Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 16.1.2001: <<AMBIENTALISTI ALL’ATTACCO.Pronti Gabibbo e Greenpeace>>

In nome dell'ambiente e per la salvaguardia del territorio altopolesano e del Destra Secchia, dodici comitati verdi delle province di Mantova e Rovigo, formati dalle associazioni più rappresentative (Lipu, Gant, Wwf, Cidas, Italia nostra, Legambiente) hanno scomodato sindaci, televisioni, opinionisti, studiosi, ministeri, il Presidente della Repubblica e la Corte europea di Strasburgo.

Un impegno costante per ottenere l'ambientalizzazione, promessa dalla metà dell'ultimo decennio, dei due colossali impianti di Moglia di Sermide e Ostiglia. Due "mostri" tecnologici costruiti sul fiume, due modelli di efficienza che però non smettono di funzionare a olio combustibile algerino. Secondo il sindaco di Borgofranco sul Po, il leghista Remo Scaravelli, «l'Enel a Moglia e Ostiglia non attua una convenzione stipulata nel 1975, secondo la quale l'ente era tenuto a installare impianti per l'abbattimento degli inquinanti».

Negli ultimi tre anni ambientalisti e Comuni del Polesine e del Destra Secchia hanno giocato tutte le carte a disposizione: nel giugno del 1998 più di mille persone parteciparono alla grande manifestazione per la riconversione a metano. Un evento di forte impatto che però non ha velocizzato i tempi per risolvere questo problema ambientale. Circa un anno dopo, nell'aprile del 1999, il sindaco Scaravelli segnalò alla Corte europea per i diritti dell'uomo la situazione, documentando presunte violazioni dei diritti civili nel Destra Secchia, causate dalle continue emissioni inquinanti delle centrali. La stessa documentazione fu inviata dagli amministratori mantovani all'Unicef, per difendere i diritti dei più piccoli. Nel 1999, i Comuni della fascia rivierasca altopolesana hanno chiesto all'Arpav rodigina di effettuare uno studio sulla qualità dell'aria, che è terminato in questi ultimi mesi.

L'anno che è appena iniziato sarà quello delle proteste eclatanti: l'intervento del Gabibbo, un'altra manifestazione di massa davanti agli impianti incriminati, forse un elicottero di Greenpeace che solleva sulle minacciose ciminiere un grosso tappo anti-emissioni.

<<Ambiente. Gli ecologisti commentano in modo allarmante gli esiti delle verifiche dell’Agenzia sui fumi che toccano gli ultimi comuni della provincia, generati da oli combustibili a basso costo. Quando respirare è un rischio.Secondo i dati dell’Arpa lombarda, la centrale di Ostiglia emette grande inquinamento>>

Ogni quarto d'ora, un fumo denso esce dalle ciminiere a strisce bianche e rosse delle centrali termoelettriche Elettrogen ed Eurogen, gruppo Enel, di Sermide e Ostiglia. Pochi sanno che quel fumo, perfettamente visibile dai comuni di Castelnovo, Castelmassa, Bergantino e Melara contiene nichel e vanadio: ogni ora, dai camini della centrale di Ostiglia fuoriescono emissioni pari a 3,7 chilogrammi di nichel e 4,1 chilogrammi di vanadio.

Dai camini della centrale di Moglia di Sermide invece si diffondono nell'aria sotto forma di emissioni 0,61 chili all'ora di nichel e 0,69 chili all'ora di vanadio. Si tratta di sostanze tossiche e altamente inquinanti. I dati a disposizione, diffusi dalle Agenzie per l'ambiente della Regione Lombardia, parlano chiaro: nel 1996, per esempio, gli impianti in questione hanno emesso nell'aria 874 quintali di anidride solforosa, 470 quintali di ossidi di azoto, 37 quintali di polveri contenenti 2 quintali di metalli pesanti.

«La centrale di Ostiglia, forte di 4 gruppi da 330 megawatt, funziona ad olio combustibile denso, mentre quella di Moglia di Sermide - spiegano gli ambientalisti - funziona per il 30 per cento a metano e per il rimanente 70 per cento a olio combustibile denso. Questa sostanza molto grezza, messa al bando da quasi tutti i paesi della Comunità europea, che non la usano più per produrre energia, costa meno del metano: basta pensare che un chilowatt prodotto con l'olio algerino costa 50 lire contro le 75 lire circa del metano. L'olio algerino è altamente inquinante e noi da anni pretendiamo la riconversione dei due impianti che distano, in linea d'aria, pochi chilometri dall'Alto Polesine».

Intanto, la produzione di energia elettrica è diventata un business che coinvolge anche il Polesine: la centrale di Polesine Camerini produce il 10 per cento dell'energia elettrica nazionale, pari a 16 miliardi di chilowatt l'anno. «Se a questo dato già allarmante sommiamo le produzioni delle due colossali centrali di Moglia e Ostiglia - dicono gli ambientalisti dei comitati altopolesani - risulta che nel bacino lungo il Po viene prodotta tutta l'energia elettrica consumata nel Veneto».

In questi giorni le forze verdi di Lipu, Wwf, Legambiente, Italia nostra hanno chiesto agli amministratori altopolesani di conoscere i risultati dello studio commissionato dalle municipalità sulla qualità dell'aria all'Arpav rodigina. «Accolgo la richiesta degli ambientalisti e mi faccio portavoce di questa esigenza presso i colleghi amministratori - spiega il vicesindaco di Melara Vincenzo Guerzoni - giudico eccessivamente prudente l'atteggiamento dell'assessore provinciale Pierluigi Valentini. Auspico una rapida divulgazione ai cittadini dei dati emersi dall'indagine».

(Anche se tali fatti non riguardano direttamente il Delta del Po, sono stati da noi riportati perché, ovviamente, abbiamo gli stessi problemi con la Centrale di Polesine Camerini. Nota degli Amici del Parco)

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