Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 10 Settembre 2002: <<PORTO TOLLE. Dopo la proposta Sdi. Aumentano i consensi al Piano del parco. Ma Ccd e Cdu hanno idee diverse>>

Ha decisamente scosso il quadro politico l'idea di un tavolo dei partiti per discutere con l'Ente Parco il Piano del Parco. La proposta avanza dal segretario dello Sdi Attilio Pezzolato, bocciata solo dai Ds, dopo Margherita, Rifondazione comunista e Nuovo Psi, si è ora allargata anche alla Lega Nord e solo il prossimo rientro del segretario Mirco Mancin separa dal più che probabile sì di Forza Italia.

Un piccolo caso è sorto attorno all'adesione dell'Udc, il partito nato dalla fusione di Ccd, Cdu e De, che fino al congresso unitario a livello provinciale e comunale non è ancora formalmente costituito e perciò le scelte politiche e le iniziative vengono prese unitariamente dai commissari provenienti dai vecchi soggetti.

"Ma a Porto Tolle - spiega il commissario del Ccd Rossano Achille Fecchio - esistono il Ccd e il Cdu che non hanno ancora costituito il coordinamento per l'Udc. Con il commissario del Cdu non ho assunto alcuna decisione sulla questione Parco e, anzi, posso assicurare che il Ccd rimane fermo nelle scelte fatte contro il Parco in perfetta sintonia con il commissario provinciale Ermenegildo Ghezzo".

In sostanza, invece di una piena adesione dell'Udc, ad accogliere la proposta di Pezzolato è stata la sola componente del Cdu, con la particolare situazione del partito che ha ingenerato un po' di confusione. Intanto, c'è da registrare la posizione del Nuovo Psi che partecipa all'iniziativa con molte idee ma anche con finalità che sembrano andare oltre il Piano del Parco. "Abbiamo aderito fin dall'inizio e con convinzione alla proposta dello Sdi - afferma Antonio Vallati - perchè la riteniamo un'alleanza non limitata all'oggi. Sono convinto che i partiti del vecchio centrosinistra si debbano ritrovare perchè i propri elettori non hanno smesso di pensare con quegli schemi d'appartenenza politica".

Insomma, il tavolo nato per discutere del Piano del Parco potrebbe trasformarsi in un laboratorio politico proiettato sul dopo Broggio. "Con queste alleanze anomale - continua Vallati - votare oggi o nel 2005 non impedirà all'antiparco di vincere. Sono convinto serva un'alleanza capace d'inventare qualcosa di dirompente, che sposti l'attenzione dal Parco. In fondo, è più facile e fanno più presa le bugie contro il Parco che quelle a favore: sulla bacheca della centrale Enel, a Pezzolato è stato rimproverato non di aver detto nel 1997 bugie sul Parco, ma di dire la verità oggi. Eppure, il Parco non ha impedito ai cacciatori di praticare la loro passione, e per pescatori ed agricoltori non è cambiato nulla. E poi, se il Parco è avvertito come una sciagura, è meglio avere qualcuno al suo interno che smussi i problemi".

Per il Nuovo Psi i concetti attorno a cui costruire un programma vedono il Parco come fonte di ricchezza, soprattutto nel caso fosse capace di coinvolgere nella stesura del Piano del Parco le associazioni di categoria diventando uno strumento misto pubblico-privato. "Persino il sindaco Paola Broggio ha capito che il Parco, se non porterà chissà quali benefici, è però una calamita per i finanziamenti. Però, il giochino di mandare avanti un progettista per chiedere di partecipare ai finanziamenti rimanendo fuori dal Parco è stata giustamente respinta dagli altri comuni. Per questo la politica antiparco ha il fiato corto, allo stesso modo in cui, all'indomani dell'alluvione del 1966, chi ha spinto per l'eliminazione delle valli da pesca nell'isola della Donzella, ha ottenuto nell'immediato un pugno di maglie poderali in più ma, alla lunga, ha impedito la diversificazione della ricchezza nel comune. Sono convinto che il Parco e l'ente locale possano diventare fonte di ricchezza intercettando finanziamenti, così da far diventare occasione di sviluppo le opere pubbliche e la rivalutazione del territorio. E nella misura in cui i risultati saranno visibili, cadranno gli argomenti degli antiparco".