Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 13.10.2000: <<Porto Viro. Attacco di Gianfranco Bettin, consigliere regionale dei Verdi, a seguito della risposta della Giunta in cui emergono interessi economici e mancanza di sostenibilità sul piano ambientale.Il terminal del gas va bloccato.Coinvolgere la popolazione contro il progetto e allargare la mobilitazione>>

I Verdi, a nome del consigliere regionale Gianfranco Bettin, dicono un secco no al terminal del gas nel Delta e sostengono i comitati che si battono per il no all'impainto. La posizione emerge a seguito di quanto è avvenuto in occasione delle sedute del consiglio regionale tenute i giorni 11 e 12 di ottobre quando "è finalmente giunta una prima risposta della Giunta ad una nostra interrogrzione, ancora del 30 giugno, sulla questione del Terminal gas nel Delta del Po".

«La Giunta ci informa - afferma Bettin - che questo impianto avrebbe "un impatto diretto di valenza positiva sul piano economico, trattandosi di un'attività che produce reddito diretto e indotto" in quanto la sia realizzazione e il suo esercizio "incrementeranno la domanda di servizi e attività collaterali". Si ammette, però, che sul piano occupazionale gli effetti positivi sono quasi assenti. Dal lato ambientale si esclude qualsiasi problema e, per quanto riguarda il turismo nel Parco "la notevole distanza del terminale dalla costa non determinerà nessuna perdita di attività da parte delle aree naturali e di maggior pregio" in quanto "la fruibilità del paesaggio non risulta sostanzialmente alterata". Comunque, sostiene ancora la Giunta "queste aree presentano caratteristiche tali da richiamare un turismo numericamente ridotto e prevalentemente domenicale e locale"».

«La Giunta sostiene ancora - prosegue Bettin - che non esistono rischi in quanto il Comitato Tecnico interregionale ha dato parere favorevole sulla fattibilità del progetto, riservandosi di valutare successivamente il rapporto di sicurezza (cioè dopo la sua realizzazione - sic!) Il fatto che questo impianto sia stato bocciato in altri siti, in particolare attraverso un referendum a Monfalcone, che venga costruito nel Delta del Po, in un'area contraddistinta da un delicato equilibrio amboantale, non preoccupa la Giunta, nè la scuotono nella certezza di giudizio, le mobilitazioni dei cittadini dei comuni coinvolti, le prese di posizione in opposizione al progetto di alcune amministrazioni locali, le argomentazioni scientifiche prodotte e pubblicate dal professor Zambon avverse al progetto. Questo studio, in particolare, rileva che il progetto presenta un grosso rischio sul piano della sicurezza da possibili incendi ed esplosioni, determinerebbe un inquinamento dell'acqua marina, soggetta ai processi di rigassificazione e, conseguentemente delle specie marine e acquatiche, provocherebbe una riduzione delle aree di pesca. Inoltre si esprime un giudizio negativo proprio sull'ubicazione scelta: il Delta del Po».

Nell'interrogazione, aggiungono i Verdi, si chiedeva esplicitamente di conoscere «sulla base di quali criteri, valutazioni e documentazione"si era espresso" un parere favorevole alla realizzazione del progetto».

«Ora sappiamo - precisano - che lo si era fatto sulla base di interessi economici che esulano da una precisa disamina del territorio e del suo futuro, della sostenibilità del progetto nei confronti dell'ambiente, della cultura e della vivibilità delle persone che vi abitano. Questa risposta ribadisce la necessità di allargare la mobilitazione, di coinvolgere le popolazioni in forma più estesa possibile, di richiamare alla responsabilità gli amministratori locali per impedire la realizzazione del terminal gasifero nel Delta del Po. I Verdi sono dalla parte dei comitati, delle persone, di quagli amministratori che in questi mesi si sono mobilitati per questo obiettivo».

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