Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 30 Dicembre 2002: <<LE REAZIONI ALL'INDAGINE SULLA CENTRALE>>

Con l'avviso di garanzia emesso dalla Procura di Rovigo nei confronti del direttore della centrale termoelettrica di Porto Tolle, si sono inseguite e moltiplicate le reazioni da parte del mondo politico ed ambientalista di tutto il basso ferrarese, in particolare del bacino del delta del Po. Anche dai banchi della minoranza consiliare del comune di Mesola, parla Lucio Maccapani, capogruppo della lista civica di opposizione. «Ho appreso la notizia dell'indagine della magistratura di Rovigo - ha dichiarato Maccapani - con soddisfazione. Ora che qualcosa si è mosso si deve e bisogna andare avanti, fare maggiori controlli non solo per quanto riguarda la qualità dell'aria, ma anche in merito alla ricaduta di residui di scarichi nelle zone circostanti e immediatamente limitrofe la centrale. Credo che una centralina di rilevamento atmosferico, posizionato in Valle Pega, serva a molto poco per lo scopo di misurare le quantità di inquinanti nel territorio immediatamente vicino alla centrale. Non sono ancora stati fatti rilevamenti in zona in situazioni di nebbia e di pioggia, e i risultati potrebbero essere interessanti. I tempi dell'indagine saranno sicuramente lunghi ma la speranza è che si arrivi a qualcosa di concreto. Quel che mi preoccupa maggiormente è l'anno di proroga che è stato dato alla centrale, questo non farà altro che aumentare la percentuale di gas di scarico nell'aria. Orimulsion poi non risolverà in modo definitivo e sicuro la situazione».

Per la questione della centrale termoelettrica di Porto Tolle la soluzione preferibile secondo quanto sostenuto da Walter Zago, presidente dell'Ente Parco Delta del Po, è quella politica piuttosto che giuridica.

«In questo momento, più che mai - ha detto Zago - servono forti momenti di concertazione per dare delle risposte e trovare soluzioni ai problemi che sta vivendo questo territorio fragilissimo, ma importantissimo, per la salvaguardia del quale servono forti e vincenti politiche eco-compatibili. Sono convinto che i problemi occupazionali, legati ad una preferibile conversione della centrale di Porto Tolle a gas-metano si possono risolvere con una concertazione compatta e decisa tra organi locali, provinciali e delle regioni Emilia Romagna e Veneto e poi ovviamente del Governo. In questo modo si può trovare una soluzione pratica e definitiva per quel centinaio di posti di lavoro a rischio con la riconversione della centrale. Ricordiamoci che in ballo c'è molto di più di cento posti di lavoro, stiamo parlando della qualità ambientale di un territorio unico e di migliaia di posti di lavoro legati al settore del turismo e della pesca. Il Parco del Delta del Po è un territorio di importanza e valenza non solo regionale e nazionale ma anche globale per la sua particolarità faunistico-ambientale. Nei prossimi giorni, come comitato tecnico scientifico presenteremo una opposizione formale al progetto ecologico dell'Enel che non tiene conto in nessun modo dei problemi ambientali».