Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" dell'11.11.2000: <<PORTO TOLLE. Il termovalorizzatore di Cassella. Il Wwf: "Un'altra porcheria nel territorio"»

Pubblichiamo l'intervento del Wwf di Rovigo a proposito dell'ipotesi di realizzazione di un termovalorizzatore a Cassella.

"Sulla ventilata ipotesi di realizzare un termovalorizzatore, ovvero semplicemente un inceneritore a Cassella, le obiezioni sono fin troppo numerose e non viziate da emotività di circostanza.

Si tratta innanzitutto di una scelta assurda: il Consorzio provinciale, Autorità di bacino che sovrintende la pianificazione della raccolta dei rifiuti, ha appena inaugurato il nuovo separatore a Sarzano e mai ha manifestato la volontà di costruire un impianto nel Delta che oltretutto costituirebbe una localizzazione non baricentrica rispetto alla provincia e rappresenterebbe pertanto una scelta semplicemente assurda. Va inoltre tenuto presente che la quantità di Cdr (combustibile derivato da rifiuti) prodotta a livello provinciale è a malapena sufficiente a giustificare la costruzione di un inceneritore in tutta la provincia; per quanto ne sappiamo il consorzio sta infatti trattando per portare a Fusina, fuori Venezia, il Cdr prodotto in Polesine. Che cosa dovrebbe dunque bruciare l'inceneritore di Cassella se non rifiuti provenienti da fuori provincia ?Agli 80 posti di lavoro dichiarati ormai non crede nessuno: è il consueto specchietto per le allodole per giustificare qualunque porcheria progettata a spese dal territorio. Per citare un esempio del Delta e vicino a Porto Tolle ricordiamo che le cave di sabbia prossime alla statale Romea, fatte passare come impianto di itticoltura, non hanno mai prodotto un solo posto di lavoro!

L'ipotesi che termovalorizzatore brucerà materiale selezionato dai rifiuti da cucina non sta in piedi in quanto qualunque impianto per funzionare ha bisogno di bruciare combustibile, petrolio o carbone, ovvero plastica, mentre i residui da scarti da cucina (l'organico) sono adatti solo per produrre il compost a causa della grande quantità d'acqua presente che renderebbe difficile la combustione abbassando terribilmente il rendimento.

Inoltre si ricorda che impianti simili a questo sono stati sinora cacciati a suon di insurrezioni popolari in tutta la provincia ed anche fuori. Nella stessa Porto Tolle in tempi non lontani è stato respinto un inceneritore: è lecito allora domandarsi cosa sia mai cambiato nel frattempo da indurre gli amministratori (che sono più o meno gli stessi di allora) ad un così brusco cambiamento di opinione.

È mai possibile che in un territorio vocato a ben altri modelli di sviluppo e già inserito in un parco si continui a svendere l'ambiente in cambio della classica manciata di lenticchie? Se poi si pensa che la proposta di inceneritore arriva assieme alla discarica camuffata da campeggio nell'isola di Polesine Camerini, si deve concludere che Porto Tolle ambisce a diventare l'esempio della più bieca e arretrata visione di sviluppo selvaggio e dissennato. Questo territorio già molto contribuisce al fabbisogno energetico nazionale in cambio di un pesante inquinamento atmosferico, ma si vuole costruire un altro impianto di produzione di energia elettrica che immancabilmente finisce per inquinare ulteriormente l'atmosfera. Ed è possibile che i cittadini di Porto Tolle e dell'intero Delta, che con sempre maggior frequenza lamentano morti per tumore attribuite più o meno correttamente alla centrale, siano disposti ad accettare questo ulteriore impianto?Doveroso è anche mettere in evidenza una critica impiantistica non di poco conto: ci si chiede perché, dal momento che si contrabbanda l'inceneritore per termovalorizzatore, non si è pensato di proporlo in centro a Ca' Tiepolo, ad esempio nell'ex zuccherificio? Questa sarebbe infatti la sua collocazione più ovvia perché, oltre a distruggere rifiuti e produrre energia elettrica da immettere in rete, potrebbero essere sfruttate le acque calde di scarico per effettuare il teleriscaldamento dell'abitato o di una parte di esso aumentando enormemente il rendimento termodinamico dell'impianto. Va detto invece che voler collocare l'inceneritore a Cassella, una zona ancora risparmiata dai grandi insediamenti, implica la volontà di nascondere l'impianto il più possibile, benché in una zona recentemente propagandata per il suo valore naturalistico, e senza la possibilità concrete di sfruttare le acque calde di scarico.

WWF di Rovigo

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