Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 3.02.2001: <<Taglio di Po. Infuocata assemblea nella sala conferenze della Casa di riposo sul progetto dell’Edison nel Delta. Duri attacchi da comitati e amministratori. "Ma chi vuole il terminal?".Tutti chiedono il referendum e criticano il presidente del Parco>>

Taglio di Po si oppone al terminal dell'Edison. La dura presa di posizione è arrivata nella conferenza pubblica promossa dall'amministrazione comunale tagliolese con la presenza dei funzionari dell'Edison. Ma qui le associazioni ambientalistiche, il rappresentante della Provincia e la popolazione hanno detto "no" al terminal gasiero nel Delta.

La sala conferenze della Casa di riposo era piena in ogni ordine di posti (nutrita pure la presenza di forze dell'ordine, Carabinieri e Polizia). Dopo l'introduzione del sindaco Adriano Mischiatti, che ha ringraziato i funzionari dell'Edison per aver accettato l'invito ad essere presenti all'importante incontro, si è detto certo che la discussione sarebbe riuscita a chiarire molti aspetti sul progetto del terminal marino. Il responsabile relazioni per l'Edison, Pozzi, ha affermato che il terminal ha "impatti ambientali e rischi nulli", che porta "grossi benefici economici", che ha un "indotto tangibile" e sarà "il più sicuro al mondo perchè il più lontano dai centri abitati". È stato poi proiettato un filmato sul progettato impianto, poi illustrato dal punto di vista tecnico, soffermandosi sulle analisi idrodinamiche, sui rischi e sui principali risultati dello studio d'impatto ambientale nell'acqua di mare, termico e chimico. Rosati, responsabile del progetto, dopo aver detto che l'interesse per la sicurezza (l'impianto sarà a 10-12 km dalla costa) non è solo per la popolazione, ma anche per l'azienda che impegnerà 900 miliardi per la costruzione, ha fatto delle ipotesi di fughe di gas e si è soffermato sulla "soglia di esposività" (in caso d'incendio il rischio finisce a 380 metri mentre per i Vigili del fuoco il pericolo è fino ad un massimo di 1200 metri). Per gli ambientalisti, il primo a parlare è stato Motteran, presidente coordinamento provinciale Comitati cittadini. «L'impianto è ad alto rischio anche perchè il mare Adriatico non è certo un mare tranquillo - ha affermato Motteran - . L'unico fatto positivo è l'assunzione di 50 persone (non si sa da dove e di che categoria), ma gli aspetti negativi sono diversi: interdizione alla navigazione per 8 km, immissione di acqua fredda da 4,5 a 6 gradi con danno alla pesca ed al turismo. Edison - ha concluso Motteran - no grazie, cercatevi altri luoghi!». Flamini, presidente Comitato cittadini bassopolesano contro il terminal, ha detto che la salvaguardia dell'ambiente è un fatto economico e il terminal porta danno all'immagine del Parco del Delta e solo vincoli alla pesca ed al turismo; ha poi concluso: «La popolazione deve poter decidere se volerlo oppure no, non può essere un'imposizione dall'alto». Il consigliere provinciale Grotto si è rifatto all'approvazione del patto territoriale (che è un'insieme di progetti) di 3 anni fa, e al documento di qualche mese fa che, praticamente, dice "no" al terminal. «È un corpo estraneo immesso in un ambiente naturale che dà solo problemi, mentre noi dobbiamo preoccuparci della qualità della vita. Come fa il presidente del Parco ad essere favorevole e l'Edison come fa ad andare avanti lo stesso? Bisogna sentire la gente, magari con un referendum». Anche Donata Fischetti, vicepresidente provinciale di "Italia Nostra", dopo aver constatato che dal 1998 (anno in cui si è cominciato a parlare del terminal) la gente è stata tenuta estranea ed ora è giusto che si riappropri dei legittimi diritti, ha chiesto un referendum. Pivi, responsabile attività sul territorio dell'Edison ha detto che la società Edison non farà nulla che se la legge non lo consentirà.

GLI INTERVENTI DEL PUBBLICO.Anche il Vajont era "sicuro"

Gli interventi del pubblico presente alla conferenza sono stati di diversa natura: applausi per i contrari al terminal, rumoreggianti per i funzionari dell'Edison e di contestazione alle svariate affermazioni di positività dell'impianto stesso. Adriano Mischiatti, sindaco di Taglio di Po, è stato molto abile e capace a condurre in porto in maniera egregia una discussione che avrebbe potuto anche diventare ingovernabile.Paola Franceschini ha esordito con un brevissimo ma provocatorio intervento: «È un progetto troppo bello, troppo perfetto ed è per questo che mi fa paura». Renato Tessarin, consigliere comunale della Lega Nord di Porto Viro, Comune che dovrebbe ospitare l'impianto al largo di Porto Caleri, ha posto alcuni seri interrogativi sottolineando che con la legislazione vigente si viene condannati per delle infrazioni minime "e per un fatto del genere tutto va bene!". «Ci sono delle cose inconcepibili - ha detto tra l'altro Tessarin - e pure inconciliabili con l'ambiente del nostro Delta, sede di Parco naturale». Erminio Girardi ha evidenziato il problema del rischio che indubbiamente c'è per innumerevoli motivi (eventuale sabottaggio, navigazione di vario tipo, scoppio, guasto o altro). «Anche in passato alle genti del Vajont erano state date ampie assicurazioni sulla loro sicurezza, mentre poi - ha concluso Girardi - per un fatto naturale e imprevedibile, la diga si è trasformata in una tragica trappola che ha cancellato paesi interi causando centinaia di morti». Vincenzo Mancin, consigliere comunale di minoranza di Porto Viro, ha elogiato il sindaco Mischiatti e l'amministrazione comunale di Taglio di Po per aver invitato il pubblico ai lavori della conferenza sul terminal gasifero, mentre a Porto Viro c'è stata preclusione assoluta per la popolazione. Mancin si è rifatto alla progettualità del territorio "che deve essere pensata con la popolazione", domandando: «Ma chi ha chiamato l'Edison, che noi non la vogliamo!». Mancin ha poi espresso un'amara denuncia: «Abbiamo portato in consiglio comunale a Porto Viro il documento della Provincia ed è stato respinto». Varolo, consigliere comunale di Rifondazione ad Adria: «Viste le ostilità, perchè l'Edison insiste ancora sulla realizzazione dell'impianto che la gente non vuole?». Luigi Crivellari ha detto che il paese, Taglio di Po, soffre già di situazioni pericolose e non ne ha certamente bisogno di altre.Dopo diverse repliche dei funzionari dell'Edison, ha concluso i lavori il sinfaco Adriano Mischiatti ringraziando tutti gli intervenuti alla conferenza, tanto necessaria per informare della questione tutta la popolazione tagliolese.

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