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Polemiche inutili




Alcuni giorni fa è arrivata nella casella e-mail la notifica dell'aggiornamento del sito dell' Associazione Italiana Organisti di Chiesa. Scorrendo la lista dei nuovi articoli abbiamo potuto trovare, oltre agli utilissimi link relativi a Corsi, Concorsi e Concerti, anche un paio di links a pagine di approfondimento e discussione, tutte molto interessanti, tra cui, oltre ad una trattazione -sconfortata e sconfortante- circa l'attuale considerazione in cui la Chiesa tiene la figura dell'organista (argomentazioni che, peraltro, noi avevamo già esposto da queste pagine qualche anno fa), abbiamo anche trovato una nutrita quanto accanita polemica scaturita dalla costruzione di un organo a canne "gestito" elettronicamente da una consolle che -pare- azioni anche un organo elettronico campionato di ultima generazione.
Noi non riproporremo qui la polemica, della quale il lettore curioso ed interessato potrà avere un resoconto preciso presso http://www.organisti.it/organi_elettrici_PN.htm. L'argomento trattato è, peraltro, abbastanza importante, tanto che anche noi abbiamo già sviluppato alcune volte diverse argomentazioni in merito da queste pagine. Ma leggendo quelle note polemiche quello che maggiormente ci sconforta e, per un altro aspetto, ci irrita, è il modo con cui queste dispute vengono trattate e gestite nel nostro Paese.
Ma è mai possibile che in Italia non si possa discutere delle cose senza dover arrivare allo scambio di insulti? E' mai possibile che anche gli argomenti più banali ed insignificanti debbano venire tramutati in questioni di importanza capitale e, come tali, fonte di divisione e di scontro?
Parliamoci chiaro: in Italia la polemica è atteggiamento comune, e come tale serve spesso a scaricare quelle pulsioni che altrove trovano sfogo in ben altre manifestazioni, ma noi riteniamo che -al lume di quel buon senso che dovrebbe essere patrimonio delle persone adulte, vaccinate e ragionevoli- occorra praticare una cernita ed una distinzione tra gli argomenti veramente importanti, per i quali è spesso necessaria e salutare anche una discussione anche vivace ed accesa, e gli altri argomenti che questa importanza non rivestono. A nostro modesto parere, ci pare che solamente le questioni che interessano il futuro e la vita del Paese e dei suoi abitanti siano "degne" di accendere gli animi e di dar fuoco alle polveri della discussione il più ampia ed articolata possibile. Sul resto -campionato di calcio e costruzione degli organi compresi- non ci pare sia il caso di scaldarsi più di tanto, soprattutto quando -siamo sinceri- siamo ben coscienti che l'argomento "organo ed organisti" riveste -a livello di rilevanza nazionale- un'importanza molto prossima allo zero assoluto.
Purtroppo -e questa è una caratteristica eminentemente italica- noi siamo abituati non solo a dare importanza anche alle stupidaggini più insulse (la Televisione ce ne fornisce esempi a getto continuo....), ma anche a voler sempre avere ragione a tutti i costi. In questo Paese abbiamo tutti la "Verità" in tasca, ne siamo certi, orgogliosi e, soprattutto, non tolleriamo che qualcun'altro venga a contestarla.
Tornando infine, al caso che ha dato la stura a questa Riflessione, non possiamo fare altro, dicevamo, che rammaricarci del fatto che argomenti di ben poca importanza debbano scatenare polemiche di cotal virulenza, al limite dell'offesa personale. Purtroppo -e questa è la realtà dei fatti- in Italia la storia dell'organo ha cominciato a "guastarsi" agli inizi del Novecento quando, sulla scia degli eccessi della Riforma, si aprirono le prime querelles, che -purtroppo- continuano ancora oggi a produrre notevoli danni e, fatto ancora più grave, non accennano a terminare.
Ed è così che, mentre negli altri Paesi Europei la questione "Organo" ha ormai trovato soluzioni che consentono a Germania, Francia e via discorrendo di poter vantare una scuola organaria moderna che concilia in modo più che soddisfacente le esigenze di modernità e di rispetto delle antiche tradizioni, qui da noi ogni volta che si costruisce un organo nuovo si aprono le danze delle polemiche, in cui i vari schieramenti di pensiero si fronteggiano l'un contro l'altro armati.
Entrando nel caso specifico, noi non ci scandalizziamo se invece che un organo a trasmissione meccanica se ne costruisce uno a trasmissione elettrica, a patto che le foniche siano quelle della scuola organaria italiana; circa la disputa, invece, possiamo dire che anche qui -come sempre- entrambi i contendenti hanno una parte di buone ragioni, ragioni che meriterebbero di essere sostenute e difese con ben più solide argomentazioni. A chi contesta la realizzazione dello strumento citando le disposizioni vaticane riguardanti l'organo a canne ci permettiamo comunque di ricordare -sommessamente ma fermamente- che è la Chiesa stessa che -fino ad ora- ha disatteso queste direttive, consentendo a Vescovi e Parroci di lasciare marcire antichi e pregevoli strumenti per sostituirli con chitarre elettriche, batterie e tastiere elettroniche (e sono questi ultimi strumenti che dovrebbero essere fortemente e radicalmente contestati!). Alla ditta organaria non possiamo fare altro che riconoscere il dato di fatto che, non essendo un'istituzione di beneficenza e dovendo "tirare avanti" l'attività in un momento storico ed economico assolutamente negativo, altro non può fare che seguire ed attuare le direttive della committenza (il Parroco), riservandosi le disquisizioni filologiche per tempi migliori.
A coloro, infine, che difendono la scelta dell'organo "meccanico a tutti i costi", così come a coloro che negli ultimi tempi hanno realizzato e/o fatto realizzare organi-copia di antichi strumenti, con tanto di pedaliere ridotte e via discorrendo, vorremmo chiedere se per le loro case hanno fatto realizzare illuminazione a petrolio o impianti di riscaldamento a "scaldino", oppure -ancora- se si spostano a bordo di una vecchia "Balilla" o, ancora meglio, su carrozze a cavalli.
A parte l'ironia, comunque, noi attendiamo sempre -e ci auguriamo che accada presto- che sull'argomento "organo", al posto di sterili, inutili e -soprattutto- dannose polemiche, si apra una discussione "vera" in cui tutti portino il loro contributo, senza pregiudizi e senza preclusioni nei confronti di nessuno, per riuscire, una volta per tutte, a definire le caratteristiche di quella finora astratta e confusa entità che risponde al nome di "Organo Italiano".



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