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Redde Rationem negli Apostolici Palazzi - Chiesa e Musica (9)




Abbiamo preso a prestito la frase latina tratta dal Vangelo per esprimere in due parole quello che ci è venuto alla mente quando, il 15 Novembre scorso, abbiamo letto sul quotidiano "La Stampa" di Torino, alle pagine 20 e 21, due interessantissimi articoli, a firma Filippo Di Giacomo e Giacomo Galeazzi, riguardanti la situazione che si è venuta a creare in Vaticano dopo l'elezione di Papa Benedetto Decimosesto (che qualcuno già ha ribattezzato B-16 in considerazione del bombardamento che egli ha immediatamente iniziato ad effettuare nei confronti di quella modernità -o modernismo- che aveva pervaso la Chiesa di Roma nei decenni precedenti).
Non abbiamo idea dei motivi che abbiano spinto l'illustre testata giornalistica pedemontana a dedicarsi a questo argomento, per la verità abbastanza lontano dalle sue corde; il pretesto citato negli articoli era la recente discesa in campo dei cosidetti "teocon" (orrendo neologismo composto che starebbe a definire quei politici laici -di ispirazione sia cattolica che agnostica o, addirittura, atea- che vedono nella religione non una fede ma un valore culturale e morale), definiti anche nello stesso articolo, in modo più spregiativo, "atei devoti", a favore del ritorno del canto gregoriano e della polifonia rinascimentale dopo la recente rivalutazione della Messa in Latino pre-conciliare.
E, in effetti, uno degli articoli, titolato "Canti gregoriani invece di chitarre - La musica sacra verso il ritorno alla tradizione", era dedicato ai "cambi della guardia" effettuati ed effettuandi in Vaticano e presumeva, dopo l'avvicendamento dei due Marini (don Guido al posto di Mons. Pietro) al posto di "Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie", anche quello di Mons. Liberto, attuale Direttore della "Cappella Sistina". L'articolo, sottolineando il fatto che "Molti vedrebbero volentieri la bacchetta del sessantacinquenne Maestro Liberto rotolare nella polvere", evidenziava però anche che questa "guerra degli incompetenti" (e, in effetti, tra i cosidetti "teocon" non abbiamo ancora visto un qualcuno che possa vantare una cultura musicale così vasta ed approfondita per giudicare o proporre qualcosa in merito) pare dettata da motivazioni squisitamente politiche, che ben poco hanno a che vedere con le effettive questioni musicali che da anni si dibattono e si confrontano nei Sacri Palazzi. Una quasi-strumentalizzazione, insomma, che si risolve nella solita guerra tra modernisti e conservatori nella quale sono affluite le truppe di questi "atei devoti", che vedono in B-16 (e nel vasto ambiente tradizionalista vaticano) un alleato a cui fornire sostegno in cambio di visibilità ed appoggio politico.
Ma in questo articolo, corredato peraltro da una breve intervista al "silurando" Mons. Liberto, tra le motivazioni di questo neonato movimento di "restaurazione" musicale, abbiamo trovato una frase significativa: "...a Roma le assemblee pontificie venivano registrate alla SIAE, e trasmesse dalla TV come 'varietà' a causa delle 'musiche inedite' di un noto musicante con la tonaca..." (notare, prego, l'utilizzo dispregiativo del vocabolo "musicante" invece che "musicista").
Personalmente, potendo vantare qualche frequentazione con l'ambiente musicale vaticano e capitolino, il pensiero è subito corso a Marco Frisina, del quale abbiamo spesso potuto ascoltare giudizi molto contrastanti e spesso negativi. Ma è stato leggendo il secondo articolo, titolato "Oggi pensano a fare soldi con i dischi" e composto da due interviste a Mons. Pablo Colino, Maestro Emerito della Sistina ed a Mons. Valentino Miserachs, Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra, che siamo rimasti abbastanza sconcertati dalla profondità dell'attacco che questi due insigni musicisti lanciano, appunto, a Mons. Marco Frisina. State a sentire cosa dice di lui Mons. Colino:
"Il Maestro Marco Frisina ha azzerato la musica sacra e ha reso tutto leggero, inconsistente, inutile. Frisina non c'entra nulla con la musica sacra, anche se grazie ai media fa credere a tutti di essere un sommo compositore. Compone colonne sonore senza valore. E' stato imposto al Capitolo di San Giovanni dal Cardinale Ruini per motivi che con la liturgia non hanno nulla a che fare. E' riuscito a far riconoscere dallo Stato un'orchestra che non esiste, che ingaggia a seconda delle occasioni, pagando gli orchestrali a gettone. Intanto riceve fondi statali per la sua immaginaria orchestra stabile 'diocesana' per fare dischi e colonne sonore dei film con personali, enormi diritti d'autore. Senza saper neppure dirigere una 'Salve Regina' gregoriana, ha messo in piedi un'immensa industria che sforna prodotti commerciali. Con gli arrangiamenti in Basilica si fa business e l'Ufficio Liturgico del Vicariato è diventato un ufficio per affari privati. Intanto la vita liturgico-musicale al Laterano è scomparsa."
Sentito che roba? Ed anche Mons. Miserachs, pur non estremizzando l'attacco sul piano personale, non le manda certo a dire quando si riferisce: "al danno contro la musica liturgica che da anni si tollera in San Giovanni, la Cattedrale di Roma. Nella Basilica Lateranense si sentono assurdità come armonizzare il canto gregoriano a quattro voci. Addirittura si sospende il servizio musicale-liturgico durante l'estate. Ognuno si è creato un proprio repertorio e finora si è avuto un solo risultato: distruggere la spiritualità."
A questo punto è chiaro che il target dei "restauratori" è Mons. Marco Frisina (e l'articolista de "La Stampa" arriva addirittura a parafrasare una massima di Mao Tse-Tung, "Per educarne cento, colpendone uno solo, sotto a chi tocca.", per giustificare la durezza di questi attacchi).
Ma noi non abbiamo mai avuto il piacere e l'onore di conoscere questo musicista, nè di ascoltarne consapevolmente qualche musica. Ed allora facciamo una cosa: apriamo Internet, inseriamo "Marco Frisina" nel motore di ricerca... ed ecco aprirsi una splendida pagina che pubblicizza "L'evento spettacolare che colpirà al cuore... Oltre il Musical... 'Attraverserò le fiamme dell'Inferno per vederti'... La Divina Commedia... L'uomo che cerca l'Amore", un Musical a cui si potrà assistere a partire dal 23 Novembre a Roma Tor Vergata presso il teatro Divina Commedia, con tanto di prevendita online dei biglietti. Beh... come inizio non c'è male!..Entriamo poi nel sito vero e proprio, dove ci accoglie un ricchissimo menu (si può scegliere in Italiano, Francese, Spagnolo e Tedesco) che ci presenta curriculum, opere, filmografia, foto, video, discografia e partiture del buon Marco. Da tutto questo si può agevolmente constatare che l'attività preponderante di questo musicista non è il servizio liturgico, bensì la composizione di musiche per film e per sceneggiati televisivi (fiction, come si dice adesso...). Curiosamente, l'unica pagina che non funziona è quella del Forum... e visti i contrastanti giudizi sul suo conto non ci è difficile capirne il motivo.
Ogni pagina del sito, poi, è accompagnata da una breve musica in sottofondo, ed ascoltando questi brevi "incipit" musicali, che ci ricordano un mix di colonne sonore americane per films di terzultima categoria e di arrangiamenti morriconeggianti, senza peraltro possederne lo spessore musicale, maturiamo la solida idea che questo signore abbia sicuramente sbagliato mestiere e che invece che il sacerdote avrebbe fatto molto meglio a fare il musicista leggero-neomelodico-strappalacrime. C'è da dire, però, che entrare nel campo della Musica da Film attraverso l'entrata principale come tutti gli altri è abbastanza difficile, mentre entrarci dalla porta di servizio muniti di un certificato di autenticità ecclesiastico apre ben diversi orizzonti.
E così, dopo aver visitato le varie pagine del sito, purtroppo, tutte le nostre migliori intenzioni nei suoi confronti risultano abbastanza annacquate e se personalmente possiamo vantare la grande fortuna ed il privilegio di aver potuto in passato conoscere personalmente sia Mons. Pablo Colino che Mons. Valentino Miserachs, oggi, e senza alcun dispiacere, non proviamo alcun desiderio di conoscere Mons. Frisina.
Tornando, per concludere, al nocciolo del problema, è noto a tutti coloro che di musica si occupano che la disputa interna alla Chiesa tra i modernisti ed i conservatori circa la Musica Liturgica si trascina dagli anni immediatamente successivi al Vaticano Secondo ed ha visto finora pendere la bilancia sempre a favore dei modernisti. Gli effetti di questa situazione sulla Musica Liturgica in generale e sull'Organo in particolare li abbiamo già esplicitati ed illustrati più volte su queste pagine. E' altresì fuori di dubbio che l'avvento al trono di Pietro di Benedetto XVI ha dato una spinta al controbilanciamento ed ha promosso l'avvio di una controtendenza che da una parte molti definiscono reazionaria e/o restauratrice, ma che dall'altra fornisce nuove speranze a tutti quelli che si erano finora trovati messi all'angolo da decenni di "nuova" sensibiltà musicale liturgica. Si tratta, in fin dei conti, di una feroce guerra, sorda, seminascosta, sotterranea e strisciante tra i Palazzi Vaticani, dove ognuno tesse le sue alleanze e cerca di mettere in difficoltà l'antagonista e dove la personalità del Pontefice fornisce argomenti pressochè determinanti per la vittoria di uno schieramento piuttosto che dell'altro. Il recente schierarsi dei cosidetti "teocon" con l'ala restauratrice, avvenendo proprio ora che le sorti favoriscono quest'ultima, puzza di strumentalizzazione a fini politici lontano un miglio, anche se potrebbe dare, come dice nell'intervista Mons. Miserachs, una buona mano alla causa. Sta di fatto che il leggere sulle pagine di un autorevole quotidiano le frasi bellicose di cui sopra la dice lunga sul grado di radicalizzazione dello scontro in atto all'interno degli apostolici palazzi e, sinceramente, nutriamo poche speranze che questa guerra si risolva diplomaticamente e con poche vittime. D'altra parte è altrettanto vero che, vista l'anagrafe dei contendenti (per lo più anziani i "conservatori" e più giovani i "progressisti"), il tempo lavora nettamente a favore di questi ultimi.
Personalmente, e l'abbiamo già detto mille volte su queste pagine e pur sentendoci molto prossimi alle posizioni dei cosidetti "reazionari", riteniamo che queste situazioni di conflitto aspro siano solo ed esclusivamente controproducenti, deleterie e venefiche per la Musica in generale e per quella Liturgica in particolare e che sarebbe ormai tempo che la Chiesa trovasse finalmente un indirizzo univoco per dirimere questa ormai pluridecennale situazione di crisi.



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