COMUNICATO STAMPA DEGLI AMICI DEL PARCO DEL DELTA DEL PO

“IL PRESIDENTE DEL PARCO SI INTERESSI MENO DI POLITICA E PIU’ DI AMBIENTE”

Non passa giorno, o quasi, in cui il Presidente del Parco, il sig. Franco Mainardi, non rilasci dichiarazioni sulla stampa locale. Questo è un suo diritto, essendo egli il responsabile di un partito. A noi sembra, però, che egli confonda  (o mescoli volontariamente) le sue due cariche, trascurando in maniera evidente quella che è invece per noi un’esigenza primaria: la gestione del Parco del Delta del Po.

Ecco un elenco di cose che l’Ente Parco, di cui Mainardi è responsabile, dovrebbe aver fatto dal momento del suo insediamento e che invece non ha ancora fatto:

1)Non ha nominato o convocato la Comunità del Parco (evidentemente perché è l’unico organismo in cui i "politici" hanno poca voce in capitolo). La L.R. 36/97 prevede che l’Ente Parco sbrighi questa "incombenza" entro 60 giorni dalla nomina del Presidente del Parco (che risale all’Agosto 2000), ma, da allora, non si sa ancora nulla!;

2)Non ha fatto installare la segnaletica turistica, che permetterebbe di far capire a chiunque di trovarsi all’interno di un’area che si chiama "Parco del Delta del Po" (le tabelle dovrebbero incentivare il rispetto delle leggi ambientali vigenti e sensibilizzare i visitatori ad adottare comportamenti consoni ad un territorio protetto);

3)Non ha nominato un nucleo di guardaparco;

4)Non ha dotato il Parco di un centro visite e informazioni degno di essere dichiarato tale, facendosi sostituire da iniziative private spesso non all’altezza;

5)Non si è costituito parte civile nei processi per bracconaggio nel Parco, come succede in tutti i Parchi d’Italia (ci risulta, anche in questo caso, che ciò sia avvenuto a causa dell’ennesimo esempio di scelte dettate da "opportunità politiche");

6)Non si è messo in azione adeguatamente per la stesura del  Piano del Parco, strumento essenziale per l’attuazione delle finalità del Parco, ancora in alto mare a causa di ricorsi al T.A.R. concernenti vizi di procedura (dovuti all’Ente stesso?) che rallenteranno ulteriormente il raggiungimento dell’efficacia a tutti i livelli del Parco.Nel frattempo, però, all’interno dell’area protetta, vi sono altri problemi che ne minano l’integrità e non attendono di certo i lunghi pronunciamenti dei giudici amministrativi. Ci sono i cavatori abusivi di sabbia che distruggono le golene, il bracconaggio è all’ordine del giorno, "sudicioni" scaricano immondizie e quant’altro, turisti indisciplinati disturbano la nidificazione di rari uccelli (per es. del Fraticello), sugli scanni si costruiscono baracche abusive, sono ancora attivi due campi addestramento per cani da caccia. Come se non bastasse, inoltre, l’esiguo territorio del Parco (che, ad ogni modo, dovrebbe essere, a nostro avviso, nazionale), è assediato da un’altra serie d’incombenze "confinanti" e già distruttive quali: l’inquinamento della Centrale Enel, l’erosione degli scanni, la futura estrazione del metano, la creazione del terminal gasifero, la conversione della centrale di Polesine Camerini a orimulsion, la proposta di creazione dell’inceneritore di Cassella, la discarica - campeggio di Polesine Camerini in Località Forti. Cerchiamo di non dimenticare, poi, anche le istanze degli operatori turistici che, avendo investito sul Parco, si trovano a dover fronteggiare una serie di ostacoli che bloccano il loro lavoro come le sbarre (spesso abusive) sugli argini demaniali, che impediscono la visitazione di zone di rilevante pregio ai turisti. Insomma, chiediamo che Mainardi sia più attivo su tutti questi fronti e che, se  al posto di uccelli, dune, lagune ed uomini che operano e lavorano nel Delta (ossia le finalità del Parco, ai sensi dell’art. 2 della L.R. 36/97) preferisce la politica, si dedichi a quella. Se però egli volesse  essere più credibile, oltre ad impegnarsi maggiormente per risolvere le questioni da noi sollevate, si confronti con noi e con tutte le associazioni di categoria (agricoltori, pescatori, cacciatori, imprenditori, commercianti, guide naturalistiche, liberi cittadini) che fanno parte della Comunità del Parco perché, se egli fosse a corto d’idee, troverebbe in noi ed in tutti quelli che hanno "fatto una scommessa" nel Parco, dei validi alleati nella promozione e crescita di questa nostra splendida terra.

Adria, 19.3.2001

(Comunicato pubblicato, parzialmente, su il "Corriere di Rovigo" ed "Il Resto del Carlino" del 22.3.2001. Nota degli Amici del Parco)

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