Logo Arretrati

Come si diventa Organisti




La vita dell'organista è molto dura. In questa semiseria riflessione ci soffermeremo un poco su aspetti diversi di questa attività musicale, ai più sconosciuta.
Cominciamo dallo studente di organo. Come prima cosa, se desidera esercitarsi seriamente, deve cercarsi una chiesa dove ci sia un organo con almeno due tastiere e pedaliera completa. L'impresa è ardua e difficile, perchè se nelle chiese di campagna strumenti simili sono praticamente inesistenti, nelle città i vari organi sono contesissimi e quasi sempre custoditi da cerberissimi parroci e sacrestani.
Nel rarissimo e fortunatissimo caso in cui lo studente riesca a trovare un organo decente, e per decente intendiamo che funzioni quasi tutto, per poterne usufruire con una certa autonomia deve sottostare a diverse clausole-capestro imposte dal clero tra cui, di solito, troviamo le seguenti:
1) garantire servizio alle varie Messe domenicali in compagnia di chitarristi inetti e cantori afoni, il tutto rigorosamente gratis et amore Dei;
2) non disturbare durante la Messa con brani che possano distrarre l'assemblea dal sacro rito. In pratica: divieto assoluto di eseguire qualsiasi brano al di fuori dell'accompagnamento dei canti liturgici;
3) Accesso all'organo in orari ben definiti e, comunque, mai quando il prete riposa, quando il sacrestano pulisce, quando le suore recitano il rosario, quando gli scouts si riuniscono, quando le orfanelle pregano, ecc. ecc..
4) obbligo di pronta ed immediata reperibilità in caso di funerali, battesimi e matrimoni;
5) Divieto assoluto di prendere iniziative nel campo dell'organizzazione liturgica, saldamente in mano alla solita suora laica musicalmente ignorante ma che in forza dell'incarico avuto si considera l'unico comandante a bordo dopo Dio.
A tutto ciò si aggiunge spesso il divieto di suonare 'troppo forte perchè disturba' e l'implicito obbligo di ringraziare periodicamente il Parroco per la benevola concessione mediante opportuni e ben graditi omaggi e/o offerte destinate a sovvenire alle necessità della Parrocchia.
Se lo studente riesce a sopportare questa disciplina fino al diploma, in seguito la sua carriera di organista liturgico gratuito sarà agevole; se, invece, desidererà volgere il suo sguardo all'orizzonte del concertismo, la sua vita diverrà molto dura.
Prima di tutto occorrerà poter continuare ad usufruire dello strumento; da qui il mantenimento degli impegni liturgici gratuiti. Il secondo passo sarà quello di trovare una fonte di sostentamento, in pratica uno stipendio. Ed allora si apre il girone infernale delle domande di supplenza nei Conservatori e nelle Scuole Medie, con periodico invio di quintali di documentazione a centinaia di segreterie scolastiche nella speranza di poter avere qualche ora di supplenza a trecento chilometri di distanza. In contemporanea si fanno le domande per partecipare ai concorsi organistici. Si scelgono quelli più facili, quelli più vicini e quelli meno impegnativi (di Chartres ce n'è uno, tutti gli altri....). Se qualche concorso va bene, allora ci si guadagna qualche concerto con cui l'organista inizia a farsi conoscere e che serve, almeno, ad arricchire il curriculum dei titoli artistici.
Ci si iscrive poi a corsi di perfezionamento, che di solito si svolgono all'estero, in cui ci si perfeziona a fronte di spese di trasferimento, vitto ed alloggio assolutamente stratosferiche. Ma anche questo va ad arricchire il curriculum.
A questo punto, se si vuole andare avanti, occorre fare la scelta giusta, e per tale si intende entrare a fare parte di una qualche Associazione musicale in cui ci si possa ritagliare un proprio piccolo spazio organizzando concerti, corsi e concorsi ed intessendo relazioni e creando contatti; insomma si riesce finalmente a fare un'attività che consenta di esprimere le proprie capacità musicali.
A questo punto il nostro organista è a buon punto. Da una parte il servizio liturgico (sempre rigorosamente gratuito), dall'altra una cattedra alle scuole medie oppure di organo complementare in un Conservatorio, poi qualche concerto, l'associazione musicale, i corsi ed i concorsi. Se tutto va bene si riesce anche a fare qualche concerto all'estero, il che da diritto automaticamente alla menzione in curriculum di 'interprete di fama internazionale'. Il massimo, poi, della carriera è un'eventuale incisione discografica, che ripaga di tutto quello che si è subìto e che rappresenta il giusto coronamento di anni di studio e lavoro.
A questo punto il nostro organista è famoso e celebre. Lo cercano per concerti, per commissioni di concorso, adesso i corsi di perfezionamento li tiene lui, riesce persino ad apparire in TV alla consolle di un magnifico quattro tastiere....
Ma la domenica, quando si siede alla consolle dell'organo della sua parrocchia, ritrova sempre, in bella vista sul leggìo, un vecchio ed ormai ingiallito, ma sempre attualissimo, foglietto con su scritto:
1) garantire servizio alle varie Messe domenicali in compagnia di chitarristi inetti .......
2) non disturbare durante la Messa con brani che possano distrarre l'assemblea .........
3) divieto di usare l'organo quando il prete riposa, quando il sacrestano pulisce, quando.........
4) non suonare troppo forte perchè disturba.......
eccetera, eccetera, eccetera....
La vita dell'organista è davvero molto dura!



Torna all'Indice Considerazioni e Riflessioni
Torna all'Indice Categorie


Copyright "La Pagina dell'Organo" - 1996-2010