Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 26.02.2001: <<AMBIENTE. Continuano le polemiche tra ecologisti e amministratori sull’area deltizia. Al Parco non interessa la natura.Il Wwf accusa l’Ente di pensare solo a gestire i contributi e non ostacolare la caccia>>

Nel suo intervento al convegno indetto dal coordinamento di associazioni Amici del Parco, il presidente dell'Ente Parco del Delta ha espressamente dichiarato che non intende prendere alcun provvedimento nei confronti di quei cacciatori che dovessero attraversare l'area protetta, un fatto quasi inevitabile a suo avviso considerata la ristrettezza dei confini.

Con una pochezza di contenuti unica, il presidente ha teso in realtà solo ad ammorbidire le posizioni nei confronti dei cacciatori tanto da beccarsi l'applauso solo di questi. Il presidente, che è parso alquanto piccato per la diffida di Wwf e Italia Nostra a costituirsi come parte civile nei processi per caccia nel parco, nella sua autodifesa si è limitato a citare i processi per introduzione di armi nel parco che sono solo una minoranza (tre casi), dimenticando o fingendo di dimenticare che quasi tutti i processi sono invece per caccia nel parco aggravati per giunta da un recente episodio di violenza nei confronti dei vigili venatori provinciali. Inoltre, dopo tre anni e mezzo dalla sua istituzione, il parco nonostante i plurimi solleciti del Wwf non si è ancora attivato per rimuovere gli appostamenti di caccia nuovamente costruiti all'interno dell'area protetta, mentre i pochi interventi di contrasto al bracconaggio si devono in buona parte all'opera dei volontari del Wwf intervenuti sul Po di Maistra e a Bacucco.

Desta poi grande perplessità il fatto che non si sia ancora addivenuto ad un accordo con la Provincia e gli altri soggetti titolati (Cfs, Polizia di Stato, Carabinieri, vigili volontari) per assicurare un effettivo servizio di vigilanza all'interno dell'area protetta. Occorrerà ad una diffida anche per questi fatti?

Il parco in effetti su tutti i fronti brilla per la sua pochezza dei suoi interventi: sul terminal gasifero di Porto Levante, sul campeggio-discarica di Polesine Camerini, sul paventato inceneritore di Cassella mentre su un problema pesantissimo quale l'uso dell'orimulsion per l'alimentazione della centrale termoelettrica e la conseguente modifica della legge istitutiva del parco e sull'estrazione del metano al largo del Delta si è sentita tutt'al più levarsi qualche flebile voce. Eppure si tratta di problemi che hanno una profonda ricaduta negativa sul territorio, di conseguenza sul parco e soprattutto, sulla qualità della vita dei residenti.

Scarsa per non dire nulla è stata sinora anche la collaborazione con le associazioni naturalistiche; basti riferire che ormai due anni orsono il Wwf consegnò all'Ente Parco un promemoria su alcune problematiche naturalistiche urgenti con relativi suggerimenti per affrontare in modo semplice e concreto le emergenze legate alla tutela di specie sensibili come il fratello, la beccaccia di mare, l'airone rosso, l'albanella minore. Da allora su questo campo non si è mossa foglia tantomeno qualcuno si è degnato di contattarci per ragionare su tali questioni.

Si ha in definitiva la forte sensazione che la gestione del parco sia attenta solo a ramazzare i benefici economici trascurando il principale obiettivo della salvaguardia dell'ambiente e badando bene a non scontentare nessuno, in primo luogo i cacciatori.

A meno di una auspicabile inversione di tendenza, si è in pratica riusciti a non realizzare il parco, sempre osteggiato, facendo tuttavia figurare che lo stesso esista. Un sano esempio di ectoplasma di parco.

Wwf di Rovigo

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