Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 24 Maggio 2001: <<PORTO TOLLE. Complesso nell’isola di Camerini. Disco verde dall'Ente parco per il Centro turistico Forti. Parere positivo sull’impatto ambientale e idraulico>>

È arrivata proprio ieri mattina la notizia che l'Ente Parco ha dato il via libera al progetto del villaggio turistico di Forti. Per ora si tratta semplicemente della comunicazione verbale di quanto deciso dagli organi competenti, ma nel giro di qualche giorno dovrebbe arrivare il documento scritto che permetterà di inviare nuovamente il progetto all'esame della Soprintendenza ai beni ambientali di Verona. E questa volta, con margini d'incertezza sull'approvazione definitiva che vengono definiti molto esigui.

"Dopo la bocciatura avvenuta qualche mese fa - ricorda l'assessore all'Urbanistica Danilo Stoppa - con i tecnici ed il nostro legale siamo andati a chiarire quegli aspetti su cui la Soprintendenza si era impuntata con una certa frettolosità. Sono stati persi alcuni mesi, ma ormai credo che siamo in dirittura d'arrivo".

Se il progetto è rimasto pressoché lo stesso, a mutare è stata la forma con cui è stato presentato e sono state fornite le garanzie sotto il profilo ambientale ed idraulico. Dopo la riapprovazione in Commissione edilizia comunale, infatti, tutta la documentazione riguardante il villaggio turistico Forti della ditta Isa spa ha preso due distinte direzioni: una parte, quella piccola porzione dell'intervento che rientra nella perimetrazione del Parco, è stata inviata ai suoi organi tecnici per ottenere l'approvazione sotto il profilo ambientale, mentre per tutto il resto era necessario il visto del Genio Civile.

Curiosamente - e per questo nel comuni pochi sono disposti ad applaudire - le competenze idrauliche sul territorio sono state delegate dal Genio Civile all'Ente Parco e così è stato ancora questo a completare il quadro dei pareri approvando anche la seconda parte del progetto.

<<SOPRINTENDENZA. Tutti i dubbi da chiarire. Adesso la relazione sarà girata a Verona>>

Nel novembre scorso, la Soprintendenza per i beni ambientali e architettonici di Verona aveva affermato di non essere stato posto in condizione "di accertare l'effettivo recepimento delle direttive regionali di tutela paesistica all'interno della pianificazione". Ma il parere negativo è stato motivato dall'esistenza di una tutela ambientale per la zona così da evitare "piani di espansione incontrollata di complessi turistici o di espansione edilizia in genere" tali da trasformare improvvidamente il territorio o modificarne l'aspetto esteriore. Quattro i motivi per cui Verona aveva ritenuto il progetto contrastante con i vincoli esistenti: la possibile alterazione della riva arginale e di battigia in presenza di opere realizzate troppo vicine; la "densità dell'urbanizzazione" (parcheggio e piazzole del campeggio) tale da creare rigide geometrie mutando radicalmente il quadro paesaggistico senza che la piantumazione puntiforme, e non un'area a verde, possa mutare la situazione; la presenza di volumi (per un insieme di oltre 37mila metri cubi cui vanno aggiunti i volumi "tecnici") ritenuti eccessivi per la necessità di un campeggio o insediamento turistico; l'innalzamento di quota, pur compreso nella sua utilità, contrasta nettamente con l'esigenza di salvaguardare le aree originariamente sotto il livello del mare, cosa che "altera in modo irreversibile l'intera morfologia della zona". Il lavoro dei tecnici comunali e della ditta privata si è così concentrato nel chiarire questi aspetti e, sulla scorta del parere della Commissione edilizia comunale e dell'Ente Parco, sembra sia riuscito.

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