Da "La Piazza del Delta-dicembre 2000: <<Ambiente.Il Delta non può essere la pattumiera degli altri. Il convegno. Ambiente e lavoro ribadisce come il turismo sia legato ad un futuro pulito>>
Si è svolto al Centro Groto di Adria il previsto convegno del P.R.C. Ambiente e lavoro. Produrre nel Delta oggi è possibile. I relatori e gli intervenuti sono stati concordi nel sostenere che il lavoro non può essere disgiunto da una seria salvaguardia dellambiente. Rispetto e valorizzazione della realtà deltizia e utilizzazione delle risorse esistenti: queste dovrebbero essere le due uniche direttrici di marcia. E possibile, quindi, lavorare nel Delta, creare nuove opportunità di lavoro, produrre, incentivare gli insediamenti purché non si stravolga lambiente. Non si devono creare condizioni che se da un lato leniscono la piaga della disoccupazione, dallaltro non danno garanzie di serietà e rispetto dellesistente. Tutti si sono dilungati sulle questioni attinenti allEnte Parco del Delta e agli obiettivi che deve raggiungere. Il Parco deve rappresentare una vera inversione di tendenza in campo turistico e socio-economico evitando personalismi e mercantilismi. Il Delta potrà progredire se riuscirà a risolvere le annose questioni che lo hanno sempre tormentato: la sicurezza idraulica, la razionale gestione del territorio, il decollo turistico, il rapporto lavoro-ambiente. Giulio Azzalin, vice presidente della Provincia, nella sua introduzione, ha detto che nel Basso Polesine si registra uno dei più alti tassi di disoccupazione ed è inutile sperare che ci sia una futura occupazione nel primario. Solo il turismo può considerarsi una ricchezza per il futuro. Valentino Lodo, consigliere provinciale, ha tenuto la relazione ufficiale parlando del quadro politico attuale ed affrontando tematiche nazionali e internazionali in ordine a problemi di carattere ecologico ed economico. Il Delta ha detto, non deve diventare la pattumiera in cui trovano posto tutte le aziende che altri non vogliono. Il Basso Polesine, ha continuato, ha bisogno di lavoro duraturo e di sviluppo sostenibile che saranno possibili solo risolvendo problemi antichi come quello delle acque, del turismo (né di massa, né délite, ma di selezione spontanea), del territorio. Ha sottolineato come nel convegno ci fosse una drammatica assenza, quella delle forze imprenditoriali ed ha sottolineato come ci sia oggi in ogni campo un deficit di democrazia. Cè una limitazione alla libera circolazione delle idee. Lassessore allambiente del Comune di Adria, Aldo Varolo, ha detto che i nodi da sciogliere restano, per il Delta, sempre gli stessi: i fiumi con le loro acque, il territorio, il Parco, la Centrale, i nuovi insediamenti a rischio. Luigi Pizzo, segretario del P.R.C. di Porto Tolle si è intrattenuto a lungo sui problemi inerenti lEnte Parco sostenuto da tutti i Comuni Deltizi allinfuori di Porto Tolle, mentre Danilo Stoppa, ambientalista, ha relazionato sulla situazione locale e nazionale sottolineando come i polesani siano considerati (forse a torto) dei derelitti che non riescono a uscire dalle secche di una politica locale e provinciale che è un arcipelago di contraddizioni. Non bisogna, ha aggiunto, che il Polesine affidi le proprie sorti alle lobby economiche altrimenti si avrà solo sfruttamento dei lavoratori e danni irreparabili allambiente. Le conclusioni sono state svolte dal prof. Virginio Bettini, docente di Valutazione Impatto Ambientale allIstituto Universitario di Architettura di Venezia, che conosce a fondo le problematiche della nostra zona. Il concetto chiave del suo discorso è stato, in sintesi, questo: dentro allarea naturale del Delta non ci deve essere nulla di contrastante e contraddittorio. La Centrale rappresenta un punto di rottura e se domani dovesse chiudere, non deve essere abbattuta, ma deve restare come Museo dellerrore storico compiuto dai Polesani. Le tante ipotesi di insediamenti industriali da collocare nel Basso Polesine sarebbero da scartare a priori se sul turismo poggiano tutte le speranze per il futuro e il tanto auspicato sviluppo del Delta.