Comunicato stampa degli "Amici del Parco" del 30.6.2000: <<Campi addestramento cani all'interno del Parco: un'aberrazione che va sanata!>>

Gli Amici del Parco, Coordinamento delle Associazioni Ambientaliste favorevoli al Parco del Delta, denunciano la presenza di due campi di addestramento cani da caccia, istituiti dal Settore X°-Ecologia-Servizio Caccia e Pesca dell’Amm.ne Prov.le di Rovigo, all’interno del perimetro del Parco. In totale sfregio dell’area protetta, non basta che incivili cittadini vi scarichino impunemente le loro immondizie, che altri imbrattino la segnaletica turistica, che vi sia chi ha bruciato le torrette per l’osservazione degli uccelli, che alcuni vadano con mezzi motorizzati sulle strade agro-silvo-pastorali (trattando le golene come piste da motocross), che i bracconieri vi esercitino la caccia di frodo e vi costruiscano appostamenti abusivi, che i continui cantieri per la sicurezza idraulica deturpino gli ormai rari boschi naturali rimasti, …bisogna anche sopportare la presenza dei campi di addestramento cani! Ci domandiamo, infatti, visto che l’area protetta è già così esigua, rispetto alle nostre legittime aspettative, perché sottrarle un’altra cinquantina di ettari? A nostro avviso, infatti, l’aver concesso l’autorizzazione all’allestimento di due campi per l’allenamento e l’addestramento dei cani da caccia, una con deliberazione nr. 15983 del 02.6.1998, l’altra con deliberazione nr. 3018 del 22.01.1999, rispettivamente nella golena di S. Maria in Punta, in Comune di Ariano, ed in quella di Corbola, pur senza la facoltà di sparo, equivale ad avere privato il Parco di una zona protetta! Sono inaccettabili, infatti,a nostro parere, le motivazioni addotte dai responsabili del Settore Caccia e Pesca a giustificazione delle loro deliberazioni, né ha alcun valore quello espresso dalla Commissione Faunistico Venatoria Provinciale o, eventualmente dall’Istituto Nazionale della Fauna Selvatica. E’ assolutamente inconcepibile, anche per una sola questione di principio, che in un Parco, dove ai sensi dell’art. 11/3° comma lett. a) della L. 394/1991 (la “legge quadro sui Parchi e le Aree protette”) è vietato il disturbo delle specie animali tout court (in caso di violazione a tale norma è prevista un’ammenda) sia concesso allenare ed addestrare cani da caccia, in zone cioè dove nidificano o semplicemente vivono numerose specie di uccelli! E’ inconfutabile, infatti,anche senza il bisogno di fare una complessa disamina etologica, che un cane da caccia, per la sua indole, si dirige verso la selvaggina, senza distinzione tra cacciabile e non, e la sua sola presenza può essere di potenziale disturbo alle specie animali che invece in un Parco dovrebbero godere della massima tranquillità e pace. Noi ci chiediamo se l’Ente Parco sia al corrente di quest’aberrazione e se intenda fare qualcosa per sanarla, perché è come se i cacciatori, allontanati dalla porta, entrassero dalla finestra! Non è nostra intenzione vietare ai cittadini di fare una passeggiata con il cane, con la bicicletta o un’escursione in canoa nel Parco…Tutt’altro! La fruizione ecocompatibile del Parco è uno dei nostri cavalli di battaglia, soltanto non accettiamo che, tra tutti i territori agro.-silvo-pastorali esistenti del Basso Polesine, la Provincia (durante la precedente gestione politica) abbia pensato bene di istituire campi di addestramento cani proprio nel Parco…con tutto lo spazio che c’è da altre parti!

una delle tabelle di segnalazione

del campo addestramento cani

nella golena di Corbola

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