Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 29.9.2000: <<L'assessore regionale Antonio Padoin. "Il terminal gasiero deve essere realizzato fuori dal Parco del Delta>>.

Il terminal gasiero di Porto Levante? Per l'assessore regionale ai parchi Antonio Padoin, è un progetto che <<pur se già approvato dalla Regione, credo stia meglio fuori dal Parco del Delta del Po>>. E' su questo spinoso tema, che chiama in causa il rapporto tra ambiente e sviluppo, che il neo assessore si è più esposto. Sceso nel Delta <<per avere una conoscenza diretta del territorio>>, Padoin ha visitato il Museo della Bonifica di Cà Vendramin, la Sacca di Scardovari ed il Centro Turistico Nautico Po di Venezia per poi partecipare alla riunione del Comitato Esecutivo dell'Ente Parco a fianco del presidente Guido Franco Mainardi, il vice presidente Vincenzo Melone ed il direttore Stefano Danieli.

Nell'incontro con i rappresentanti della stampa, tra qualche incertezza e imprecisione, l'assessore regionale ha spiegato le sue idee sul Parco del Delta. Il terminal gasifero, dunque, sarebbe meglio non ci fosse, mentre la centrale Enel di Polesine Camerini, altro impianto che crea sviluppo ma a scapito dell'ambiente, l'assicurazione è che non verrà chiuso ma, come ha spiegato il consigliere regionale Elder Campion, si cerca di capire se gli interventi proposti dal colosso energetico per ridurre l'impatto ambientale offrono sufficienti garanzie. Altra notizia è l'intenzione della Regione di assegnare il Museo della Bonifica di Cà Vendramin al Parco per farne un centro di servizi da cui far partire la visitazione. In vista ci sono dei contrasti con il Consorzio di Bonifica Delta del Po Adige che sta gestendo la struttura dopo averne curato il restauro (avvenuto però con 3,5 miliardi stanziati dalla Regione, mentre l'area è di proprietà dell'intendenza di Finanza) più che la volontà di trasferirvi la sede dell'Ente Parco. Non poteva mancare la promessa di <<interventi aggiuntivi rispetto a quanto avviene ora>> per creare strutture ricettive, percorsi naturalistici e motivi d'interesse per la visitazione quali i "parchi della memoria" per valorizzare i siti archeologici. Il tutto, tenendo presente che <<il Parco è una risorsa prima che una opportunità>>.

Sulla posizione di Porto Tolle, Padoin è stato categorico: <<E' stata fatta speculazione politica e opera di disinformazione. Serve un salto culturale perché chi ha gridato più forte contro il Parco è poi diventato sindaco (ben detto! Nota degli Amici del Parco). Per l'agricoltura e la pesca non ci sono danni, mentre si sono aperte nuove possibilità nel campo turistico>>.

Editoriale da "La Piazza del Delta-ottobre 2000" (relativo alla visita dell'assessore Padoin ed alle sue dichiarazioni): <<Il Parco di troppi>>

Che il Parco del Delta del Po vivesse di alterne vicende sembrava un destino ineluttabile sin dalla sua originaria definizione. Gli scontri, le polemiche, le diverse opinioni che proprio a partire dalla gente polesana il Parco ha sempre provocato, non sono mai stati segnali positivi.

Troppe le diversità di vedute, troppo distanti le visioni strategiche sul ruolo e la valenza di questa fetta di territorio così preziosa e invidiata. Ma se tutto questo poteva rientrare in una dialettica accettabile dalla gente che vive quotidianamente in questa zona, qualche preoccupazione in più destano oggi i diversi orientamenti che sembrano emergere dai pronunciamenti e dai comportamenti della Regione Veneto.

La recente visita dell'assessore Padoin ha evidenziato che non su tutti i punti le sue idee coincidono con quelle di Galan (il riferimento è al fatto che la Regione ha dato il suo beneplacito al terminal gasifero, mentre Padoin, giustamente, ha detto che non può essere fatto un terminal del genere vicino ad un Parco; nota degli Amici del Parco). A quando una sintesi che valorizzi davvero il Delta sulla quale poi lavorare tutti compatti e solidali?

(Ben detto! Nota degli Amici del Parco)

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