Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 10 Gennaio 2002: <<AMBIENTE. Tra gli uomini sono superiori al 5\% rispetto al resto del Veneto. Tra le cause, le industrie Inquinamento, aumentano i decessi. Uno studio dell’Oms evidenzia che le morti per tumori superano la media regionale>>

Il Polesine continua ad essere considerata a rischio dall'Oms, l'Organizzazione mondiale della sanità. Uno studio, diffuso ieri, parla chiaro: in Polesine la media dei decessi a causa dei tumori tra gli uomini è superiore al 5\%, rispetto al resto della Regione. E anche tra le donne, si arriva fino al 3,7\% in più. L'indagine è stata faa tra i 262.757 residenti nella nostra Provincia che rappresenta il 6\% della popolazione del Veneto. Il periodo va dal 1990 al 1994. Secondo gli esperti dell'Oms, in quel periodo nella nostra città, sono morti 2736 maschi a causa del cancro. Tra le femmine, invece, i decessi sono stati 1682 sempre per lo stesso motivo.

Tra le cause di queste morti, indicate nella tabella dell'Organizzazione mondiale della sanità, spiccano le industrie chimiche, petrolchimiche e i rifiuti tossici nocivi. Anche se non se ne parla specificamente nella relazione, anche la centrale di Polesine Camerini può giocare un grosso ruolo sull'estendersi di determinate patologie. Sempre nella stessa tabella, gli esperti individuano nelle precarie condizioni economiche dei residenti in Polesine, una delle cause scatenanti le neoplasie. Anche se lo studio risale ad alcuni anni fa, spiegano dall'Oms, l'indagine rappresenta un'importante punto di riferimento per chi opera nel mondo sanitario: «Considerando la durata del periodo di incubazione delle malattie causa dei decessi aggiuntivi (malattie circolatorie e cerebrovascolari, dell'apparato digerente e respiratorio, cirrosi, diabete, tumori in genere) e della persistenza nell' ambiente di molte sostanze inquinanti - osserva Roberto Bertollini, direttore del Centro europeo ambiente e salute dell' Oms, nel corso della conferenza stampa organizzata da Legambiente - si può presumere che le cifre relative ai morti in eccesso siano riscontrabili anche negli anni seguenti». Insomma, un panorama tutt'altro che allegro fino ai nostri giorni. Insieme al Polesine, lo studio ha analizzato altre 12 aree a rischio in Italia tra le quali figura la zona di Ferrara.