Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 21.02.2001: <<TAGLIO DI PO. L’assessore è molto preoccupato per le conseguenze derivanti dalle estrazioni in Adriatico. "Caro ministro, non si fa così".Prescendi: "Quelle autorizzazioni non sono accettabili perché contro la storia"»

"La storia è unanimamente riconosciuta maestra di vita ma gli uomini hanno la memoria corta, soprattutto quando conviene".

Così esordisce con grande amarezza e forte preoccupazione l'assessore all'ambiente Roberto Prescendi alla nostra richiesta di un suo pensiero sulle possibili riprese di estrazioni di metano al largo delle coste dell'alto Adriatico.

E continua. "I guasti prodotti al Polesine dalle estrazioni metanifere del dopoguerra sembrano appartenere ad un passato che si tende a dimenticare o, nella migliore delle ipotesi, a sottovalutare. Ecco quindi dopo le accese polemiche che avevano portato alla negazione dell'autorizzazione alla trivellazioni sottomarine per la ricerca di giacimenti di idrocarburi al largo di Chioggia e Venezia spuntare una autorizzazione già concessa per trivellazioni al largo di Scardovari. Stesso committente, stessi interessi, stesso alto Adriatico, stessi potenziali problemi per le popolazioni rivierasche che risiedono in un territorio con equilibri geologici fragilissimi".

"Se è anche comprensibile che l'Eni persegua i propri obiettivi aziendali - ha continuato l'assessore Prescendi -, non è invece accettabile che il Ministero conceda queste autorizzazioni senza un'adeguata istruttoria che tenga conto delle indicazioni storiche ben conosciute da tutte le istituzioni locali. Anche da una sterile analisi unicamente in chiave di costi e benefici dubito molto che i vantaggi della collettività sarebbero compensati dagli oneri che la stessa sarebbe chiamata a sostenere per i maggiori oneri di difesa idraulica indispensabili anche in presenza di modestissimi abbassamenti del suolo per effetto delle estrazioni. E tutto questo senza contare i danni incalcolabili al patrimonio storico artistico di veri forzieri architettonici quali Venezia e Ravenna".

Ed ha aggiunto: "Il mondo intero sa che le coste italiane dell'alto Adriatico sono già gravemente minacciate dall'innalzamento del medio mare per effetto del parziale scongelamento dei poli e che un alito di scirocco è sufficiente a minacciarne l'integrità, ma forse qualche nostro governante non è sufficientemente aggiornato".

"Da Polesano non posso quindi esprimere - ha concluso Roberto Prescendi -, la fortissima preoccupazione che questo rappresenti un ulteriore grave attentato ad un ambiente naturalistico straordinario che non ha nulla da ricavarne in termini diretti dall'estrazione di qualche metro cubo di gas naturale che si gioca tutte le risorse ambientali che possono costituirne l'insostituibile volano di sviluppo socio-economico nell'immediato futuro. Speriamo proprio che la nostra denuncia arrivi in alto e che la luce possa ancora una volta spazzare le tenebre e ravvedere chi ha consentito di giungere fino a questo punto".

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