Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 14.02.2001: <<CONSORZIO BONIFICA POLESINE ADIGE CANALBIANCO. Bianchi: "No alle estrazioni del gas metano nel Delta">>

«Avvilito e costernato». Così si è autodefinito Marino Bianchi, presidente del consorzio di bonifica Polesine Adige-Canalbianco, dopo la decisione del governo di autorizzare nuove estrazioni di gas metano nei fondali dell'AltoAdriatico. L'ente consortile rodigino è stato tra i primi a lanciare l'allarme sui rischi derivanti da un'attività estrattiva nel mare prospicente il Delta del Po, non appena è stata diffusa la notizia delle pressioni esercitate dall'Agip in questo senso.

«Ancora oggi - ha aggiunto il presidente Bianchi - si stanno pagando in Polesine le conseguenze ambientali delle estrazioni effettuate negli anni Cinquanta. La lotta alla subsidenza ha già richiesto interventi di recupero costati oltre un migliaio di miliardi, ai quali va aggiunto l'onere di un assetto territoriale irrimediabilmente compromesso. Soprattutto il Polesine ha già pagato a caro prezzo questa situazione e non è più in grado di correre ulteriori rischi per incomprensibili scelte che pregiudicano la vita stessa delle comunità residenti, il parere delle quali, tra l'altro, è stato del tutto disatteso».

Bianchi ha osservato che, aldilà delle coloriture politiche, il dissenso delle amministrazioni regionale, provinciale e comunali interessate era stato unanime. A queste si erano anche sommate le prese di posizione contrarie delle associazioni di categoria, delle organizzazioni sindacali e professionali.

«Ma ciò non è bastato a evitare una scelta pericolosa - ha concluso il presidente del consorzio di bonifica di piazza Garibaldi - Evidentemente gli interessi economici sono stati fatti pesare più del futuro stesso di un territorio. È una battaglia ormai di tutto il Polesine che però non può terminare in questo modo».

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