I documenti d'archivio del Duomo di Roskilde citano l'esistenza di un organo già nell'anno 1464 e, con tutta probabilità,
il baldacchino gotico che si trova sotto l'organo attuale risale proprio a quell'epoca. Nel 1554 l'organaro olandese
Herman Raphaëlis utilizza questo baldacchino come base per un nuovo strumento, del quale rimangono ancora, oltre alla
balaustrata, la facciata del Positivo e quattro registri. Dai documenti dell'epoca risulta che la nuova cassa lignea dello
strumento sia stata realizzata dall'intagliatore Per Jensoen, allora attivo a Leeuwarden.
Trascorrono cento anni esatti, e nel 1654 all'organaro Gregor Mülisch viene affidato il lavoro di "ammodernamento" dello
strumento. Mülisch si mette all'opera, ma, colpito dalla peste, muore quasi subito. Gli succede nel lavoro un altro
organaro, Peter Karstensen Botz, che porta l'organo ad avere tre tastiere, pedaliera estesa e ventinove registri. Nel
frattempo, l'intagliatore Caspar Lubbecke procedeva alla "modernizzazione" dell'aspetto estetico, arricchendo la cassa con
nuovi elementi decorativi di tipo barocco.
L'organo rimase tale e quale per un'ottantina d'anni; poi, nel 1761, si presentò la necessità di una riparazione. Poichè
i preventivi presentati dai vari organari furono ritenuti troppo esosi, la riparazione fu affidata ad un orologiaio del
luogo.
Nel 1833 successe il fattaccio. Jürgen Marcussen e A.P.W.Reuter, due giovani organari, misero le mani sullo strumento per un radicale "rimodernamento". I risultati furono che l'intera parte posteriore della cassa dello strumento fu tagliata via con una sega, il Positivo fu
eliminato e sostituito con un altro piccolo positivo del tutto estraneo allo stile dell'organo, fu applicato un dispositivo per
il "Crescendo" ed il numero dei registri fu portato a trentasette. Per fortuna, i due organari conservarono uno dei vecchi somieri,
le canne di facciata ed un buon numero di quelle interne. Inoltre, lasciarono dettagliati appunti di come era l'organo prima
del loro intervento.
Nel 1926 si procedette ad un ulteriore ampliamento dello strumento ed i registri furono portati a 57. La curiosità di questo
lavoro fu che, mentre i vecchi registri furono lasciati a trasmissione meccanica, quelli nuovi furono dotati di una loro
trasmissione pneumatica. In queste condizioni, l'organo non poteva durare più di tanto, e già fin dagli anni Cinquanta si
dovette intervenire, ricostruendo tutto il sistema trasmissivo e riportando tutto lo strumento a trasmissione meccanica; in
questo ambito, fu anche ripristinata un'intonazione delle timbriche di tipo neobarocco. Era il primo passo verso il
definitivo restauro.
Nel 1985, infatti, si decise che l'organo era stato brutalizzato per ormai troppo tempo. Basandosi sui documenti d'archivio,
sul materiale fonico antico ancora presente e, soprattutto, sugli appunti a suo tempo lasciati da Marcussen e Reuter, si
decise che lo strumento doveva ritornare come costruito nel 1654, recuperando tutte le canne ancora presenti degli antichi
strumenti e ridandogli la voce originaria. Il lavoro fu eseguito da Marcussen & Søn, con la consulenza di Cor Edskes,
mentre l'intonazione, secondo i canoni antichi, fu affidata e realizzata da Olav Oussoren e si basa sul corista
antico che prevede il La a 431 Hz.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Lo strumento è totalmente rinato ed è uno dei pochi in Europa che ha potuto
riprendere le sue caratteristiche originarie in modo integrale.
Eccone di seguito la disposizione fonica:
Hauptwerk
Principal 8
Spitzflöjt 8
Bordun 16
Octava 4
Rohrflöjt 4
Nassath 3
Super Octava 2
Mixtur 4-5 fach
Trompet 8
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Rückpositiv
Principal 4
Gedact 8
Gedact 4
Octava 2
Sesquialt 2 fach
Salicional 2
Sedecima 1
Mixtur 3 fach
Hoboy 8
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Brustwerk
Gedact 8
Waldflöjt 2
Gedactflöjt 4
Octava 2
Sedecima 1
Regal 8
Geigen Regal 4
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Pedal
Principal 16
Octava 8
Gedact 8
Octava 4
Mixtur 4 fach
Posaun 16
Trompet 8
Schalmej 4
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