Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 28.02.2001: <<TAGLIO DI PO. L’assemblea degli enti si rivolge a Letta. Arriva un nuovo no alle estrazioni di gas>>
L'assemblea degli enti e degli organismi riuniti a Taglio di Po nella sede del Consorzio di bonifica Delta Po Adige, ha approvato all'unanimità un ordine del giorno con il quale ha espresso con forza la netta contrarietà all'ipotesi di estrazione di gas metano nell'area dell'Alto Adriatico.
A tale scopo l'assemblea ha chiesto al ministro Enrico Letta di non dare corso al decreto della direzione generale del ministero stesso, con il quale all'Eni viene accordata per venti anni la concessione di un'area marina di 403 chilometri quadri per la coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi.
L'assemblea, perciò, ha invitato i parlamentari polesani, le Regioni Veneto ed Emilia-Romagna, l'Ente Parco Delta del Po e tutte le forze politiche, economiche e sociali, a esprimere il loro dissenso a tale provvedimento ministeriale e, inoltre, ha dato mandato alla Provincia di manifestare al ministro la posizione del consiglio provinciale sull'argomento, che rispecchia perfettamente quella dell'assemblea tenutasi a Taglio di Po.
All'incontro erano presenti sindaci e amministratori comunali del Delta, l'assessore regionale Luca Bellotti, il presidente della Provincia Federico Saccardin, il presidente dell'Unione veneta bonifiche Marino Bianchi, il direttore della Coldiretti polesana Giovanni Strenghetto, il presidente del Consorzio bonifica Delta Po Adige Mauro Girello e il direttore Lino Tosini.
La relazione introduttiva di carattere tecnico-scientifico è stata effettuata dal professor Mario Zambon, uno dei massimi esperti in materia idraulica. Zambon ha evidenziato in particolar modo il contrasto tra il decreto in questione con il decreto Ronchi del novembre 1999 che vietava la coltivazione di giacimenti entro 12 miglia marittime dalla linea di costa, e il conseguente fenomeno della subsidenza con la modificazione irreversibile del territorio del Parco.