Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 13 Luglio 2001: <<AMBIENTE E SALUTE. Intesa tra Provincia e ambientalisti sull’intensificazione dei controlli per la qualità. Aria in Polesine: meno arsenico, più rame>>

Trovato l'accordo tra la Provincia e gli ambientalisti di Italia Nostra, Legambiente e Wwf sul controllo della qualità dell'aria nel territorio polesano.

È stata siglata una convenzione tra l'assessore all'Ambiente Pierluigi Valentini per l'amministrazione di palazzo Celio, e Angelo Mancone, Eddi Boschetti e Paolo Celin in rappresentanza delle associazioni ecologiste. C'è l'impegno a far effettuare costanti monitoraggi e indagini su tutto il Polesine fino al Delta del Po e alla zona intorno alla centrale di Polesine Camerini. Da sottolineare anche il fatto che i firmatari si sono accordati per richiedere unanimemente l'utilizzo del solo metano come combustibile nelle centrali di Sermide e Ostiglia. In parallelo sono favorevoli all'ambientalizzazione di quella di Polesine Camerini, il tutto per rispettare un comune principio di precauzione.

Accordo anche sulla volontà di definire al più presto una data per incontrare le amministrazioni provinciali di Mantova e quelle di Sermide e Ostiglia insieme alle direzioni delle centrali stesse.

L'accordo nasce dall'incontro del 6 giugno scorso quando Provincia e associazioni ambientaliste esaminarono lo studio redatto dall'Arpav sul monitoraggio dell'inquinamento atmosferico con l'utilizzazione di licheni e altre strumentazioni per le analisi.

I risultati ottenuti sono stati confrontati con quelli raccolti nelle medesime stazioni negli ultimi anni, basandosi sul metodo del bioaccumulo dell'indice di naturalità/alterazione.

E' stato osservato che l'indagine biolichenica evidenzia una tendenza generalizzata al miglioramento della qualità dell'aria con meno anidride solforosa dispersa, nonostante le indicazioni si siano attestate su un grado consistente di alterazione. Restano inquietanti invece i risultati sul bioaccumulo nell'aria di metalli pericolosi come cadmio e piombo. Ed è risultata altresì poco monitorata una delle zone più a rischio, vale a dire quella relativa ai territori di Melara, Bergantino e Castelnovo Bariano esposti alle emissioni del centrali mantovane.

Tra le analisi relative al periodo dal 1995 al 1999 raffrontate con le più recenti si evidenzia, da un lato, il calo per arsenico e mercurio, la stazionarietà per piombo e cadmio ma una preoccupante crescita di rame ferro - oltre il doppio -, cromo manganese, nichel vanadio e zinco.

La stessa Arpav, tra l'altro, riconosce come certa la provenienza delle emissioni dalle centrali di termoelettriche.

In pratica, se la tendenza al miglioramento della qualità dell'aria appare abbastanza netta, resta sintomatico il pericolo rappresentato dalla presenza di grandi impianti di produzione di energia in Polesine e che, pur fuori provincia per effetto dei venti fanno ricadere le emissioni sul territorio polesano, non ancora riconvertiti con combustibili a più contenuto impatto ambientale.

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