Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" dell'1.4.2001: <<PORTO TOLLE. Il presidente della Cooperativa di Pila denuncia la situazione a Barbamarco e nella Sacca di Scardovari dovuta alla piena di ottobre. Lagune interrate, l'ira dei pescatori. Tugnolo: "Qui tutti si interessano solo del Parco e delle canoe. Ma chi pensa allo scavo delle foci?"»

«Si è fatto un gran parlare di percorsi per le canoe, ma non c'è nessuno che si è preoccupato per la situazione dei pescatori, cioè dell'economia reale, che non riescono a percorrere le vie d'acqua».

Ha un diavolo per capello il presidente della Cooperativa pescatori di Pila, Virginio Tugnolo. «La laguna del Barbamarco e la Sacca di Scardovari - continua Tugnolo - si stanno interrando a causa della piena dello scorso ottobre. Rispetto a un anno fa la produzione di mitili si è dimezzata perchè non c'è sufficiente ricircolo d'acqua e la salinità non è ottimale. Tutto questo si è tradotto nella mancata nascita di prodotto, mentre l'ostruzione dei canali interni alle lagune ha ridotto la quantità di pescato per la piccola pesca». Ma la piena autunnale ha causato problemi anche alla pesca d'altura. «I detriti portati dalla bocca di Tramontana - spiega Tugnolo - rendeno difficile l'ingresso e l'uscita dal porto che rischia di diventare una cattedrale nel deserto se non verranno garantite le uscite in mare alla quarantina di pescherecci di cui dispongono complessimante le due cooperative di Pila. I pescatori sono costretti ad aspettare l'alta marea per entrare ed uscire. Finché la stagione tiene, il disagio è limitato, ma nel caso di maltempo il rischio è enorme».

E non è finita. «I nostri pescatori - racconta Tugnolo - hanno fatto un investimento di un miliardo per realizzare i vivai a mare, ma mentre aspettavano il via libera della Capitaneria di Porto, è arrivata la riforma sul federalismo che assegnerà le competenze alla Regione. E così, in attesa che si chiariscano le modalità, i vivai sono stati bloccati. E poi da tre mesi abbiamo un distributore di carburante, per il quale abbiamo ottenuto tutte le autorizzazioni, che non può essere attivato perchè la Provincia ha espresso dubbi sulla sua utilità qui. Lo ripeto, siamo un paese che dispone di una quarantina di pescherecci e centinaia di piccole imbarcazioni in cui i pescatori devono spostarsi a Boccasette e Ca' Tiepolo con delle taniche».

E conclude il dirigente del mondo della pesca: «Lo scavo delle foci è possibile. Come Consorzio pescatori del Polesine e singole cooperative stiamo portando avanti i progetti per un riconoscimento Dop (denominazione d'origine protetta) e Iso 9001 come prodotti di qualità. Ma a cosa servono se rischiamo di trovarci senza prodotto? Qui le uniche preoccupazioni sembrano essere il Parco e le canoe».

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