Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 14 Settembre 2001: <<SVILUPPO. In tre per costruire il terminal E intanto gira voce che il Governo potrebbe dare il via alle estrazioni di gas>>

Tre cordate in lizza per costruire il terminal dell'Edison, mentre a Roma pare si stiano muovendo le carte perché l'Agip possa trivellare il fondo dell'Adriatico per estrarre il metano.

Sono le notizie che giungono alla ripresa dell'attività dopo le ferie e che investono due dei più pressanti e ormai annosi temi che dilaniano di polemiche il Polesine e in parte anche il Veneto.

Il primo, quello dell'Edison, vede il progetto marciare a pieno ritmo, tanto che manca solo un mese alla scadenza dei termini per la richiesta di partecipazione alla gara d'appalto per la costruzione del terminal gasiero al largo di Porto Levante. Un affare da 900 miliardi che interesserebbe, dalle voci che circolano, una cordata formata da Coop costruttori di Bologna, Consorzio Adriatico e la veronese Fincosit Mazzi; poi ci sarebbe un'associazione d'imprese guidata dall'Impregilo; infine la cordata della belga Tractebel..

Il piano va avanti perché essendo in mare, sono le autorità marittime a dover concedere gli ok alla costruzione. «Il sito non è nostro e pertanto non possiamo fare alcunché - specifica il sindaco di Porto Viro, Doriano Mancin, ossia della cittadina che vede movimenti e partiti muoversi contro il progetto - la cosa sta procedendo così come era previsto nel patto territoriale, anche se qualcuno ha poi cambiato idea per disegni politici. L'unico interesse che avremo sarà quando ci verrà chiesta la concessione per far passare la condotta sul nostro territorio per arrivare alla centralina di Cavarzere. A quel punto cercheremo di guadagnare quanti più benefici possibili da questo attraversamento».

E se così procede la questione terminal, da Roma giungono voci che il governo Berlusconi potrebbe emettere un decreto che annullerebbe quello esistente chiamato Ronchi (che fissa il limite di 12 miglia dalla costa) e che consentirebbe all'Agip di sfruttare i giacimenti di metano in Alto Adriatico, al largo del Delta e della laguna di Venezia. Temi noti e discussi, in ballo da oltre sei anni e che erano stati più o meno bloccati da decreti nazionali e leggi regionali. Ed è proprio qui un punto curioso: la Regione, governata dal centrodestra, con il capogruppo di FI Renzo Marangon in primis, aveva emanato un dispositivo che di fatto bloccava le possibilità di estrazioni. All'epoca si era sotto il governo Dini, dopo il ribaltone che estromise il Polo da Palazzo Chigi. Ora al governo c'è di nuovo la Casa delle libertà: sconfesserà ciò che fece a suo tempo a livello locale?

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