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Charles-Marie Widor




 Charles-Marie Widor Charles Marie Widor nasce a Lione il 21 febbraio del 1844. Nel 1863 studia a Bruxelles con Lemmens (organo) e con Fetis (composizione). Tornato a Parigi, nel 1868 inaugura, assieme a Guilmant e Loret, il nuovo organo della Basilica di Notre Dame; l'anno seguente viene chiamato a sostituire Saint Saens all'organo della Madeleine. Nel 1870 viene nominato organista provvisorio a Saint Sulpice e provvisoriamente ci rimane per 67 anni, fino al 1933, quando gli succede Marcel Dupré. Nel 1890 aveva rilevato la direzione della classe di organo al conservatorio, direzione che era stata di Cesar Franck. In questa veste pone le basi di quella che sarà la moderna scuola organistica francese, da cui usciranno i grandi musicisti e organisti della nuova generazione. Nel 1897, dopo aver formato personalmente Tournemire e Vierne, lascia l'incarico a Guilmant ed assume la direzione della classe di Composizione, che terrà fino al 1927. Compositore geniale e fecondissimo, organista impareggiabile ed interprete di impressionante virtuosismo, tiene concerti in Francia, Italia, Germania, Inghilterra, Olanda e Russia ed ovunque viene acclamato come il più grande organista della sua epoca. Muore a Parigi il 12 marzo 1937.

L' orizzonte di Widor compositore spazia tra molteplici campi, dall' organo all' orchestra, dal pianoforte alla musica teatrale ed è importante notare che la produzione organistica non è stata la maggiore, ma è quella per cui egli è più ricordato.
Le sue opere più conosciute sono le dieci Sinfonie per organo, scritte dal 1872 al 1900, ed analizzando queste opere si riesce a conoscere l'evoluzione musicale e stilistica di Widor. Se le prime sinfonie denotano uno stile direttamente derivante dal Gran Pezzo Sinfonico di Franck ed arieggiano il postromanticismo neo classicheggiante di Mendelssohn e di Schumann, in quelle più tarde (ad esempio la Settima e l' Ottava) si nota una notevole amplificazione del materiale tematico con un notevole arricchimento dello sviluppo e della cromaticità in uno stile che qualche critico affianca a quello di Wagner. Infine, nella Nona e nella Decima sinfonia, Widor tenta e sperimenta un nuovo stile, assolutamente diverso dai precedenti: basa le sue Sinfonie sui temi del Canto Gregoriano, mediando lo stile delle Sonate di Lemmens e delle opere liturgiche di Guilmant con un particolare modo di sviluppo 'orchestrale' che si ritroverà poi nelle opere di Tournemire.
Widor, che da alcuni è stato definito come un musicista e compositore 'conformista e ufficiale', all'esame delle sue opere non risulta essere tale. Questo lo si rileva dal modo con cui tratta molto liberamente le forme classiche. A questa libertà di trattamento ed utilizzo delle forme si deve poi unire una fervidissima fantasia nella creazione dei temi, che non risultano mai banali, stereotipati e nel loro sviluppo, che non ricalca mai linee fisse e precise.
Oltre alle Sinfonie, Widor non produsse per organo che la Suite Latine del 1928 e i Trois Nouvelles Pieces del 1934, brani che, pur essendo considerati minori dalla critica e dagli organisti, ci danno un'idea di quanto Widor, negli ultimi anni della sua vita, avesse radicalmente trasformato le sue concezioni musicali, stilistiche riguardo alla musica organistica.
Riscoperto dalla critica e dalla discografia negli anni '70, Widor è uno degli autori di musica organistica più rappresentati dai concertisti che si dedicano alla musica francese romantica e moderna. Giustamente egli rappresenta uno dei maggiori esponenti di questa scuola e la sua figura è oggi notevolmente considerata non solo dal punto di vista strettamente musicale, ma anche didattico, poichè dalla sua scuola sono arrivati i migliori rappresentanti della musica organistica francese moderna e contemporanea.



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