Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 18 Aprile 2001: <<SUBSIDENZA. Prosegue l’inchiesta aperta dalla Procura per verificare se l’estrazione di gas metano in Adriatico può provocare pericoli per gli abitanti. I carabinieri al ministero dell'Industria. I militari, su ordine del pubblico ministero Fasolato, hanno acquisito la documentazione sulle concessioni all’Eni>>

Hanno impiegato una mattinata intera i carabinieri per acquisire tutta la documentazione sulle concessioni rilasciate dal ministero dell'Industria all'Eni. In mano avevano un ordine firmato dal sostituto procuratore Manuela Fasolato, titolare dell'inchiesta sulle estrazioni di gas metano in Adriatico. Estrazioni che, secondo alcuni esperti, potrebbero provocare il fenomeno della subsidenza, innescando dei pericolosi smottamenti del terreno.

I carabinieri del Nucleo operativo radiomobile di Rovigo avrebbero acquisito un consistente numero di documenti: relazioni tecniche, studi, progetti, decreti e delibere. Tutto materiale conservato dalla direzione generale energia e risorse minerarie del ministero dell'Industria a Roma e che ora è stato allegato al fascicolo aperto dal pubblico ministero Fasolato. Un paio di mesi fa, i militari dell'Arma avevano acquisito altra documentazione a palazzo Celio, sede dell'Amministrazione provinciale, e nei municipi di alcuni Comuni del Basso Polesine.

L'inchiesta era scattata dopo che sulle pagine del nostro giornale erano stati nuovamente ricordati i pericoli che l'estrazione di gas metano potrebbe provocare, innescando il fenomeno della subsidenza. Un rischio che più volte cittadini e pubbliche amministrazioni hanno sottolineato.

L'Eni ha ottenuto la concessione dal ministero dell'Industria con un decreto firmato lo scorso 16 novembre. L'estrazione interesserebbe un'area di quaranta chilometri quadrati, nel mare Adriatico, poco a largo dalle coste polesane e romagnole. Una concessione che osserverebbe le norme vigenti, ma che ha provocato non poche polemiche e preoccupazioni.

A seguito della coltivazione dei giacimenti, secondo gli esperti potrebbe provocarsi uno sprofondamento del fondo marino. Si formerebbe quindi una "buca" che ingoierebbe il materiale solido trasportato dalle correnti e dalle onde, mettendo in pericolo la conservazione delle spiagge. Si innescherebbe quindi l'erosione dei litorali e di conseguenza le mareggiate diventerebbero sempre più distruttive. Un quadro che più volte è stato prospettato dal professor Mario Zambon, uno dei massimi esperti del settore.

Ci sarebbero dunque pericoli anche per le popolazioni. Per questo la Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo.

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