Da “La Piazza del Delta” del 6.7.2000: <<Terminal gasiero nel Delta? Un connubio non possibile>>

Il Comitato bassopolesano per la lotta contro il terminal gasiero e il coordinamento provinciale dei comitati per l'ambiente, hanno voluto sensibilizzare l'opinione pubblica riguardo l'installazione dell'impianto dell'Edison.

Insediamento che, come hanno affermato gli ambientalisti, dev'essere vincolato da una completa conoscenza dei termini della questione e da un parere della popolazione che consapevolmente deve decidere se accettare o meno.

Il 21 giugno scorso al Palazzetto dell'Eracle (a Porto Viro, nota degli Amici del Parco) si è tenuta un'assemblea informativa, nella quale gli intervenuti hanno parlato della pericolosità, dei danni ambientali ed economici che il terminal potrebbe causare nel territorio. All'evento hanno partecipato numerosi esponenti politici, ambientalisti, uomini di cultura e tanti cittadini. E' mancato, però, il confronto con i sostenitori dell'insediamento, la cosiddetta controparte, e soprattutto con esperti qualificati nel settore che potessero intervenire super partes.

Sono intervenuti nell'esposizione dei fatti il professor Flamini, portavoce del comitato, il professor Crepaldi e il professor Mottaran. La discussione è stata iniziata da Flamini che ha ricordato l'adesione di tutte le associazioni ambientaliste alla serata contro il terminal. Flamini ha osservato: "Dobbiamo preservare l'equilibrio dell'ambiente al fine di consegnarlo alle generazioni future intatto nelle sue peculiarità. Dobbiamo evitare le ferite che difficilmente saranno rimarginabili".

La parola è passata a Crepaldi che si è reso portavoce della maggioranza dei consiglieri comunali di Adria, contrari all'impianto: "Dalla nostra parte abbiamo illustrazioni tecniche di esperti relative ai danni ecologici. Questi esperti, a livello tecnico, scientifico e statistico sono unanimi nel considerare il terminal come dannoso. Inoltre nessuna prova che dimostri il contrario è stata resa pubblica". Il primo obiettivo che secondo Crepaldi deve essere raggiunto è quello dell'informazione: "non ci può essere - ha detto - nessun rapporto di compatibilità e continuità tra terminal e ambiente inteso come patrimonio ed opportunità di sviluppo, crescita e ricchezza generale. Visto e considerato che l'accordo è già stato firmato, l'unica arma in mano a coloro contrari all'istallazione del deposito di metano rimane quello dell'opinione pubblica.

Il discorso è poi stato portato avanti dal professore di scienze naturali Mottaran, che ha voluto descrivere la natura dell'impianto e le ripercussioni ambientali ed economiche. "Il progetto, che in precedenza era stato presentato e rifiutato dalle istituzioni locali a Manfredonia, a Fano e in Bretagna, - ha spiegato - è nato da un accordo tra le multinazionali del petrolio Mobil ed Edison. Prevede la costruzione di un impianto di stoccaggio e di rigassificazione per 250.000 metri cubi di gas metano proveniente dalla Nigeria". Dalla Nigeria, lo si rende liquido portandolo ad una temperatura di -162 centigradi e lo si trasporta attraverso grandi navi nell'isola di acciaio che sarà situata a circa una decina di chilometri al largo di Porto Levante.

"La possibilità di una qualche esplosione - ha detto - può essere resa possibile dalla combinazione di aria e metano, in una certa percentuale, che creerebbe il grisou, miscela altamente esplosiva". Un problema che, secondo Mottaran, non si limita al solo territorio di Porto Viro (il Comune più vicino al terminal, nota degli Amici del Parco), ma che coinvolge un'area più vasta.

Nella stessa stazione si effettuerebbe la rigassificazione del metano: la temperatura verrebbe aumentata utilizzando l'acqua dell'Adriatico che verrebbe rigettata in mare ad una temperatura variata rispetto alla norma: quattro gradi in più d'inverno e quattro gradi in meno durante il periodo estivo. Il problema? "Ripercussioni sul delicato equilibrio della flora e fauna deltizie".

Inoltre Mottaran ha considerato l'inutilità sul piano occupazionale: l'isola di acciaio è stata già costruita, quindi dovrà solo essere assemblata; all'interno della struttura lavoreranno tecnici del freddo già in forza all'Edison. "Il terminal - ha concluso - sembra non offrire uno sbocco occupazionale locale".

Vincenzo Tessarin ha ricordato ai presenti che la "popolazione del Porto Viro non è nuova a bloccare impianti che potrebbero danneggiare gli equilibri ambientali": il rifiuto all'installazione di un inceneritore di rifiuti ospedalieri è storia recente. L'intervento del pubblico ha poi rivolto l'attenzione sull'incompatibilità tra terminal e Parco del Delta, a vocazione turistica e di salvaguardia delle peculiarità e del delicato ecosistema del territorio.

Si tratterà quindi di aprire un dibattito - con l'auspicio che non sia univoco - tra l'Amministrazione Comunale di Porto Viro, il Ministero dell'Ambiente, i responsabili dell'Edison, la Regione Veneto, esperti del settore con relativa documentazione e abitanti del Delta.

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