e oneste che riscattino il nostro Polesine dal triste destino di perenne colonia. Magari, invocando il miracolo dai Santi Patroni.

Romano Murmora