Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 4.4.2001: <<Centro vacanze tenuta Forti. Secondo il legale del Comune non esistono incompatibilità ambientali>>

Si sono diradate le nubi sul "Centro vacanze tenuta Forti". Dopo che lo scorso 24 ottobre la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Verona aveva a sorpresa bocciato il progetto, nei giorni scorsi la Commissione edilizia comunale è tornata a valutare l'intervento e, sulla scorta di pareri ed integrazioni documentarie, lo ha riapprovato. Ma se questa è stata la prevedibile soluzione della vicenda, i lunghi mesi intercorsi tra i due eventi hanno consentito di studiare una sorta di "blindatura" dell'atto.

Il tutto si racchiude in un parere dell'avvocato Sardos, incaricato dell'Amministrazione comunale, che ha raccolto il frutto di una serie d'incontro con i tecnici delle parti interessate fornendo un documento che da un lato ha suggerito la procedura da seguire e, dall'altro, le basi per ridiscutere il progetto.

Iniziando da quest'ultimo punto, se la Soprintendenza ai beni ambientali e architettonici aveva eccepito la non conformità del progetto ai vincoli ambientali, paesaggistici e urbanistici in essere, il parere di Sardos, che è stato pressoché recepito e fatto proprio dalla Commissione Edilizia comunale, ha cercato di dimostrare che invece gli interventi sono pienamente legittimi.

In particolare, la presenza del Quadro di ripristino ambientale n. 1, introdotto con la variante al Piano Regolatore per adeguare lo strumento urbanistico al Piano d'Area ed alla legge istitutiva del Parco del Delta del Po, che prevede questo tipo di interventi, a partire dal "graduale rialzamento rispetto all'attuale piano campagna" delle zona di attrezzature ricettive all'aria aperta, mentre non evidenzia "alcuna specifica emergenza naturalistica e paesaggistica da salvaguardare" e semmai detta qualche prescrizione per quel che riguarda il parcheggio e la strada di servizio alla balneazione.

La parte interessante è però la procedura seguita che, di fatto, metterà con le spalle al muro la Soprintendenza. Il progetto è infatti stato spezzato in due distinti tronconi: una parte è stata approvata dalla Commissione Edilizia integrata e l'altra dalla stessa Commissione in versione non integrata. Decisivo, però, il parere per gli aspetti ambientali ed idraulici che dovranno fornire l'Ente Parco, su cui ricade solo una parte dell'intero progetto, e quello del Genio Civile per del Genio Civile.

A questo punto, infatti, sulla scorta dell'autorizzazione ambientale della Commissione edilizia (integrata e non), dell'Ente Parco e del Genio Civile, lo Soprintendenza non potrà entrare nel merito del progetto ma, eventualmente, solo contestare la legittimità dei pareri.

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