Da "Il Resto del Carlino-cronache di Rovigo" del 10.3.2001: «Zero in condotta a Porto Tolle»
Il Wwf nazionale ha dato le pagelle alla legislatura che si è appena chiusa, e anche il Wwf provinciale aderisce volentieri a questa iniziativa. «La maglia nera in Polesine spetta di diritto al comune bassopolesano di Porto Tolle - spara Massimo Benà, del Wwf provinciale - perchè è fuori dal Parco del Delta del Po e continua a restarci, perché vuole dar vita a un termovalorizzatore a Casella e perché è in mano alla lobby dei cacciatori. L'orimulsion nella centrale Enel? Aspettiamo a capire un po' meglio cosa succederà nel prossimo futuro».
L'eco-pagella del Wwf ha pesantemente bocciato la legislatura per la mancata istituzione del Parco nazionale Gennargentu - Golfo di Orosei e del nostro Parco del Delta del Po. «Non si può che concordare - commenta Benà - anche perchè il ministro Willer Bordon aveva promesso che avrebbe dato vita al parco interregionale mentre invece così non è stato. Noi abbiamo un Parco del Delta che non posso che definire ridicolo, e che mille limiti che abbiamo denunciato in continuazione.
«Continuare a tenerci questo tipo di Parco con respiro regionale - continua Benà - significa assoggettarlo a logiche localistiche di potere. Il caso dei recenti permessi di attraversamento del Parco dati ai cacciatori è lampante: mi sembra che prevalga la logica del favore anziché quella dell'interesse generale. Se invece il Parco fosse interregionale o meglio ancora nazionale lo si slegherebbe da questi potentati locali».
Il ragionamento di Massimo Benà finisce coll'incontrare la questione del federalismo: «Per l'ambiente il federalismo è un'autentica iattura, perché impedisce forme di controllo e di vigilanza superiore.
«Il Parco nazionale - dice - significa avere di conseguenza anche la Guardia Forestale nazionale, che vigila sulla liceità dei comportamenti di chi entra nel Parco senza condizionamenti locali. Un Parco come il nostro, ad esempio, significa invece avere meno garanzie al riguardo».