Da "Il Gazzettino-cronache di Rovigo" del 04.9.2000: <<Porto Tolle. La sentenza della Corte Costituzionale. Tutte le bugie di chi si oppone al Parco del Delta. Lettera di Attilio Pezzolato, segretario Sdi di Porto Tolle, pubblicata nella rubrica "Lettere e opinioni" de "Il Gazzettino">>.

Ho letto che recentemente il Comitato Antiparco di Porto Tolle ha celebrato una sentenza della Corte Costituzionale (la nr. 282/2000, nota degli Amici del Parco) che dichiara incostituzionale l'articolo di una legge della Regione Campania che viola i principi della legge quadro 394/91 (art. 22). Tanto è bastato a far cantare vittoria al Comitato e alla Giunta. Nell'assemblea, però, si è evitato di dare lettura della sentenza dell'Alta Corte, perché si aveva paura che qualche cittadino dotato di buon senso potesse capire il suo reale significato.

Infatti, contrariamente a ciò che si è voluto far credere, essa non dice che il Parco non viene istituito se un Comune non vuole, ma si ribadisce soltanto l'obbligo di rispettare i principi voluti dal legislatore e dettati dalla Costituzione. Cosa succede se un Comune, diversamente da altri otto, si ostina a non confrontarsi su alcuna ipotesi di Parco, come nel caso di Porto Tolle? E cosa succede se, in questo Comune, è solo la maggioranza dei cittadini a pensarla così? Questo la Corte non lo dice. Allora bisogna ricordare che anche il Comune di Porto Tolle a suo tempo invocò l'incostituzionalità della legge veneta che istituisce il Parco con un ricorso al T.A.R. Il ricorso non prendeva però di mira solo qualche articolo della legge regionale 36/97, "sparava" ben più in alto chiedendo di dichiarare incostituzionale la stessa legge quadro 394/91.

Solo un analfabeta in malafede può non capire l'abissale differenza delle due situazioni (ben detto! Nota degli Amici del Parco).

Fa anche sorridere il fatto che, nemici giurati della 394/91, esultino se l'Alta Corte impone il rispetto della legge (è come se un condannato a morte gridi "viva il boia" per polemizzare con il giudice) (salace e condivisibile battuta! Nota degli Amici del Parco). Ma la subcultura antiparco produce anche questa stridente contraddizione.

In realtà la vicenda del Parco dei Campi Flegrei non c'entra nulla con quella del Delta del Po, e la sentenza "Campania" è stata usata strumentalmente dalla maggioranza solo per dare una pubblica dimostrazione della sua compattezza, anche a costo di continuare ad illudere il mondo venatorio promettendo che si potrà tornare a sparare (verissimo! Nota degli Amici del Parco).

Non meraviglia quindi l'opera di disinformazione attuata dalla maggioranza. Se ne vuole una prova? Un'altra sentenza della Corte, ben più significativa per la nostra vicenda Parco, non viene pubblicizzata come sarebbe utile e necessario, perché svela il colossale imbroglio delle aree Wilderness "castrando" impietosamente l'unico collante della maggioranza.

La sentenza 20/2000 afferma inequivocabilmente che le Wilderness sono un trucco per consentire la caccia dentro i Parchi, e che questa "furbata" non è ammessa.

Questa sentenza, naturalmente, non è stata oggetto di alcuna assemblea perché questa verità sarebbe letale per le stesse sorti della maggioranza.

Attilio Pezzolato, segretario Sdi Porto Tolle

(Ottima lettera! Nota degli Amici del Parco)

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