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André Fleury




 André Fleury
André Fleury è senza alcun dubbio una delle figure più importanti del panorama musicale francese della seconda metà del secolo scorso. Egli appartiene alla grande famiglia degli organisti-compositori francesi, e come tutti i suoi predecessori e contemporanei, ha saputo unire spiccate doti tecniche a profonda ispirazione musicale, entrando a pieno titolo nella storia musicale organistica francese sia come grandissimo interprete, impareggiabile improvvisatore e fecondo compositore.
André Fleury nasce a Neuilly-sur-Seine il 25 Luglio 1903. All'età di dodici anni entra al Conservatorio di Parigi dove inizia a frequentare i corsi di solfeggio e teoria; quattro anni dopo inizia lo studio dell'organo con Letocart. Nel 1921 inizia la sua attività di organista quale supplente di Gigout a Saint Augustin e di Tournemire a Sainte Clotilde; l'anno seguente viene ammesso alla classe di Organo e soli quattro anni dopo consegue il Primo Premio in Organo ed Improvvisazione nella classe di Dupré. Studia quindi composizione con Vidal e scittura musicale con Faucher. Da questo momento inizia la sua carriera di organista e compositore; per quattro anni è organista "di coro" alla chiesa del Sacré-Coeur e nel 1930 viene nominato titolare all'organo di Saint Augustin. Nominato professore all' Ecole Normale di Parigi nel 1943, diventa anche organista titolare presso la chiesa di Saint Bernard de la Chapelle, incarico che terrà fino al 1945.
In seguito a gravi problemi di salute, nel 1948 è costretto a lasciare Parigi e si trasferisce a Dijon, dove viene nominato organista titolare presso la Cattedrale di Saint-Bénigne e, l'anno dopo, viene nominato professore di organo e pianoforte presso il Conservatorio della stessa città. A Dijon, Fleury rimarrà fino al 1971, anno in cui ritorna a Parigi, dove viene nominato contitolare a Saint Eustache, professore alla Schola Cantorum ed organista titolare presso la Cattedrale di Versailles. Egli rimarrà a Parigi proseguendo nella sua attività artistica fino al 1995 quando, il 6 Agosto, muore nella sua casa del Vésinet.
Fin dalle sue prime apparizione come interprete, André Fleury apparve subito come un musicista dotato di una superba tecnica pianistica ed organistica ed un'impareggiabile abilità nell'improvvisazione, ma sarà all'apparizione delle sue prime composizioni che si potrà vedere in lui anche uno dei maggiori esponenti della musica francese moderna. Cresciuto alla scuola del grandissimo Dupré, ma memore degli insegnamenti di Letocart (allievo di Franck e Gigout), egli saprà combinare sapientemente lo stile spiccatamente sinfonico con una scrittura essenzialmente polifonica, attingendo anche abbondantemente (e qui si dimostra attento discepolo di Tournemire) alla modalità gregoriana, riuscendo ad affinare uno stile compositivo del tutto particolare in cui la chiarezza tematica e la linearità dello sviluppo, pur sottostando ad echi di sinfonismo postromantico che le ammantano di un particolare fascino quasi franckiano, non vengono mai sacrificate sull'altare dell'effetto o della magniloquenza fini a se stesse. Sotto questo aspetto, Fleury si dimostra un sapiente e moderato innovatore, e questa sua capacità di compenetrare la tradizione sinfonica con l'arrembante riscoperta della polifonia la si vede anche nella sua sapiente scelta delle registrazioni organistiche, dove vengono privilegiate le sonorità chiare, brillanti, ricche di mutazioni e dove il Ripieno è spesso e volentieri il protagonista.
La produzione musicale di Fleury comprende una sessantina di manoscritti, alcuni dei quali mai pubblicati. Oltre alle grandi opere che vengono spesso presentate in concerto e tra cui si devono citare le due meravigliosamente spettacolari Sinfonie per Organo, la Fantasia in Do minore e lo splendido Trittico (Preludio Andante e Toccata), la gran parte della sua produzione concerne brani di ispirazione e destinazione prettamente liturgica. Ed è proprio da questi brani, ingiustamente considerati "minori", che emerge lo spirito più profondamente musicale di Fleury, dove un'intima ispirazione religiosa, talvolta quasi mistica, viene accompagnata quasi per mano lungo un percorso musicale che mano a mano si adatta e si piega docilmente fino a diventarne la più alta espressione. In questi brani, che sono nati per il servizio liturgico, si vede il lato forse migliore di questo grande artista.
Del Fleury interprete abbiamo già sottolineato la formidabile tecnica e la strabiliante capacità come improvvisatore, ma per comprenderlo fino in fondo non bisogna dimenticare che egli è stato, prima di tutto, un organista liturgico, che per tutta la sua vita ha svolto questa attività con passione, costanza ed assiduità. A differenza di moltissimi altri suoi colleghi, che hanno collezionato migliaia di performances concertistiche in tutto il Mondo, il numero dei concerti da lui effettuati non supera il centinaio, e questo la dice lunga sulla sua filosofia musicale e di vita.



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