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Diritti d'Autore




Già da diversi mesi infuria una battaglia che se non fosse per l'assoluta serietà degli atteggiamenti dei contendenti, sarebbe a dir poco ridicola. Stiamo parlando della guerra da sempre latente ma che, a seguito di alcune disposizioni di legge, è ormai diventata patente tra la SIAE ed il resto del Mondo. E per resto del Mondo intendiamo quella gran parte di cittadini che ritengono questo organismo, pervenuto pari pari fino a noi dall'Era Fascista, un vero e proprio carrozzone capace solamente di fagocitare migliaia di miliardi senza peraltro soddisfare il diritto, per noi peraltro parzialmente discutibile, di chi, artista, decida di produrre non solamente per tradurre ai posteri la sua arte, bensì, molto meno aulicamente, anche per ricavarne denaro.
A parte questo ultimo argomento, di cui parleremo fra poco, la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza sono state alcune norme legislative emanate alcuni mesi or sono, l'ultima delle quali pretenderebbe di far pagare il diritto d'autore anche a chi utilizza qualche battuta di un qualsiasi brano musicale a guisa di suoneria per il proprio telefono cellulare. A monte di quest'ultima amenità stanno diverse altre grosse stupidaggini il cui effetto, in parole povere, è di equiparare in tutto e per tutto il privato cittadino che fa una copia di un Cd per l'amico a quelle gang del crimine che taroccano migliaia di incisioni e che fanno della loro attività delinquenziale provento per arricchimenti illeciti, riciclaggio, finanziamento di affari illeciti e via discorrendo.
A questo punto dobbiamo dire subito che a questo gioco al massacro amano giocare solamente quelle quattro o cinque multinazionali della discografia e della distribuzione che, ungendo adeguatamente le ruote del meccanismo, riescono ad ottenere provvedimenti legislativi che a dir poco sono antidemocratici e, a dire tanto, sono molto più criminogeni del fenomeno che vogliono combattere.
Ma se questo è l'aspetto più recente ed eclatante della contesa, a monte di tutto rimane il fatto che la SIAE è un organismo che a tutto provvede fuorchè alla vera tutela dei diritti degli autori. Eh si, perchè a parte il fatto che della montagna di miliardi che questo Ente incassa solamente una miserrima parte viene distribuita a chi ne ha effettivamente diritto, il caso in cui a beneficiare dei diritti d'autore non siano i veri autori, bensì altre persone che nulla con esso hanno a che spartire è tuttaltro che remoto, come giustamente è stato recentemente sottolineato anche su autorevoli riviste del settore.
A monte, insomma, sta l'anacronismo stesso della presenza di questo ente che, così com'è ora, definire inutile è eufemistico. E' sufficiente dare uno sguardo alla sua strutturazione ed alla sua elefantiasi burocratica per capire come esso stia in piedi ormai solamente per tener bordone, come già detto, alle multinazionali del disco e della musica, nei confronti delle quali la SIAE è quanto mai sensibile e remissiva, mentre non si pone alcun problema nel calare la scure su poveri malcapitati. Non staremo qui a citare i casi di multe milionarie comminate da solertissimi funzionari nei confronti di gruppi di ragazzini che durante una festa di compleanno in giardino con amici hanno osato" mettere su qualche disco, commettendo il gravissimo reato di "pubblica audizione senza corresponsione dei diritti d'autore", così come non staremo a citare innumerevoli e similari casi, che sono solamente i sintomi di un male molto più profondo, che consiste, in verità, in una mostruosa macchina burocratica per il cui sostentamento vengono impiegate parti enormi delle somme introitate.
In quest'epoca, in cui lo snellimento delle procedure burocratiche e la chiarezza dell'amministrazione vengono richieste persino all'ufficio più sgangherato del più sperduto paesino, noi riteniamo che la SIAE debba, pari pari, essere abolita, messa in liquidazione, depurata di quelle disposizioni di legge equivoche, controverse e volutamente lacunose che la fanno funzionare (male) e che venga sostituita da una Agenzia, privata o pubblica non importa, snella, privata degli orpelli burocratici e veramente efficace, il cui compito non sia quello di andare a punire il ragazzino che si copia un Cd perchè non ha i soldi per comperarne uno "ufficiale", bensì quello di contrastare "veramente" la pirateria discografica (e non solo discografica, naturalmente), svolgendo nel contempo anche un'azione di controllo serio sulle vere motivazioni per cui non esiste, di fatto, la concorrenza nel mercato discografico e non sia data al cittadino la possibilità, come in ogni altro campo del commercio, di poter scegliere liberamente un disco invece che un altro a seconda della convenienza di prezzo. A questo proposito, ma l'abbiamo già detto da queste pagine, è strano vedere come, diversi mesi or sono, molte Aziende di Assicurazione siano state miliardariamente multate per aver di fatto costituito un "cartello" per controllare di fatto tutto il mercato mentre le multinazionali della musica e del disco, che hanno da tempo ucciso il libero mercato discografico accordandosi sui prezzi da praticare e dividendosi equamente la torta della musica mondiale stando bene attente a non pestarsi vicendevolmente i piedi, non siano state minimamente sfiorate anche da un solo sospetto da parte dell'Antitrust.
Un'ultima parola sugli autori. Non mettiamo in dubbio il diritto di chiunque di salvaguardare i suoi diritti e di far fruttare l'opera ed i risultati dell'intelletto e dell'arte. Ciononostante, chi scrive ritiene che un artista (musicista, scrittore, pittore o qualsiasi altra cosa) debbe avere una specie di dovere morale nel rendere partecipi gli altri delle sue creazioni senza chiedere nulla in cambio, perchè l'arte, secondo noi, travalicando le umane cose, dovrebbe essere essenzialmente un godimento dello spirito e, come tale, al di sopra di qualsiasi mercimonio o compenso. Chi si ritrova con il dono divino di poter esprimere sentimenti e sensazioni attraverso il linguaggio universale dell'arte, a nostro avviso, dovrebbe mettere da parte, almeno parzialmente, l'umana brama di soddisfazione terrena e lasciare volare alto il suo spirito, lasciarlo volare verso i suoi simili che non hanno avuto la stessa fortuna. In questa nostra visione, a dire il vero abbastanza trascendentale, l'artista è essenzialmente un benefattore dell'umanità... e non si sono mai visti benefattori che presentino il conto.
A proposito, quanto pensate che avrebbe dovuto pagare di multa alla SIAE Johann Sebastian Bach per tutta quella musica di innumerevoli autori ed epoche copiata di sana pianta durante i cinque anni trascorsi ad Ohrdruf?



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